Santa Margherita di Staffora: differenze tra le versioni

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==Storia==
L'intero territorio di Santa Margherita fu abitato nella [[preistoria]], poi passò nei possedimenti dell'[[Abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]], fondata da [[San Colombano]] nel [[614]].
 
Dopo la caduta dei [[Longobardi]] a opera di [[Carlo Magno]], il [[Sacro Romano Impero]] costituì i [[Feudi Imperiali]], all'interno della [[Obertenghi|Marca Obertenga]], con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò Santa Margherita, con molti dei territori limitrofi, alla famiglia dei [[Malaspina]].
 
Fu quindi incluso nel vasto Marchesato dei Malaspina; nel diploma ufficiale di infeudazione del [[1164]] è nominato il luogo di Santa Margherita. Nelle successive suddivisioni della famiglia, questa zona toccò ([[1221]]) al ramo dello ''Spino Fiorito'', e nell'ulteriore suddivisione di esso ([[1275]]) fu spartito tra i Malaspina di [[Varzi]] e quelli di Oramala-[[Godiasco]], ai quali ultimi toccarono quasi tutte le terre situate a ovest della Staffora, con centri quali Cegni, Negruzzo e Casale. Santa Margherita, con Sala, Vendemiassi, Fego, Casanova, apparteneva ai marchesi di Varzi, che nelle loro ulteriori suddivisioni generarono un ramo di Santa Margherita, che fu tra i pochi rami dei Malaspina di Varzi (vedi la storia di [[Varzi#Storia|Varzi]]) a mantenersi sempre in discrete condizioni economiche e a conservare il feudo fino all'estinzione del feudalesimo ([[1797]]). Con tale feudo coincise il comune di Santa Margherita, detto '''Santa Margherita di Bobbio''' ([[Codice catastale|CC]] I227) dal [[1863]].
 
La parte del territorio che era passata ai marchesi di Godiasco, nelle loro suddivisioni pervenne al ramo di Cella (fraz. di Varzi). Nel [[1514]] il marchesato di Cella fu dagli Sforza confiscato al ribelle Barnabò Malaspina, e dato agli [[Sforza#Il ramo di Santa Fiora|Sforza di Santa Fiora]], feudatari di Varzi.
 
Unito con il Bobbiese al [[Regno di Sardegna]] nel [[1743]], in base al [[Trattato di Worms]], si definirono nell'ambito del marchesato di Cella diversi piccoli comuni (Cegni, Casale, Negruzzo, Cignolo), che all'inizio del secolo successivo furono uniti al comune di Cella. Entrò a far parte poi della [[Provincia di Bobbio]].
Nel [[1801]] il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al [[1814]]. Nel [[1848]] come parte della [[Provincia di Bobbio]] passa dalla [[Liguria]] al [[Piemonte]], nel [[1859]] entrò a far parte nel [[Circondario di Bobbio]] della nuova [[provincia di Pavia]] e quindi della [[Lombardia]].
 
Nel [[1923]] venne smembrato il Circondario di Bobbio e suddiviso fra più province.
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== Cultura ==
Questi paesi fanno parte del territorio culturalmente omogeneo delle [[Quattro province]] ([[Provincia di Alessandria|Alessandria]], [[Provincia di Genova|Genova]], [[Provincia di Pavia|Pavia]], [[Provincia di Piacenza|Piacenza]]), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e [[Danze delle quattro province|balli]] molto antichi. Strumento principe di questa zona è il [[piffero]] appenninico che accompagnato dalla [[fisarmonica]], e un tempo dalla [[müsa]] ([[cornamusa]] appenninica), guida le danze e anima le feste.
 
Molte sono le frazioni che portano avanti questa tradizione, in particolare Cegni festeggia il [[carnevale di Cegni|carnevale]] con un rito molto antico, il sabato grasso e il 16 agosto per il ''carnevale bianco'' ripropone la storia della ''[[povera donna]]'' coinvolgendo sia i paesani che i molti foresti, anche stranieri, che partecipano ai festeggiamenti e ai balli.
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{{Provincia di Pavia}}
{{portale|Lombardia|italia|Lombardia}}
 
[[Categoria:Comuni dell'Oltrepò Pavese]]