Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona: differenze tra le versioni

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{{Museo
|NomeMuseo= Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona
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|Indirizzo= Piazza Signorelli 9, <br />52044 [[Cortona]] ([[Arezzo|AR]])
|Tipologia= [[Archeologia]]
|Immagine=Museu da Academia Etrusca.jpg
|Didascalia=Sede
|Larghezza= 300px
|Sito= http://www.cortonamaec.org
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Il ''tempietto dedicato alle glorie della Toscana'' venne realizzato tra il 1751 e il 1757 da [[Gaspero Bruschi]] nella manifattura [[Ginori di Doccia]]. [[Carlo Ginori]] lo donò all'Accademia Etrusca di Cortona per commemorare il suo turno di presidenza, nell'anno 1756. L'opera si presenta come un perfetto e dolce sincretismo tra porcellana bianca e sottosmalto azzurro, bicromia che ricorda inequivocabilmente i capolavori robbiani. Si noti comunque come la porcellana non sia assolutamente bianca, ma si perda in qualche tocco grigiastro, cosa dovuta alla presenza nell'impasto di una particolare terra proveniente da [[Montecarlo di Lucca]]. Il tutto è rivestito da uno smalto lucido, sottile e non uniforme a causa della particolare porcellana e alcuni difetti di cottura. Nella parte più alta del tempietto si nota [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] in quanto messaggero degli dei, che con la mano destra solleva uno specchio e con la sinistra regge due ritratti rispettivamente raffiguranti [[Maria Teresa D'Austria]] e [[Francesco di Lorena]], sovrani entranti in [[Toscana]], e che avrebbero dato inizio alla dinastia degli Asburgo-Lorena, a seguito di quella medicea conclusasi nel 1737. Al di sotto della statuetta di Mercurio, vi sono quattro [[Marzocco (simbolo)|leoni Marzocco]], i quali incarnano il simbolo ufficiale della città di Firenze. Alla metà del tempietto, e quindi in cima ai pilastri della struttura, siedono le tre [[Parche]] e il [[Tempo]], evidenti allegorie dell'eterno scorrere delle cose e della caducità del tutto; più brevemente, possiamo definirle come espressione del destino dell'umanità. In basso troviamo le quattro [[Virtù Cardinali]], facilmente riconoscibili dai loro attributi, e a cui sono legate le quattro parti del mondo: la [[Prudenza]] regge con la mano destra uno specchio e ai suoi piedi è una cerva, simboleggiante l'Europa; la [[Giustizia]] è accompagnata da uno struzzo che sta ad indicare le Americhe; la [[Temperanza]] vede ai suoi piedi un elefante, icona stessa della temperanza nonché personificazione dell'Asia; infine, la [[Fortezza]], che indossa elmo e corazza, sta sopra un leone, evidente simbolo della forza, ma anche dell'Africa.
Esattamente al centro dell'opera, è raffigurato il Tempo barbuto ed alato che rapisce la Bellezza, sotto lo sguardo attento di un puttino. Questo elegiaco centrale sta simbolicamente ad indicare come la Signoria dei Medici, ormai all'apice della notorietà, debba allontanarsi e lasciare posto ad un'altra dinastia, appunto quella degli Asburgo-Lorena. Tuttavia, la famiglia fiorentina non manca di essere alquanto celebrata: tutto il tempietto è tempestato da 73 delle 76 medaglie totali - poiché tre sono andate perdute - della serie medicea, tutte a fondo azzurro, modellate sugli originali in bronzo e rappresentanti, ovviamente, i membri della famiglia fiorentina. Tra questi, viene escluso Giangastone, ultimo componente dei Medici morto nel 1737; egli è però riportato sul rovescio della sua medaglia “ufficiale” realizzata da [[Lorenzo Maria Weber]]. Non è noto se questa mancanza sia intenzionale o meno, mancando comunque tre medaglioni per il completamento della serie. L'idea di applicare delle medaglie come decorazione su tutte le superfici libere della struttura è di chiara derivazione classica.
 
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