Parresia: differenze tra le versioni

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I due termini vengono però spesso confusi come sinonimi: Erodoto usa più volte il termine "isegorìa" con il significato di parresia, mentre [[Euripide]], [[Demostene]], [[Isocrate]] usano più spesso nello stesso contesto "parresìa" non differenziandolo da isegoria. Lo pseudo Aristotele invece non usa mai ''isegoria'' con valore di diritto di parola nelle assemblee pubbliche, ma ne parla solo per i rapporti personali nella sfera privata <ref> Cfr. [[Arnaldo Momigliano]], ''Sesto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico''], Tomo II, [[Edizioni di Storia e Letteratura]], 1980</ref>
 
==Politeia e parresia==
{{Quote|E perché ci sia democrazia deve esserci parresia. <ref>M. Foucault, '' Il governo di sé e degli altri''. Corso al Collège de France (1982-1983), trad. it. M. Galzigna, Feltrinelli, Milano 2009 p.153</ref>}}
Fin dal V secolo a.C. Euripide, Socrate, Platone, Aristotele ritengono che vi sia uno stretto collegamento tra politeia, esercizio politico del potere, e parresia il comportamento morale del buon cittadino che parla dicendo la verità. La costituzione democratica ateniese infatti si fondava su i tre pilastri della isegoria (uguale diritto di parola nelle assemblee), della [[isonomia]] (uguale partecipazione al potere politico) e della parresia (uguale diritto per tutti di esprimersi francamente nei dibattiti politici) <ref>In [[Nicola Abbagnano]], ''Dizionario di filosofia'', [[Utet]] alla voce "Isonomia"</ref> ma ad un certo punto la parresia diviene un ostacolo al corretto uso della politica quando cioè potendo ognuno dire sinceramente la sua opinione, che vale come quella degli altri, ne nasce una confusione tale da non poter più raggiungere la verità. Da qui nasce l'esigenza di designare colui che, essendo in grado di conoscere il vero, assuma il potere politico a cui dovrà corrispondere l'obbligo di obbedire.
 
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*la parresia giudiziaria: pretendere che si dica il vero per ottenere giustizia;
*la parresia morale: «confessare la colpa che grava sulla coscienza»
{{Quote|la parresia è un atto direttamente politico che viene esercitato davanti all’Assemblea, o davanti al capo, o davanti al governante, o davanti al sovrano, o davanti al tiranno ecc. È un atto politico, ma sotto un altro aspetto, la parresia [...], è anche un modo di parlare a un individuo, all’anima di un individuo: un atto che riguarda la maniera in cui quest’anima verrà formata. <ref>M. Foucault, '' Il governo di sé e degli altri''. Corso al Collège de France (1982-1983), tradOp. itcit. M. Galzigna, Feltrinelli, Milano 2009, p.188 </ref>}}
 
==Note==