Castello del Carmine: differenze tra le versioni

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{{quote|DIVUS ARAGONEA QVI SVURGIT ORIGINE CAESAR</br>ITALUS ET PACE INGENS FERDINANDUS ET ARMIS</br>DUM TIBI PARTHENOPE MIRI NOVA PERGAMA FASTUS</br>ET SIMUL AETERNAS MANSURAS CONDERET ARCES</br>HIC LAPIDEM PRIMUM FUNDAVIT NUMINE DEXTRO</br>FRANCISCUS SPINELLUS EQUES PORREX ERAT ILLUM</br>TEMPORE QUO IUNII LUX TERNAQUE FULSERAT HORA</br>EX ORTU CHRISTI TRIA LUSTRA DEME TRECENTIS.<ref>Don Fastidio (1906) ''Il castello del Carmine'', “Napoli nobilissima”, III-IV, pp. 57-58, p. 57</ref>}}
[[File:Caserma Sani.JPG|thumb|left|La caserma Sani ripresa da via Marina]]
 
Nel [[1512]], a causa di un'alluvione, il torrione principale fu riedificato in forma quadrata. Un'ultima modifica avvenne nel [[1662]] quando, a seguito delle mutate condizioni belliche, fu seriamente rimaneggiato dal punto di vista militare, conferendo maggiore risalto agli arredi e alle stanze che avrebbero dovuto ospitare i capitani di ventura e i mercenari più esigenti. Fra il [[1647]]-[[1648]], durante la rivolta di [[Masaniello]], fu la dimora del capopopolo [[Gennaro Annese]].
 
Tra gli eventi più celebri che si sono svolti in questa sede si ricordano la proclamazione della “[[Serenissima Real Repubblica Napolitana]]” che, però, durò solo alcuni giorni, la [[congiura di Macchia]], nel [[1707]], che anticipò l'arrivo degli Austriaci ed, infine, l'occupazione delle truppe francesi di Championnet nel [[1799]].
 
Il castello venne demolito nel [[1906]] per rettificare l'ultimo tratto del corso Garibaldi. Al suo posto sorse la caserma Sani in stile neorinascimentale, che sarà tagliata della parte meridionale alla fine degli anni settanta per il nuovo tracciato di via Marina.
 
==Note==