Pietro Aquila: differenze tra le versioni

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Il del Pò condusse il giovane allievo prima a [[Napoli]] e in seguito a [[Roma]]. A Palermo lasciò varie opere, tra cui ''La parabola del figluiol prodigo'' e ''Abramo e Melchisedec'' nella [[Chiesa di Santa Maria della Pietà (Palermo)|Chiesa della Pietà]], altre tele nella chiesa di Santa Maria delle Vergini e degli affreschi nella [[chiesa di Santa Cita]]. Fattosi [[sacerdote]] partì per Roma.
===Incisore a Roma===
La sua fama come incisore avvenne dopo l'incontro con le maggiori opere dei grandi pittori del [[Rinascimento]] e del [[Barocco]]. Fra gli altri amò particolarmente [[Raffaello]], ma anche [[Annibale Carracci]], del quale incise gli affreschi lasciati a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]]. Ma incise anche soggetti di [[Pietro da Cortona]], [[Lazzaro Baldi]] e [[Ciro Ferri]]. Fece anche incisioni di pittori suoi contemporanei come [[Giovanni Maria Morandi]] e [[Carlo Maratta]]. Lavorò ad un'opera, dedicata a [[Cristina di Svezia]], intitolata ''La Bibbia di Raffaello'', prendendo spunto dagli affreschi lasciati dal pittore [[Marche|marchigiano]] in [[Vaticano]] in questo lavoro, del [[1674]] si avvalse della collaborazione di un altro importante incisore: il [[Firenze|fiorentino]] [[Cesare Fantetti]] come ci racconta Stefano Ticozzi nel suo ''Dizionario degli architetti, scultori, pittori: intagliatori in rame ed in pietra, coniatori di medaglie, musaicistimosaicisti, niellatori, intarsiatori d'ogni età e d'ogni nazione'' ([[1830]]), nella vita del Fantetti:
{{quote|unitosi [il Fantetti] con Pietro Aquila intagliò le Storie della Bibbia dipinte nelle Logge Vaticane da Raffaello, trentasette delle quali appartengono a Cesare, le altre a Pietro|p. 46}}.
Del [[1681]] sono una serie d'incisioni con i ritratti degli Imperatori romani.