Maurice Scève: differenze tra le versioni

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m - Classicismo, Ermetismo (v1.09)
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Il suo capolavoro fu pubblicato nel [[1544]] quasi anonimamente, con le sue sole iniziali e un suo ritratto. ''Délie'' è dedicata a una donna amata d’un [[amore]] impossibile, forse identificata nella sua giovane allieva, [[Pernette du Guillet]]. È composta da 449 strofe di 10 versi decasillabi ciascuna, e ogni gruppo di 9 strofe è separato – nell’edizione a stampa – da 50 incisioni di soggetto mitologico o familiare contornate da un motto, che indica il tema trattato.
 
La scrittura di Scève, tra formule ellittiche, cultura dell’ambiguità e sfoggio d’erudizione, fu esaltata da pochi amatori della ''ricca invenzione'' - [[Thomas Sébillet]] e [[François Habert]] su tutti – e criticata dai più, ostili a tanto [[ermetismo (letteratura)|ermetismo]], come [[Charles Fontaine]] e [[Jacques Peletier du Mans]], i capofila della [[Pléiade]] del [[Cinquecento]]. Modernamente, quest’ermetismo tende a essere considerato, al contrario, l’espressione di «poesia pura» che avvicina Maurice Scève ai [[simbolismo|simbolisti]] e a [[Mallarmé]]. Tra questi due periodi, si situano il [[Classicismo (letteratura)|Classicismo]] con il suo gusto per la chiarezza, e il [[Romanticismo]], con la sua espansione lirica, che fecero cadere nell’oblio l’opera dello Scève.
 
=== Bibliografia ===