Grande migrazione afroamericana: differenze tra le versioni

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Quando lavenne firmato il [[proclamazioneproclama di d'emancipazione]] venne firmata nel [[1863]], meno dell'otto percento della popolazione afroamericana viveva nel nordest e nel midwest. Nel [[1900]], approssimativamente il novanta percento degli afroamericani risiedeva in ex stati schiavisti. Gran parte degli afroamericani migrarono a [[New York]], [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Boston]], [[Buffalo (New York)|Buffalo]], [[Baltimora]], [[Minneapolis]], [[Detroit]], [[Chicago]], [[Milwaukee]], [[St. Louis (Missouri)|St. Louis]], [[Pittsburgh]], [[Cincinnati]] e [[Cleveland (Ohio)|Cleveland]], così come in molte piccole città industriali come [[Gary (Indiana)|Gary]], [[Dayton (Ohio)|Dayton]], [[Toledo (Ohio)|Toledo]], [[Peoria (Illinois)|Peoria]], [[Omaha (Nebraska)|Omaha]], [[Newark (New Jersey)|Newark]], [[Flint (Michigan)|Flint]], [[Albany (New York)|Albany]] ed altre. I migranti tendevano a comprare il biglietto ferroviario più conveniente, così, ad esempio, molti migranti del Mississippi si spostarono a Chicago.
 
Tra il [[1910]] e il [[1930]] il numero degli afroamericani crebbe negli stati del nord del venti percento, soprattutto nelle città più grandi come [[Chicago]], [[Detroit]], [[New York]] e [[Cleveland]], le quali ebbero il più importante incremento di popolazione afroamericana nella prima parte del secolo. Dato che i cambiamenti demografici erano concentrati nelle città, le tensioni crebbero quando gli afroamericani e gli immigrati europei, entrambi provenienti principalmente da realtà rurali, iniziarono a competere nella ricerca del lavoro e di una casa con la classe lavoratrice statunitense bianca.