Quirinalia: differenze tra le versioni

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I '''Quirinalia''' erano una [[Festività romane|festività romana]] che ricorreva il [[17 febbraio]] ed era dedicata al [[divinità|dio]] [[Quirino (divinità)|Quirino]].
 
L'importanza di questa festa è data dal suo valore "civico" e "cosmico" a un tempo. Il valore "civico" sta nel fatto che essa sottrae in qualche modo alla giurisdizione curiale, ossia a un ordinamento [[clan]]ico o [[gens|gentilizio]], la totalità dei cittadini, dando loro la possibilità di configurarsi come tali, anziché come membri di una singola [[Curia (storia di Roma)|curia]]. Quest'operazione, che si inquadra nel processo che portò gradualmente i [[romani]] delle assemblee curiali (''[[comitia curiata]]'') alle assemblee popolari (''[[comitia tributa]]''), si esplica fondando la nuova realtà del [[nome]] del dio Quirino.
Nel [[giorno]] dedicato a questo dio era concesso di celebrare il [[rito]] della prima [[torrefazione]] del [[farro]] a coloro che non lo avevano fatto in precedenza, nel giorno prescritto dalla propria curia. In tal modo coloro che per forza di cose o per propria volontà si sottraevano all'ordini curiale (qualificabili come stolti rispetto all'ordine stesso) rimediavano sul piano [[religione|religioso]] rifugiandosi nel dio Quirino, la cui festa era detta anche "''festa degli stolti''" (''stultorum feriae'').
Il rito primiziale del farro, spostato dalla festa curiale alla festa quirinale, è quello che fornisce il valore "cosmico", segnando del ciclo (cosmico o [[calendario]]) del vecchio farro e l'inizio del ciclo del nuovo farro.