Solidarismo: differenze tra le versioni

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Il termine '''solidarismo''' genericamente esprime un comportamento, individuale o collettivo, di aiuto e sostegno, morale o materiale, nei confronti di altri.
 
In particolare il solidarismo può rappresentare una tendenza sociale a costruire concretamente un organismo economico basato sulla [[solidarietà]]. <ref>Cfr. ''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente.</ref>
 
Tra le forme di solidarismo quellaquello cristianacristiano, teorizzatateorizzato dal [[gesuita]] ed [[economista]] olandese [[Heinrich Pesch]] ([[1854]]-[[1926]]), vuole realizzare un sistema fondato su valori morali di solidarietà sociale dove gli individui pongano in secondo piano i loro interessi privati a favore di quelli collettivi.
 
In Italia gli economisti ottocenteschi teorici del solidarismo sostengono che il progresso sociale si debba realizzare con la collaborazione tra le [[classe (sociale)|classi]] in una visione che richiama il pensiero di [[Saint-Simon]] <ref>Cfr. Diomede Ivone, ''Matteo De Augustinis economista, educatore e giurista dell'Ottocento meridionale'', Editoriale scientifica, 2000 </ref>
 
L'elaborazione di una teoria scientifica del solidarismo fa capo in Italia all'economista cattolico Guido Menegazzi, professore universitario a Pisa e Verona, che iniziò l'elaborazione del suo pensiero a partire dalla crisi del [[1929]] e successivamente sviluppandolo con le sue osservazioni sul sistema [[corporativismo|corporativistico]] [[fascismo|fascista]] considerato efficiente solo a condizione che questo non siafosse inficiato dall'intervento dello Stato.
 
Secondo Menegazzi l'attività umana allo scopo di realizzare un solidarismo organico e razionale si deve svolgere secondo una gerarchia di valori che hanno al primo posto l'azione spirituale e a seguire quella umano-politica, economica e infine [[finanza|finanziaria]]. Se quest'ordine viene capovolto l'intero sistema si disgrega. <ref>G. Menegazzi, ''Il piano dello sviluppo solidale dei popoli'', Milano, Giuffrè 1970</ref>