Perfettismo: differenze tra le versioni

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==Perfettismo ed economia==
{{Quote|Nella cultura signorile la ricerca del perfetto e la fuga dall'economico si sposano, perché l'economico, soprattutto nella specie del mercato e della moneta, appare come l'antitesi del perfetto. <ref>S.Ricossa]],''La fine dell'economia. Saggio sulla perfezione'',Rubbettino Editore, 2006, p.79</ref>}}
 
Sostiene [[Sergio Ricossa]] che chi aspira alla perfezione rifugge dalla materialità e dall'economia: la storia della cultura antica sta a dimostrarlo. In tutta l'antichità «mancavano le idee di efficienza, commercializzazione, sviluppo economico. La vita che più contava nell'educazione classica era quella pubblica o politica, e l'economia e la tecnica venivano fatte rientrare in quella privata, non aiutavano la polis a progredire, non erano ancora economia politica. Etimologicamente "economia" è mera trattazione di come ben condurre la casa: è economia domestica normativa.» <ref>S.Ricossa]], ''Op. cit.'', p.17</ref>
 
L'accettazione della tecnica, della macchina che è tale con la sua produttività da dare la possibilità di diventare tutti compiutamente "signori" portò all'affermazione dell'economia politica.
{{Quote|I due più influenti economisti del XIX e XX secolo, Marx e Keynes, resero di modomoda l'economia politica facendole promettere di spiegare come, con rivoluzioni e riforme radicali, alla potenza tecnica si togliesse la malignità...per costituire una umanità tutta di signori, tutta in grado di vivere senza la necessità economica. <ref>S. Ricossa, ''Op. cit'', p.20</ref>}}
Ma mentre [[Karl Marx]] teorizzava che la fine della proprietà privata e dell’economia avrebbero determinato la nascita di una società perfetta, la [[liberalismo|scuola liberale]] concepiva l'economia come un mezzo imperfetto per regolare una società imperfetta immutabile nella sua imperfezione. Per i marxisti tutto devedoveva cambiare, per i liberisti non occorreoccorreva cambiare nulla.
 
==Perfettismo e teologia==