Musica aleatoria: differenze tra le versioni

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Più recentemente, un uso significativo di caratteristiche tipiche dell'[[Alea (musica)|alea]], sono riscontrabili nelle composizioni dell' americano [[Charles Ives]]. [[Henry Cowell]] aderì alle idee di Ives negli anni '30, in lavori come ''Mosaic Quartet'' (String Quartet No. 3, 1934), permettendo agli esecutori di arrangiare frammenti di musica in diverse sequenze possibili. Cowell inoltre inventò annotazioni specifiche per introdurre tali variabili nell' esecuzione dal vivo delle composizioni, avvolte istruendo gli esecutori ad improvvisare brevi passaggi o altre volte suonando ''ad libitum'' (Griffiths 2001). [[Alan Hovhaness]], sviluppando il suo ''Lousadzak'' del 1944, usò procedimenti a prima vista assimilabili a quelli di Cowell, nei quali piccoli pattern con specifici toni e ritmi venivano assegnati ai singoli esecutori che li eseguivano ripetutamente, ognuno alla propria velocità senza tener conto della coordinazione con il resto dell'ensamble. Alcuni studiosi considerano la sfocatura risultante come ''"hardly aleatory, since exact pitches are carefully controlled and any two performances will be substantially the same"'' (Rosner and Wolverton 2001) sebbene, in accordo con altri scrittori sostengano che questa tecnica è essenzialmente la stessa che più tardi fu usata da [[Witold Lutosławski]] (Fisher 2010).
 
Figura fondamentale dell'alea è il [[compositore]] [[americanoStati Uniti d'America|statunitense]] [[John Cage]] (si veda, per quanto riguarda le composizioni per [[orchestra]] di Cage l'''Atlas Eclipticalis'' o il suo ''[[Concerto per pianoforte e orchestra (Cage)|Concerto per pianoforte e orchestra]]'').
 
In Europa il termine "aleatory music" fu reso popolare in particolar modo dal compositore francese [[Pierre Boulez]] (Boulez 1957).