Pulpito della Resurrezione: differenze tra le versioni

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{{Tmp|Opera d'arte}}
[[File:|immagine = Brogi, Carlo (1850-1925) - n. 8630 - Firenze - Chiesa di S. Lorenzo - Ambone in bronzo di Donatello.jpg
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|250px|''titolo = Pulpito della Resurrezione'', lato sud]]
|artista = Donatello (progettazione)
Il '''''Pulpito della Resurrezione''''' è uno dei due pulpiti bronzei di [[San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]] a [[Firenze]], ultima opera dello scultore fiorentino [[Donatello]], all'epoca utrasettantenne. I pulpiti risalgono a dopo il [[1460]] e il maestro ne curò la progettazione e il disegno anche se è probabile che le altre fasi vennero curate da aiutanti, tra i quali spiccavano [[Bartolomeo Bellano]] e [[Bertoldo di Giovanni]]. Il ''pulpito della Resurrezione'' è ritenuto di solito il primo ad essere completato, con minore aiuto dei collaboratori, ed è leggermente più grande: misura 292 cm di lunghezza e 123 di altezza (escluse le colonne).
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|data = dopo il 1460
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|materiale = bronzo
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|città = Firenze
|ubicazione = San Lorenzo
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Il '''''Pulpito della Resurrezione''''' è uno dei due pulpiti bronzei di [[San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]] a [[Firenze]], ultima opera dello scultore fiorentino [[Donatello]], all'epoca utrasettantenneultrasettantenne. I pulpiti risalgono a dopo il [[1460]] e il maestro ne curò la progettazione e il disegno anche se è probabile che le altre fasi vennero curate da aiutanti, tra i quali spiccavano [[Bartolomeo Bellano]] e [[Bertoldo di Giovanni]]. Il ''pulpito della Resurrezione'' è ritenuto di solito il primo ad essere completato, con minore aiuto dei collaboratori, ed è leggermente più grande: misura 292 cm di lunghezza e 123 di altezza (escluse le colonne).
 
==Storia==
[[File:Donatello, pentecoste, dal pulpito della resurrezione.jpg|thumb|250px|''Pentecoste'']]
I due pulpiti sono legati a numerosi problemi per lo studio critico. Oltre che la difficile valutazione dell'autografia da parte del maestro e dei suoi collaboratori, si ignora il committente ([[Cosimo de' Medici]]?) e la funzione originaria per cui vennero fusi. La sistemazione attuale, sull'alto di quattro colonne ciascuno, risale infatti con tutta probabilità a molti anni dopo la morte di Donatello e anche l'uso come [[pulpito]] per leggere il Vangelo e le Lettere degli Apostoli è alquanto antiquata per il periodo in cui furono scolpiti. Alcuni hanno ipotizzato che i vari pannelli che compongono i pulpiti fossero originariamente destinati a sarcofagi, magari proprio per Cosimo e sua moglie o suo figlio [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], mentre l'uso come [[cantoria]] appare inverosimile per le dimensioni troppo ridotte.
 
I due pulpiti sono legati a numerosi problemi per lo studio critico. Oltre che la difficile valutazione dell'autografia da parte del maestro e dei suoi collaboratori, si ignora il committente ([[Cosimo de' Medici]]?) e la funzione originaria per cui vennero fusi. La sistemazione attuale, sull'alto di quattro colonne ciascuno, risale infatti con tutta probabilità a molti anni dopo la morte di Donatello e anche l'uso come [[pulpito]] per leggere il Vangelo e le Lettere degli Apostoli è alquanto antiquata per il periodo in cui furono scolpiti. Alcuni hanno ipotizzato che i vari pannelli che compongono i pulpiti fossero originariamente destinati a sarcofagi, magari proprio per Cosimo e sua moglie o suo figlio [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], mentre l'uso come [[cantoria]] appare inverosimile per le dimensioni troppo ridotte.
La datazione è collocata a dopo il rientro di Donatello da [[Siena]] ([[1459]]-[[1460]]) e su uno dei rilievi, il ''Martirio di San Lorenzo'', è stata scoperta la data [[15 giugno]] [[1465]], ma su quale fosse il grado di finitura alla morte di Donatello ([[1466]]) non è possibile stabilirlo. Dopotutto le sue biografie antiche, a partire da [[Vasari]], parlano di un maestro che, a settant'anni suonati, passava ormai la maggior parte del suo tempo inchiodato a letto.
[[File:Donatello, pentecoste, dal pulpito della resurrezione.jpg|thumb|250px|''Pentecoste'']]
La datazione è collocata a dopo il rientro di Donatello da [[Siena]] ([[1459]]-[[1460]]) e su uno dei rilievi, il ''Martirio di San Lorenzo'', è stata scoperta la data [[15 giugno]] [[1465]], ma su quale fosse il grado di finitura alla morte di Donatello ([[1466]]) non è possibile stabilirlo. Dopotutto le sue biografie antiche, a partire da [[Vasari]], parlano di un maestro che, a settant'anni suonati, passava ormai la maggior parte del suo tempo inchiodato a letto.
 
Nonostante le questioni aperte i due pulpiti sono comunemente ritenuti il punto estremo dell'arte di Donatello, l'ultimo capolavoro che chiuse, portando agli estremi sviluppi, lo studio dell'animo umano, della spazialità e della libertà compositiva che aveva caratterizzato tutta la sua carriera.
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Il pulpito della Resurrezione è giudicato generalmente come in larga parte autografo del maestro, con una diretta sorveglianza di Donatello anche sulla fusione. Alla sua inventiva sono riferite le innovazioni compositive, le deformazioni fisiognomiche e le libertà stilistiche riscontrabili in tutte le scene, con un ruolo dei collaboratori più marginale.
 
In alcune parti la tecnica appare più grezza, una sorta di non-finito. Non è dato a sapersi in quanta misura essa sia opera di Donatello, ma è una dato di fatto anche in altre opere attribuite al maestro (come il ''[[Compianto di Cristo (Donatello)|Compianto]]'' di [[Londra]]) e si adatta perfettamente alle emozioni crude ed all'espressività delle scene dell'ultima fase dell'artista. Sembra spesso infatti di essere di fronte a uno schizzo, una rappresentazione di getto, e alcuni rilievi non sono rifiniti (volontariamente?) a sufficienza, con le tracce ancora visibili del procedimento di fusione.
 
Gli interventi dei collaboratori sono analizzati nel dettaglio nei paragrafi sui singoli rilievi.
 
==Descrizione==
[[File:Pulpito della Resurrezione, pie donne al sepolcro.jpg|thumb|250px|''Pie donne al sepolcro'']]
Il ''pulpito della Resurrezione'' è quello conservato nella navata destra. Le due opere hanno un'impaginazione simile, ma molto più originale nel caso del pulpito della Resurrezione, poiché scandita non già da [[lesene]], ma da una serie di piccoli edifici disposti prospetticamente come quinte laterali. Anche in questo caso corre in alto un fregio continuo, che è decorato da putti vendemmianti, eroti anforette e cavalieri e centauri affrontati, sopra il quale corre un [[sima]] sporgente che ricorda i sarcofagi classici. Il fregio si ritiene per entrambi i pulpiti opera di un collaboratore eseguita dopo la morte di Donatello. In questo caso il fregio ospita anche l'iscrizione "Opus Donatello Flo" in un medaglione, ritenuta generalmente postuma.
 
Nel pulpito della Resurrezione i lati maggiori contengono tre scene ciascuno, più una per ciascuno dei due lati minori, per un totale di sei. Due pannelli del lato nord però, in corrispondenza dello sportello per l'accesso, sono integrazioni lignee seicentesche.
 
I pannelli raccontano gli episodi della vita di Cristo dopo la morte, senza rispettare rigidamente la sequenza narrativa dei Vangeli e con l'aggiunta del ''Martirio di San Lorenzo'', in onore del santo titolare della chiesa. Rappresentano:
*''Pie donne al sepolcro'' (ovest)
*''Discesa al Limbo'' (sud)
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*''San Luca Evangelista'' (nord, in legno brunito, XVII secolo)
 
===''Pie donne al sepolcro''===
La scena è composta secondo un'estrema libertà compositiva. Una specie di portico, dall'aspetto fortemente tridimensionale, fa da ambientazione: viene rappresentato l'intero edificio, con due timpani laterali in prospettiva ed una copertura piana su cui spicca al centro una sorta di pilastro a tramezzo, con una cassettonatura che ricorda l'intradosso degli archi romani. Ai lati si trovano cataste d'armi e graticole di san Lorenzo, mentre la parte principale è composta dal portico con colonne dai capitelli compositi, sovrastate da [[protomi]] leonini che reggono festoni. Il lato posteriore del portico mostra una rete a incannicciato, oltre la quale si scorgono ciuffi di alberelli, che sporgono anche oltre il soffitto. Al centro un pilastro maggiore, su cui si trova appoggiata una colonna e su di essa una lancia e uno scudo con cavallino rampante, divide la zona in due parti: a destra il sepolcro scoperchiato dall'angelo (quest'ultimo in parte nascosto dietro il passaggio) con le tre guardie addormentate, ed a sinistra le tre Marie.
 
Le tre donne sono rappresentate in tre atteggiamenti diversi che corrispondono ai gradi di emozione prima, durante e dopo la rivelazione angelica: la prima sulla sinistra non sa ancora dell'annuncio e scende la scalinata silenziosa e mesta con un'ampolla di unguenti in mano, in un dolore introverso; la seconda, che parla con l'angelo, è colta in pieno stupore e deve reggersi a una colonna (bellissima la padronanza con cui essa si dispone tridimensionalmente attorno alla colonna), la terza è già china e colma sul sarcofago vuoto, in un'esplosione di dolore estroverso. Il sarcofago è diverso in ciascuna delle scene (non è lo stesso della ''Deposizione'' nel [[pulpito della Passione]] o della ''Resurrezione'').
 
Forse in questo rilievo intervenne [[Bertoldo di Giovanni|Bertoldo]] alla rinettatura.
 
===''Discesa al Limbo''===
[[File:Pulpito della Resurrezione, discesa al limbo, resurrezione, ascensione.jpg|thumb|350px|''Discesa al Limbo'', ''Resurrezione'' e ''Ascensione'']]
la ''Discesa al [[Limbo]]'' è la prima delle tre scene sul lato principale, che sono trattate unitariamente, come se si svolgessero in tre stanze del medesimo edificio. Le pareti sono decorate da un fitto intreccio dei mattoni e sullo sfondo si stagliano archi a tutto sesto. La discesa al Limbo mostra il Cristo che, subito dopo la Resurrezione, si reca nella sezione degli uomini giusti all'[[Inferno]] e li porta con sé in paradiso. Essi sono tutti i profeti e santi dell'antico e nuovo testamento morti prima di lui, ciascuno con l'aureola. Tra questi spicca [[san Giovanni Battista]], posto in piedi davanti al tramezzo in prospettiva che separa la scena dalla seguente. I beati si accalcano attorno al Salvatore, ma in generale non provano gioia, ma un'ordinata e composta partecipazione, come se sapessero di già del loro destino imminente.
 
In basso a destra un diavoletto scappa terrorizzato. Esso ha gli attributi demoniaci delle zampe di uccello, il serpente attorcigliato e il fallo spropositato.
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In questa e nelle due scene adiacenti il disegno e probabilmente il modello in cera sono ritenuti interamente autografi del maestro, mentre la fusione e la rifinitura sono considerate come opera degli aiuti.
 
===''Resurrezione''===
La ''Resurrezione'' e la successiva ''Ascensione'' sono dominate dalla figura trionfante di Cristo, che si erge nei rilievi ben sopra la linea della cornice, dominando l'intera scena. Le guardie armate sono tutte cadute addormentate nelle più diverse posizioni e le loro armature ed equipaggiamenti sono trattati con molta cura e realismo. Gli scudi sono decorati da vari simboli araldici (uno scorpione, un putto a cavallo) e dalla scritta ''[[SPQR]]''.
 
Il Cristo, sostenendo la bandiera crociata e , in modo inusuale, indossando le bende funebri, poggia il piede sul sepolcro e si presenta alla condizione di Redentore-Risorto. Ma il suo aspetto è tutt'altro che trionfante, sembra piuttosto esprimere il tormento del tributo fisico che la Morte ha richiesto. Tale iconologia devia dalla tradizionale cristologia ed anche la composizione risulta del tutto originale, spostata sul lato sinistro, invece della abituale disposizione triangolare, con il Cristo al vertice.
 
===''Ascensione''===
[[File:Pulpito della Resurrezione, pentecoste.jpg|thumb|250px|''Pentecoste'']]
[[File:Pulpito della Resurrezione, martirio di san lorenzo.jpg|thumb|250px|''Martirio di San Lorenzo'']]
L<nowiki>'</nowiki>''Ascensione'' è ambientata in una stanza recintata da una transenna in primo piano, ai cui piedi si trovano varie pianticelle e [[rampicanti]]. Tra gli impassibili apostoli e la Madonna disposti a semicerchio, Cristo si avvia ad ascendere, giganteggiando sulla scena e invadendo la cornice superiore del rilievo. Nel dipartirsi aiutato dagli angeli, saluta con un gesto della mano gli astanti, ma nessuno è in contatto visivo con lui: il gesto è da riferirsi piuttosto allo spettatore. Nella mano sinistra tiene un libro, simbolo dell'avverarsi delle Scritture.
 
===''Pentecoste''===
La ''Pentecoste'' si trova sul lato breve verso est. All'interno di un edificio praticamente identico a quello delle scene sul lato principale verso la navata centrale, Maria a egli apostoli sono disposti a semicerchio attorno a tutta una serie di oggetti simbolici. In alto la [[colomba dello Spirito Santo]] sta emanando le fiammelle che arrivano sul capo degli Apostoli e della Vergine. Le reazioni dei vari personaggi sono molto diverse e vanno dalla concentratissima preghiera di Maria, all'ansiosa trepidazione di chi alza le mani, fino al pianto dirotto di chi si nasconde la faccia tra le mani o si prostra a terra per la commozione.
 
In questo pannello è stata riconosciuta come più forte la mano del Bellano, con i panneggi filacciosi e come bagnati e con gli schematismi nelle pieghe e nella definizione delle ciocche di barbe e capelli. Il disegno per lo meno si deve però attribuire a Donatello.
 
===''Martirio di San Lorenzo''===
Il ''Martirio di San Lorenzo'' è ambientato entro una complessa scatola prospettica, con un edificio aperto del quale si vedono le pareti laterali e di fondo, il soffitto e oltre il soffitto uno sfondo di pilastri e colonne, grazie al punto di vista ribassato, che drammatizza maggiormente l'evento coinvolgendo lo spettatore.
 
La scena è drammaticamente composta, con il conflitto, ben evidenziato dalle linee di forza incidenti, tra [[san Lorenzo]], sdraiato sulla graticola ardente in preda agli spasmi del dolore, e il boia che, comandato a bacchetta dall'imperatore, spinge con un lungo bastone dall'estremità a forcipe il collo del povero martire. Solo una gelo, recante la palma del martirio, conforta il santo, che è affiancato da un uomo già morto. Gli astanti, tra cui numerosi soldati, assistono impassibili al martirio e solo alcuni mostrano dolore, tra cui una donna con in mano un piatto e una che accorre scioccata. In basso un servitore pompa il mantice sul fuoco senza alcune remora e un altro, a destra, si avvia a portare via dei panni, probabilmente le vesti di Lorenzo.
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==Altre immagini==
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File:Pulpito della Resurrezione, cristo deriso, XVII secolo.jpg|''Cristo deriso'', XVII secolo
File:Pulpito della Resurrezione, san luca, xviii sec.jpg|''San Luca'', XVII secolo
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