Epigravettiano: differenze tra le versioni

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{{F|preistoria|marzo 2011}}
Il termine '''epigravettiano''' indica una cultura [[preistoria|preistorica]] diffusa in gran parte dell'[[Europa]].
Le condizioni climatiche del [[Glaciazione Würm|pleniglaciale würmiano]] hanno pesantemente condizionato l'habitat umano. In corrispondenza dell'acme del pleniglaciale, attorno a 20 mila 000 anni fa., si determinarono alcuni fenomeni:
 
* Il frazionamento dell'abitato umano, che mise in crisi la rete di rapporti tra i gruppi di cacciatori instauratasi con l'[[aurignaziano]] e sviluppatasi nel [[gravettiano]]. Dopo l'acme del II pleniglaciale tale crisi portò ad una differenziazione culturale tra le regioni occidentali atlantiche, dove si svilupparono il [[solutreano]] e il [[maddaleniano]], le regioni mediterranee, dove si svilupparono ulteriormente i complessi del gravettiano occidentale, portando alla formazione dei complessi epigravettiani meridionali, e le regioni orientali, nelle quali si svilupparono i complessi del gravettiano centro-orientale, dando luogo alla formazione dei complessi epigravettiani orientali.
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La comparsa di determinati tipi non è contemporanea nelle varie regioni né, una volta realizzatasi, diventa un elemento stabile.
 
Nel versante meridionale delle Alpi l'estensione dell'area glacializzata durante l'acme del II Pleniglaciale è marcata dalle morene würmiane, che corrispondono ad un abbassamento del limite delle nevi persistenti fino a 1500-14001500–1400 m; lungo le vallate alpine spesse lingue di ghiaccio scendevano sino alla pianura. La regressione marina determinò l'emersione dell'alto [[Adriatico]], che costituiva un'estensione dell'attuale [[pianura padana]]. Nelle regioni tirreniche della Penisola prevalsero condizioni climatiche oceaniche, con paesaggi di steppa arborata a pino, con aree di rifugio della vegetazione mediterranea; le regioni adriatiche furono invece maggiormente esposte alle influenze continentali. Vi si formarono ambienti di prateria montana, di tundra e, nelle fasi più aride e fredde, di steppa di tipo asiatico. [[Calabria]] e [[Sicilia]] costituirono una regione influenzata dal clima mediterraneo. Gli abitati noti si trovano prevalentemente in ripari sotto roccia e all'imboccatura di grotte; i mammiferi di caccia sono rappresentati nelle regioni tirreniche da [[stambecchi]], [[camosci]] (nelle fasi più rigide e aride) e [[cervus|cervi]] (nelle fasi più temperate), nelle regioni adriatiche da stambecchi, cavalli, asini, [[Bos taurus primigenius|uri]].
 
Queste condizioni climatiche persistettero per tutto il II Pleniglaciale e per la prima parte del Tardiglaciale, fino agli interstadi temperati, che videro una modificazione degli ambienti. Conseguentemente alla deglaciazione dell'area alpina, si verificò una risalita delle fasce vegetazionali e delle faune. Dall'area prealpina alcune specie animali migrarono verso le praterie alpine, mentre altre specie si ritirarono all'interno delle vallate, dove nel Postglaciale antico si estinsero; steppe arborate e boschi, che si stavano ampiamente diffondendo, furono popolati da cervi, caprioli e cinghiali. I cacciatori epigravettiani si adattarono alle nuove prede, cacciate nei siti di fondovalle, e penetrarono nell'area alpina, inseguendo le prede tradizionali. Sono di questa età i primi siti epigravettiani di montagna, posti a quote di 1000-14001000–1400 m, dove i gruppi si trasferivano durante la stagione autunnale per cacciare lo stambecco.
 
Lungo le coste della Penisola la trasgressione marina portò le linee di costa in prossimità della piattaforma continentale. Lungo la riva ionica si formò un ambiente lagunare ricco di risorse, che favorì il sorgere di un'economia mista, dove accanto alla caccia erano praticate la pesca, la raccolta dei molluschi e la caccia agli uccelli. In molti siti costieri la raccolta dei molluschi divenne progressivamente l'attività prevalente.