Armata d'Italia: differenze tra le versioni

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Nel quadro del piano di potenziamento dell'[[Armée révolutionnaire française|esercito francese rivoluzionario]] dopo l'inizio della [[prima coalizione|guerra contro le potenze monarchiche]] dell'[[Antico regime]], il [[1 novembre]] 1792 il Consiglio esecutivo della Repubblica decise di costituire l'Armata d'Italia con le forze appartenenti in precedenza all'ala destra della Armata delle Alpi; il generale [[Jacques Bernard d'Anselme]], già comandante dell'Armata del Varo e conquistatore di [[Nizza]], prese il comando di queste truppe. La situazione dell'armata divenne presto difficile; sorsero contrasti tra il generale Anselme e i politici rivoluzionari e il comandante venne destituito. Ridotta alla difensiva<ref>A.Mathiez/G.Lefebvre, ''La rivoluzione francese'', vol. II, p. 366.</ref>, l'Armata d'Italia dovette cedere per gran parte del [[1793]] molti reparti all'esercito francese [[assedio di Tolone|impegnato a riconquistare Tolone]].
 
Le operazioni dell'Armata d'Italia divennero più attive dopo l'arrivo, con l'incarico di comandante dell'artiglieria, del generale [[Napoleone Bonaparte]] nel marzo 1794; il giovane ufficiale presentò subito una serie di memorie operative in cui delineava un audace piano di operazioni per attaccare il [[Regno di Sardegna|Piemonte]]. Il generale [[Pierre Jadart du Merbion|Pierre Dumerbion]], nuovo comandante dell'armata, accolse in parte i piani di Bonaparte e i francesi ottennero alcuni successi nella [[battaglia di Saorgio]] e sulla [[Roia]]. Il generale Bonaparte era strettamente legato alla fazione giacobina ed era amico di [[Augustin Robespierre]] che sostenne con il [[Comitato di salute pubblica]] il piano di operazioni proposto dal giovane generale<ref>J.Bainville, ''Napoleone'', pp. 125-126.</ref>. Dopo il 9 Termidoro anno II e la caduta dei giacobini, il generale Bonaparte potè ancora influenzare inizialmente le operazioni dell'Armata d'Italia che vinse il [[21 settembre]] 1794 la [[prima battaglia di Dego|battaglia di Dego]] ma ormai il nuovo regime termidoriano era intenzionato a rinunciare alla guerra offensiva, il generale Bonaparte perse il suo incarico e l'armata passò sulla difensiva<ref>J.Bainville, ''Napoleone'', pp. 127-128.</ref>.
 
Dopo la decisione politica dell'autunno [[1794]] di sospendere le operazioni offensive sul fronte delle Alpi, l'Armata d'Italia perse una parte delle posizioni conquistate e continuò una sterile guerra di posizione contro gli eserciti austro-piemontesi. Solo nel settembre [[1795]] l'armata riprese operazioni più aggressive e, sotto la guida del nuovo comandante, generale [[Barthélemy Louis Joseph Schérer|Barthélemy Schérer]], ottenne una brillante vittoria nella [[battaglia di Loano]] il [[24 novembre]] 1795 che permise di raggiungere importanti posizioni tattiche allo sbocco della valle del [[Tanaro]] e lungo la costa ligure che fu occupato da [[Imperia]] a [[Savona]]<ref>A.Mathiez/G.Lefebvre, ''La rivoluzione francese'', vol. II, p. 390.</ref>. Dopo questo successo tuttavia il generale Schérer sospese nuovamente le operazioni a causa soprattutto della debolezza e disorganizzazione delle sue forze.