Quinto Pompeo: differenze tra le versioni

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Pubblicamente richiese la resa incondizionata ai Numantini, ma le trattative segrete portarono solo alla consegna dei prigionieri e dei disertori romani, alla consegna di alcuni ostaggi e di trenta [[Talento (peso)|talenti]]. I numantini, stanchi della guerra, accettarono prontamente queste condizioni e versarono subito parte del denaro <ref>[[Appiano di Alessandria]], [[Guerre iberiche]], 76-80.</ref>.
 
Le cose cambiarono appena [[Marco Popilio Lenate]], il successore di Quinto, giunse in Spagna e chiese l'immediata resa della città, mentre i numantini richiesero l'attuazione del trattato già ratificato. Quinto, nonostante la presenza e le testimonianze dei suoi ufficiali, non riconobbe più il trattato, per cui Lenate decise di rimettere tutto alle decisioni del [[Senato romano]], che decise di continuare la guerra e Lenate pose nuovamente l'assedio alla città, subendo ultriori ingenti perdite.
 
Comunque i suoi insuccessi in Spagna non lo privarono del favore popolare ed, infatti, fu eletto [[Censore (storia romana)|censore]] nel [[131 a.C.]] con [[Quinto Cecilio Metello Macedonico]]: fu la prima volta che entrambi i censori erano di origine plebea.