Discussione:Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani: differenze tra le versioni

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::::::Sul piano generale la questione è senz'altro meglio chiarita. Sul piano particolare rimangono aperte le questioni tecniche che ho posto sulle MVM e le Croci VM e MM, nonchè quelle dell'Era fascista, ma ci sarà modo e tempo per discuterne. Spero che anche ArturoLorioli voglia esprimere un parere in merito. --[[Utente:Castel|Castel]] ([[Discussioni utente:Castel|msg]]) 22:55, 19 feb 2012 (CET)
:::::::La tua osservazione principale in merito a quanto tu segnali - osservazione dalla quale derivano tutte le altre - è stata la seguente: "non risulta chiara la sezione relativa alla medaglia al valor militare d'oro-argento-bronzo e alla croce al valor militare (Decorazioni al valore) ed alla croce al merito di guerra (Decorazioni al merito)". Ebbene: nella parte storica si afferma che la RSI mantenne tutte le onorificenze al valore e al merito, con esclusione delle insegne dinastiche e la modificazione del disegno (sostituzione dei simboli di casa Savoia con gladio e aquila repubblicana): il tutto sostanziato in nota con rimando alla legislazione della RSI. Oltre a ciò, nelle sezioni relative alla Medaglia al valor militare ed alla Croce al valor militare è scritto espressamente che tali decorazioni pervennero nell'ordinamento della RSI; in nota è anche indicato il numero dei decorati. Ritengo quindi che queste modifiche - assieme a quelle varie volte ripetute sulla non validità delle decorazioni della RSI per Regno e Repubblica - abbiano recepito in pieno le tue osservazioni. Riguardo invece alla parte della voce dedicata alle "Medaglie specifiche dell'era fascista", trattasi in tutto di nove decorazioni, delle quali tre ricevettero sanzione legislativa, mentre le altre risultano non ufficiali. La cosa è chiaramente esplicitata apponendo in grassetto corsivo fra parentesi la formula '''''(non ufficiale)'''''. Se guardo nei cataloghi di faleristica, trovo tutte queste decorazioni regolarmente citate. Quindi le fonti le inseriscono e c'è un disclaimer bello grosso e chiaro: qual è il problema?--[[Utente:Presbite|Presbite]] ([[Discussioni utente:Presbite|msg]]) 11:39, 20 feb 2012 (CET)
 
Gentili amici, rispondo al meglio che mi è possibile alle questioni poste dal gentile Castel, nella speranza di chiarire tutti i suoi residui dubbi. <br />
L'argomento di Castel relativo – credo – alla incompletezza dei segni elencati si racchiude essenzialmente nell'esempio da lui portato relativo alla Medaglia al Valor Militare. Questa medaglia è citata una sola volta (anzichè una per il Regno, una per la RSI ed una per la Repubblica Italiana) per il semplicissimo motivo che si tratta di una sola ed unica decorazione, che ha attraversato il sistema premiale dello stato italiano mantenendo inalterata la sua natura e le sue attribuzioni indipendentemente delle forme istituionali. Ripetendo un esempio che già ho fatto, procedere in modo contrario sarebbe come fare una voce per i velivoli MC.202 della Regia Aeronautica, ed una voce separata per quelli della RSI. Non avrebbe alcun senso. Allo stesso modo, il mutamento della forma dell'insegna metallica (con i simboli delle varie forme istituzionali) non modifica la natura della decorazione in se : altrimenti i mutamenti dell'insegna sono stati ben più dei "tre" indicati da Castel, ed andrebbero inserite separatamente la MOVM raffigurante V.E..II, quella di re Umberto I, di V.E.II etc etc fino a quella di Vittorio Amedeo III. Nuovamente, la cosa nel contesto di questa voce non avrebbe alcun senso metologico, non stiamo parlando di decorazioni diverse, ma dello stesso identico "segno d'onore”. Il metodo di lavoro scelto è stato quindi quello di differenziare solo tra segni in cui è cambiato il nastrino o il nome o la natura (interrompendone visibilmente la "continuità" per chi consulta). Quindi l'Aquila Romana ha cambiato nastrino (e quindi si inseriscono sia quella Regno che quella RSI), l’ Ordine Militare di Savoia ha cambiato nome (e quindi si specifica che è successivamente diventato l'Ordine Militare d'Italia), mentre la Medaglia al Merito della Croce Rossa Italiana resta una anche se ne sono esistite versioni Regno, RSI e Repubblica perchè il nome, il nastrino e la ragione d'esistere del "segno" sono rimasti immutati e come tale il "segno" viene trattato in modo unitario. <br />
L’osservazione - che ritengo invece relativa alla RSI - secondo cui “questa voce riscrive la Storia partendo dalla faleristica” mi sembra anche essa infondata. La voce parla esplicitamente di Faleristica, e solo di quella, e tutte le possibili ambiguità relative a “riconoscimenti” della RSI, e/o dei segni da essa istituiti o anche solo conferiti da parte del Regno o della Repubblica Italiana sono state più che esaurientemente corrette e/o chiarite (addirittura in modo pleonastico, ma repetita juvant, e và benissimo così). <br />
Riguardo la presenza dei “segni” istituiti in era fascista, quelli “non ufficiali” sono già stati chiaramente indicati come tali, ed inclusi in quanto oggetto di ampia distribuzione. Gli altri erano esplicitamente autorizzati al porto sulle uniformi e/o conferivano punteggi nei concorsi pubblici etc etc, e come tali hanno caratteri di ufficialità compatibili con la natura e la struttura della voce, così come lo sono i segni attualmente istituiti dal CONI, o dalla Associazione della Croce Rossa Italiana, o dalla Fondazione Carnegie, per una elementare esigenza di completezza ed organicità della voce. Oltretutto quella che è la loro “atipicità”, ossia l’essere segni nati nel contesto di un regime di tipo totalitario con la conseguente “identificazione” tra Stato e Partito, è stata esplicitamente evidenziata inserendoli in una categoria separata, proprio per evitare ogni possibile forma di confusione o ambiguità relativamente alla loro natura. L’AVIS (di cui il gentile Castel cita l’esempio) è invece una associazione privata e tra privati, cui lo stato ha semplicemente accordato personalità giuridica, ed i cui segni non sono autorizzati sulle uniformi dei Corpi dello Stato nè dallo stato riconosciuti in alcun modo, e per questo non sono stati inseriti. <br />
Chiariti questi punti meramente metodologici, spero in modo esauriente e soddisfacente, mi permetto però di tornate su un punto già trattato, ripetendo quanto ho già scritto (parafrasandolo leggermente): ''è stato indicato nei temini più univoci che i segni di onore istituiti o anche semplicemente conferiti dalla RSI non sono stati riconosciuti dal Regno e dalla Repubblica Italiana, e per quanto riguarda l'esigenza di chiarezza, mi sembra sia stata a questo punto soddisfatta. Se però la questione non è di chiarezza, ma di principio, ossia "la RSI non deve neppure essere accostata al Regno o alla Repubblica Italiana, in qualsiasi contesto", la cosa non mi sembra più rispondere a criteri di univocità ma deve essere posta in relazione alla materia trattata. In questo caso, la RSI si costituì come stato nazionale formalmente organizzato, ed emanò alcuni (pochissimi!) provvedimenti normativi in campo faleristico in un contesto di piena continuità rispetto al "corpus" del sistema premiale pre-esistente e (in larga parte) successivo. Questo è l'argomento della voce, e, mi permetto anch'io di ripetermi, non mi sembra sia ragionevolmente possibile dare alla voce una valenza differente nè interpetarla in alcun modo estensivo come attinente alla natura della "legittimità" (o mancanza di essa) della RSI. Al contrario, mancare di sottolineare questa sostanziale continuità del sistema premiale nazionale e di evidenziarne i (soli tre!) punti di distacco costituirebbe una artificosa disarticolazione di una materia che si è invece sviluppata ed articolata in modo unitario ed omogeneo dalla metà dell' '800 al giorno d'oggi, a danno della completezza, consultabilità ed organicità della voce.'' --[[Speciale:Contributi/94.37.104.95|94.37.104.95]] ([[User talk:94.37.104.95|msg]]) 15:35, 20 feb 2012 (CET)
 
==Chiusura procedura e conferimento della "stella d'argento"==
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