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In quanto opera esterna di una fortificazione importante quasi tutte le grandi fortezze o cinte murarie possedevano uno o più rivellini; questi ultimi, però erano spesso strutture provvisorie (non dovevano offrire protezione ad un assalitore che se ne fosse impadronito cosicché doveva essere facile renderli inutilizzabili nella fronte rivolta alla fortificazione che proteggevano). Questo, unitamente al fatto che quasi sempre le opere esterne sono state demolite per ricavare nuovi spazi urbani quando le fortificazioni venivano smantellate, ne ha decretato la quasi totale scomparsa: in alcuni casi hanno però dato il loro nome a nuclei abitativi più o meno consistenti, che sorgevano nei pressi o che ne hanno occupato il posto.
Quasi tutte le fortificazioni prevedevano questo accorgimento; in Italia, fra le tante fortificazioni ne conservano integralmente o parzialmente quelle di [[Sarzana]], [[Ferrara]], [[Milano]], [[Livorno]], [[Nola]], [[Capua]] [[Foggia]], [[Piombino]] ([[Torrione e Rivellino]]), [[Poirino]], [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Vigoleno]].
[[File:Castel Goffredo-Mappa.jpg|thumb|left|Pianta della fortezza di [[Castel Goffredo]] all'inizio del 1500 dove è presente il rivellino a difesa della Porta di Sopra, a nord del borgo.]]
Nella [[fortificazione alla moderna]] il rivellino perde la libertà compositiva e l'aspetto di fortezza in miniatura e la sua forma si irrigidisce in una struttura triangolare posta davanti alla cortina in cui si apre un ingresso; strutture analoghe, che però non prevedono un accesso alla fortificazione, erano invece definite ''mezzaluna'' se piazzate davanti a una cortina, davanti al [[bastione]] prendono il nome di ''controguardia''. il tracciato varia di dimensione (il rivellino della [[Fortezza di Sarzanello]] a Sarzana è grande quanto la fortezza!) e inclinazione a seconda dell'effetto che si vuole privilegiare; spesso il fossato si biforca ad isolare il rivellino, che comunica con la piazza mediante ponti volanti o levatoi.