Bernardo Zenale: differenze tra le versioni

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== Biografia e opere ==
Documentato nella confraternita dei pittori milanesi fin dal [[1481]], Zenale firmò nel [[1485]] la monumentale ''[[Pala di San Martino]]'' per la [[chiesa di San Martino (Treviglio)|chiesa di San Martino]] a [[Treviglio]], dal rigoroso impianto prospettico, insieme al conterraneo [[Bernardino Butinone]]. Partecipò poi, accanto a [[Jacopino de Mottis]], alla decorazione della [[Certosa di Pavia]], per poi essere ingaggiato da [[Ludovico il Moro]] (nel [[1490]]) per decorare una sala del [[Castello Sforzesco di Milano]]. Sempre insieme a [[Bernardino Butinone]], Zenale affrescò, con le solenni ''Storie di [[Sant'Ambrogio]]'', la cappella Grifi della chiesa [[milanese]] di [[San Pietro in Gessate]].
 
Allo scadere del nuovo secolo Zenale sembra affrancarsi dallo stile espressionista, simile all'arte del rinascimento ferrarese, di [[Bernardino Butinone]]; nelle sue opere del [[1500]] circa cominciano infatti a trasparire notevoli influssi dell'arte di [[Leonardo da Vinci]], rielaborati in una versione personalissima, come è evidente nel polittico dipinto per la confraternita dell'Immacolata Concezione di [[Cantù]] ([[1502]]; oggi diviso tra il [[Getty Museum|Jean Paul Getty Museum]] di [[Los Angeles]], il [[Museo Bagatti Valsecchi]] e il [[Museo Poldi Pezzoli]] di [[Milano]]). In questi anni si nota anche una certa vicinanza con lo stile di [[Bernardino Luini]]; diverse opere come la ''Pala Busti'' e la monumentale ''Annunciazione'' (entrambe alla [[Pinacoteca di Brera]]) mostrano una tale compresenza degli stilemi dei due pittori da far sospendere il giudizio sulla loro paternità (non escludendo l'ipotesi di una collaborazione dei due artisti).