Madonna col Bambino in trono tra i santi Giacomo apostolo e Girolamo: differenze tra le versioni

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La composizione riprende lo schema della [[sacra conversazione]] di matrice veneta, con uno schema triangolare molto in voga dal [[1475]], anno della celebre e innovativa ''[[Pala di San Cassiano]]'' di [[Antonello da Messina]].
 
Al centro si trova la Madonna col Bambino su un alto trono marmoreo, inquadrata da un alto arco che prosegue in un pergolato aperto sul cielo, la cui forma riprende i [[lacunari]] dell'[[architettura romana]]. Una balaustra marmorea lascia sufficiente spazio per intravedere il cielo. Ai lati, sullo sfondo di pareti lisce con qualche elemento classico (le [[paraste]], il cornicione con un fregio di marmo verde), che lasciano intravedere in alto alcuni alberelli (un motivo frequente nell'[[rinascimento fiorentino|arte fiorentina]]) si trovano i santi [[Giacomo maggiore]], col bastone da pellegrino (il "[[bordone]]") e [[Girolamo]], riconoscibile per l'abito rosso, da [[cardinale]], la barba bianca e il libro in mano, che allude alla ''[[Vulgata]]''.
 
"La figura di Maria, alta sul trono marmoreo e mestamente assorta nel presagio della passione del Figlio, posta in asse con l’accesso al giardino, si qualifica come porta del cielo e veicolo di redenzione attraverso il sangue della croce, alluso dalla vite del pergolato e dal marmo vermiglio del trono, e la promessa della resurrezione, simboleggiata dalla lucertola che si inerpica sul muro; tutto secondo il destino di morte e di salvezza scritto nel volume chiuso che trattiene in bella evidenza sul ginocchio o che san Girolamo mostra all’attenzione del riguardante, o nel libro aperto nel quale san Giacomo affonda la sua meditazione" (Avagnina).<ref>http://www.museicivicivicenza.it/it/mcp/opera.php/9806 </ref>