Affordance: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di Giulio Bertagna (discussione), riportata alla versione precedente di ChuispastonBot
miglioramenti
Riga 1:
L<nowiki>'</nowiki>'''affordance''' è quelll'insiemeinformazione dipresente azionisullo cheschieramento unottico oggettoche "invita"suggerisce a compiere su di esso. Il termine ''affordance'' infatti può, in questo contesto,un essere tradottoumano conle "invito";azioni questoappropriate concettoper nonmanipolare appartieneun né all'oggetto stesso né al suo usufruitore ma si viene a creare dalla relazione che si instaura fra di essi. E', per così dire, una proprietà "distribuita". Ad esempio l'aspetto fisico di ununa oggettocaraffa d'acqua permette all'utilizzatore di dedurne le funzionalità o ianche meccanismisenza diaverla mai vista funzionamentoprima.<br/>
Il termine ''affordance'' può, in questo contesto, essere tradotto con "invito"; questo concetto non appartiene né all'oggetto stesso né al suo usufruitore ma si viene a creare dalla relazione che si instaura fra di essi. È, per così dire, una proprietà "distribuita".
 
Il termine è stato introdotto nel [[19661979]] dallo [[psicologo]] statunitense [[James Gibson (psicologo)|James J. Gibson]] nell'opera ''Un approccio ecologico alla percezione visiva''.
 
Più alta è l'''affordance'', più sarà automatico ed intuitivo l'utilizzo di un dispositivo o di uno strumento. Ad esempio, l'aspetto di una maniglia dovrebbe far intuire al meglio e automaticamente come la porta vada aperta: se tirata, spinta, o fatta scorrere (una porta che si apre automaticamente al passaggio ha una scarsa affordance, poiché è molto poco intuitivo il suo funzionamento).
Line 15 ⟶ 16:
 
== Bibliografia ==
*{{en}}James Jerome Gibson. ''The ecological approach to visual perception''. Houghton Mifflin, Boston, 1979.
*{{en}}Donald A. Normann. ''The Psychology of Everyday Things''. Basic Books, New York, 1988.
 
== Voci correlate ==