Tempo di esposizione: differenze tra le versioni

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Cambiare il tempo di esposizione significa influire sul modo in cui il movimento del soggetto viene impressionato sulla pellicola (un chiaro esempio nell'immagine sopra). Questo fatto è di grande rilevanza quando si vuole rendere il movimento dell'acqua che scorre, il movimento di un lottatore di [[Jūdō]] o di una ballerina. Usare tempi rapidissimi come 1/8000 s, può servire a congelare le pale in rotazione di un elicottero o l'attimo nitido in cui il guantone del [[Pugile|boxer]] raggiunge la mandibola dell'avversario. Ma non sempre l'immagine nitida rappresenta una foto vincente; l'uso dei tempi lenti può enfatizzare il movimento del soggetto e rendere l'istantanea più "poetica".
 
Per scongiurare il pericolo di "mosso", bisogna usare tempi rapidi. Una foto mossa è quella che riporta su pellicola il movimento della mano del fotografo che pigia il pulsante di scatto: l'intera foto appare priva di nitidezza. Anche il movimento dello specchio delle reflex può influenzare il mosso. Quando la scelta del tempo lento è inevitabile a causa della scarsezza di luce, si può usare il [[Treppiede|cavalletto]] o il [[Flash fotografico|flash]].
Un sistema abbastanza semplice da memorizzare per ovviare a questo problema è quello che considera la [[lunghezza focale]] dell'obiettivo montato sulla macchina. Con una camera 35 mm e un [[Obiettivo fotografico|obiettivo]] di 50 mm (il cosiddetto "normale"), il tempo da scegliere per evitare il mosso è quello più vicino alla focale dell'obiettivo (quindi 1/60 in questo caso); usando invece un teleobiettivo da 400 mm si dovrà per forza di cose scegliere il 1/500; con un grandangolare 24 mm si potrà usare il 1/30 con relativa sicurezza.