Pulpito della Resurrezione: differenze tra le versioni
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| | |artista = Donatello (progettazione)
Il '''''Pulpito della Resurrezione''''' è uno dei due pulpiti bronzei di [[San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]] a [[Firenze]], ultima opera dello scultore fiorentino [[Donatello]], all'epoca utrasettantenne. I pulpiti risalgono a dopo il [[1460]] e il maestro ne curò la progettazione e il disegno anche se è probabile che le altre fasi vennero curate da aiutanti, tra i quali spiccavano [[Bartolomeo Bellano]] e [[Bertoldo di Giovanni]]. Il ''pulpito della Resurrezione'' è ritenuto di solito il primo ad essere completato, con minore aiuto dei collaboratori, ed è leggermente più grande: misura 292 cm di lunghezza e 123 di altezza (escluse le colonne). ▼
|artista2 =
|data = dopo il 1460
|opera = scultura
|tecnica =
|materiale = bronzo
|altezza = (escluse le colonne) 123
|larghezza = 292
|profondità =
|città = Firenze
|ubicazione = San Lorenzo
}}
▲Il
==Storia==
[[File:Donatello, pentecoste, dal pulpito della resurrezione.jpg|thumb|250px|''Pentecoste'']]▼
I due pulpiti sono legati a numerosi problemi per lo studio critico. Oltre che la difficile valutazione dell'autografia da parte del maestro e dei suoi collaboratori, si ignora il committente ([[Cosimo de' Medici]]?) e la funzione originaria per cui vennero fusi. La sistemazione attuale, sull'alto di quattro colonne ciascuno, risale infatti con tutta probabilità a molti anni dopo la morte di Donatello e anche l'uso come [[pulpito]] per leggere il Vangelo e le Lettere degli Apostoli è alquanto antiquata per il periodo in cui furono scolpiti. Alcuni hanno ipotizzato che i vari pannelli che compongono i pulpiti fossero originariamente destinati a sarcofagi, magari proprio per Cosimo e sua moglie o suo figlio [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], mentre l'uso come [[cantoria]] appare inverosimile per le dimensioni troppo ridotte. ▼
▲I due pulpiti sono legati a numerosi problemi per lo studio critico. Oltre che la difficile valutazione dell'autografia da parte del maestro e dei suoi collaboratori, si ignora il committente ([[Cosimo de' Medici]]?) e la funzione originaria per cui vennero fusi. La sistemazione attuale, sull'alto di quattro colonne ciascuno, risale infatti con tutta probabilità a molti anni dopo la morte di Donatello e anche l'uso come [[pulpito]] per leggere il Vangelo e le Lettere degli Apostoli è alquanto antiquata per il periodo in cui furono scolpiti. Alcuni hanno ipotizzato che i vari pannelli che compongono i pulpiti fossero originariamente destinati a sarcofagi, magari proprio per Cosimo e sua moglie o suo figlio [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], mentre l'uso come [[cantoria]] appare inverosimile per le dimensioni troppo ridotte.
La datazione è collocata a dopo il rientro di Donatello da [[Siena]] ([[1459]]-[[1460]]) e su uno dei rilievi, il ''Martirio di San Lorenzo'', è stata scoperta la data [[15 giugno]] [[1465]], ma su quale fosse il grado di finitura alla morte di Donatello ([[1466]]) non è possibile stabilirlo. Dopotutto le sue biografie antiche, a partire da [[Vasari]], parlano di un maestro che, a settant'anni suonati, passava ormai la maggior parte del suo tempo inchiodato a letto.▼
▲La datazione è collocata a dopo il rientro di Donatello da [[Siena]] ([[1459]]-[[1460]]) e su uno dei rilievi, il
Nonostante le questioni aperte i due pulpiti sono comunemente ritenuti il punto estremo dell'arte di Donatello, l'ultimo capolavoro che chiuse, portando agli estremi sviluppi, lo studio dell'animo umano, della spazialità e della libertà compositiva che aveva caratterizzato tutta la sua carriera.
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Il pulpito della Resurrezione è giudicato generalmente come in larga parte autografo del maestro, con una diretta sorveglianza di Donatello anche sulla fusione. Alla sua inventiva sono riferite le innovazioni compositive, le deformazioni fisiognomiche e le libertà stilistiche riscontrabili in tutte le scene, con un ruolo dei collaboratori più marginale.
In alcune parti la tecnica appare più grezza, una sorta di non-finito. Non è dato a sapersi in quanta misura essa sia opera di Donatello, ma è una dato di fatto anche in altre opere attribuite al maestro (come il
Gli interventi dei collaboratori sono analizzati nel dettaglio nei paragrafi sui singoli rilievi.
==Descrizione==
[[File:Pulpito della Resurrezione, pie donne al sepolcro.jpg|thumb|250px|
Il
Nel pulpito della Resurrezione i lati maggiori contengono tre scene ciascuno, più una per ciascuno dei due lati minori, per un totale di sei. Due pannelli del lato nord però, in corrispondenza dello sportello per l'accesso, sono integrazioni lignee seicentesche.
I pannelli raccontano gli episodi della vita di Cristo dopo la morte, senza rispettare rigidamente la sequenza narrativa dei Vangeli e con l'aggiunta del
*''Pie donne al sepolcro'' (ovest)
*''Discesa al Limbo'' (sud)
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*''San Luca Evangelista'' (nord, in legno brunito, XVII secolo)
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La scena è composta secondo un'estrema libertà compositiva. Una specie di portico, dall'aspetto fortemente tridimensionale, fa da ambientazione: viene rappresentato l'intero edificio, con due timpani laterali in prospettiva ed una copertura piana su cui spicca al centro una sorta di pilastro a tramezzo, con una cassettonatura che ricorda l'intradosso degli archi romani. Ai lati si trovano cataste d'armi e graticole di san Lorenzo, mentre la parte principale è composta dal portico con colonne dai capitelli compositi, sovrastate da [[protomi]] leonini che reggono festoni. Il lato posteriore del portico mostra una rete a incannicciato, oltre la quale si scorgono ciuffi di alberelli, che sporgono anche oltre il soffitto. Al centro un pilastro maggiore, su cui si trova appoggiata una colonna e su di essa una lancia e uno scudo con cavallino rampante, divide la zona in due parti: a destra il sepolcro scoperchiato dall'angelo (quest'ultimo in parte nascosto dietro il passaggio) con le tre guardie addormentate, ed a sinistra le tre Marie.
Le tre donne sono rappresentate in tre atteggiamenti diversi che corrispondono ai gradi di emozione prima, durante e dopo la rivelazione angelica: la prima sulla sinistra non sa ancora dell'annuncio e scende la scalinata silenziosa e mesta con un'ampolla di unguenti in mano, in un dolore introverso; la seconda, che parla con l'angelo, è colta in pieno stupore e deve reggersi a una colonna (bellissima la padronanza con cui essa si dispone tridimensionalmente attorno alla colonna), la terza è già china e colma sul sarcofago vuoto, in un'esplosione di dolore estroverso. Il sarcofago è diverso in ciascuna delle scene (non è lo stesso della
Forse in questo rilievo intervenne [[Bertoldo di Giovanni|Bertoldo]] alla rinettatura.
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[[File:Pulpito della Resurrezione, discesa al limbo, resurrezione, ascensione.jpg|thumb|350px|
la
In basso a destra un diavoletto scappa terrorizzato. Esso ha gli attributi demoniaci delle zampe di uccello, il serpente attorcigliato e il fallo spropositato.
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In questa e nelle due scene adiacenti il disegno e probabilmente il modello in cera sono ritenuti interamente autografi del maestro, mentre la fusione e la rifinitura sono considerate come opera degli aiuti.
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La
Il Cristo, sostenendo la bandiera crociata e , in modo inusuale, indossando le bende funebri, poggia il piede sul sepolcro e si presenta alla condizione di Redentore-Risorto. Ma il suo aspetto è tutt'altro che trionfante, sembra piuttosto esprimere il tormento del tributo fisico che la Morte ha richiesto. Tale iconologia devia dalla tradizionale cristologia ed anche la composizione risulta del tutto originale, spostata sul lato sinistro, invece della abituale disposizione triangolare, con il Cristo al vertice.
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[[File:Pulpito della Resurrezione, pentecoste.jpg|thumb|250px|
[[File:Pulpito della Resurrezione, martirio di san lorenzo.jpg|thumb|250px|
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La
In questo pannello è stata riconosciuta come più forte la mano del Bellano, con i panneggi filacciosi e come bagnati e con gli schematismi nelle pieghe e nella definizione delle ciocche di barbe e capelli. Il disegno per lo meno si deve però attribuire a Donatello.
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Il
La scena è drammaticamente composta, con il conflitto, ben evidenziato dalle linee di forza incidenti, tra [[san Lorenzo]], sdraiato sulla graticola ardente in preda agli spasmi del dolore, e il boia che, comandato a bacchetta dall'imperatore, spinge con un lungo bastone dall'estremità a forcipe il collo del povero martire. Solo una gelo, recante la palma del martirio, conforta il santo, che è affiancato da un uomo già morto. Gli astanti, tra cui numerosi soldati, assistono impassibili al martirio e solo alcuni mostrano dolore, tra cui una donna con in mano un piatto e una che accorre scioccata. In basso un servitore pompa il mantice sul fuoco senza alcune remora e un altro, a destra, si avvia a portare via dei panni, probabilmente le vesti di Lorenzo.
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==Altre immagini==
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File:Pulpito della Resurrezione, cristo deriso, XVII secolo.jpg|
File:Pulpito della Resurrezione, san luca, xviii sec.jpg|
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