Paolo Antonio Foscarini: differenze tra le versioni

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Bellarmino rispose il [[12 aprile]] [[1615]] direttamente al Foscarini, ma chiamando in causa anche Galileo: «Primo, dico che V. P. et il Sig.r Galileo facciano prudentemente a contentarsi di parlare ''ex suppositione'' e non assolutamente, come io ho sempre creduto che habbia parlato il Copernico. Perché il dire, che supposto che la Terra si muova e il Sole sia fermo si salvano tutte le apparenze meglio che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo nessuno; e questo basta al mathematico: ma volere affermare che realmente il Sole stia nel centro del mondo e solo si rivolti in sé stesso senza correre dall'oriente all'occidente, e che la Terra stia nel 3° cielo e giri con somma velocità intorno al Sole, è cosa molto pericolosa non solo d'irritare i filosofi e theologici scolastici, ma anco di nuocere alla Santa Fede con rendere false le Scritture Sante».
 
Ricordato che i Padri della Chiesa e i moderni commentatori «tutti convengono in esporre ''ad literam'' ch'il Sole è nel cielo e gira intorno alla Terra con somma velocità, e che la Terra è lontanissima dal cielo e sta nel centro del mondo, immobile», Bellarmino sosteneva che la Chiesa non poteva «sopportare che si dia alle Scritture un senso contrario alli Santi Padri et a tutti li espositori greci e latini», e solo qualora si fosse dimostrata con certezza la teoria eliocentrica, «allhora bisogneria andar con molta consideratione in esplicare le Scritture che paiono contrarie, e più tosto dire che non l'intendiamo che dire che sia falso quello che si dimostra. Ma io non crederò che ci sia tal dimostratione, fin che non mi sia mostrata: né è l'istesso dimostrare che supposto ch'il sole stia nel centro e la terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che in verità il sole stia nel centro e la terra nel cielo; perché la prima dimostratione credo che ci possa essere, ma della seconda ho grandissimo dubbio, et in caso di dubbio non si dee lasciare la Scrittura Santa esposta da' Santi Padri».<ref>G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, pp. 171-172.</ref>
 
Nei primi di maggio Foscarini lasciava Roma per Napoli, intenzionato a pubblicare una seconda edizione della sua ''Lettera'' «con l'aggiunta d'altre authorità, per maggiore chiarezza della sua interpretazione», evidentemente per rispondere in questo modo alla lettera del Bellarmino, e confidando, sembra, sulla protezione del cardinale [[Giovanni Garzia Millini]], segretario del [[Sant'Uffizio]].<ref>Lettera di Piero Dini a Galileo, 2 maggio 1615: «Il P. predicatore si partì col desiderio di ristampare, conforme a che ella forse sa; e per esser della protezione dell'Ill.mo Mellino, non credo harà gran fastidi», in G. Galilei, ''Opere'', Edizione nazionale, XII, p. 175</ref>