Illuminotecnica: differenze tra le versioni

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In precedenza si prevedeva un valore medio per l'illuminazione generale di un ambiente, ora si fa distinzione fra la task-area dove avviene il compito visivo e le zone circostanti. Tramite apposite tabelle fornite dai produttori o con l'uso dei software di calcolo si deve verificare l'indice di abbagliamento diretto UGR, questo valore tiene conto dell'abbagliamento diretto prodotto dagli apparecchi all'interno del campo visivo e della luminanza dello sfondo rispetto all'osservatore. Per la prima volta vengono indicati gli indici di resa cromatica per le lampadine, questo si traduce in una scelta più responsabile delle sorgenti luminose disponibili sul mercato.
In precedenza veniva utilizzata la normativa [[UNI]] 10380, che stabiliva alcuni parametri da rispettare per avere degli [[ambiente confortevole|ambienti confortevoli]] dal punto di vista dell'illuminazione [[naturale]] e [[artificiale]]. Tale normativa era richiesta da enti privati o enti statali in sede di gare di progettazione di illuminazione, anche se, come detto, non era adottata ufficialmente dallo stato italiano.
La UNI 10380 stabiliva quale deve essere l'intervallo di [[lux]] entro cui bisogna stare per garantire un confort visivo adeguato alla [[mansione]] o [[attività]] che si svolge in un dato locale. Non solo: indicava anche quale doveva essere il limite del livello di [[abbagliamento]] massimo accettabile dagli apparecchi illuminanti e quale doveva essere la [[temperatura di colore]] delle lampade utilizzate.
Per gli ambienti esterni la nuova Norma Europea CEN 13201 è in corso di traduzione.