Abbazia di Santo Stefano (Due Carrare): differenze tra le versioni

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L'abbazia di Carrara Santo Stefano era senza dubbio una tipica fondazione privata, come tale sottoposta alla dominatio dei suoi protettori aristocratici, che cercarono di definirsi e di conservare memoria di sé attraverso un rapporto stretto e continuo con il monastero, che diventò la loro seconda e più nobile fortezza.
 
Data la particolare situazione della [[diocesi di Padova]], in precario equilibrio fra la sfera d'influenza pontificia e quella imperiale, non si sviluppò, se non parzialmente e tardivamente, un movimento di riforma monastica di tipo [[congregazione clunycluniacense|cluniacense]] o [[camaldolese]] . Non stupisce quindi che l'[[abbazia]], lungi dal guadagnarsi una sua indipendenza e sovranità, si ritrovò contesa, quasi sballottata, fra la dominazione dei Carraresi e quella vescovile, con interventi puntuali e opposti di Papi ed Imperatori, a colpi di Bolle, Brevi, [[ editto | editti]] e quant’altro. In una tale confusione di diritti contraddittori, solo la forza decise chi effettivamente doveva controllare l'abbazia. I conflitti furono numerosi e spesso laceranti, tanto che in più di un'occasione si trovò in serio pericolo l'integrità del monastero e l'incolumità dei monaci.
 
=== Sviluppo ===