Guerra austro-napoletana: differenze tra le versioni
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=== Avanzata napoletana ===
[[Gioacchino Murat]] dichiarò guerra all'[[impero austriaco|Austria]] il
All'inizio della guerra, Murat affermò di aver raccolto un esercito forte di 82.000 uomini, inclusi 7.000 cavalieri e 90 cannoni, allo scopo di incoraggiare gli Italiani ad unirsi alla sua causa; in realtà aveva circa 45.000 uomini in totale. Lasciato in patria un contingente che avrebbe dovuto provvedere alla difesa del regno in caso di attacco dalla [[Sicilia]] (la 4ª Divisione, in fase di costruzione), Murat inviò le sue due divisioni della
La popolazione italiana aveva timore dell'Austria asburgica, in quanto temeva l'aumento dell'influenza austriaca in Italia: dopo diciannove anni di occupazione francese, gli austriaci si stavano, infatti, reinsediando in [[Lombardia]], mentre dei principi vicini alla casa d'Austria erano installati nel [[Granducato di Toscana]] e nel [[Ducato di Modena]]. Per questo motivo Murat contava di coagulare una rivolta contro gli austriaci sotto la propria bandiera: in realtà molti Italiani ritennero che Murat stesse difendendo la propria corona, mentre gli austriaci ebbero vita facile a reprimere i pochi focolai di rivolta.
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Nel frattempo, [[Johann Maria Philipp Frimont|Frimont]] aveva ordinato un attacco per liberare la guarnigione di [[Ferrara]] sotto assedio: un corpo al comando di [[Federico Bianchi]] si mosse su [[Carpi]], difesa da una [[brigata]] comandata da [[Guglielmo Pepe]], mentre una seconda colonna aveva il compito di tagliargli la via della ritirata. [[Michele Carrascosa]], al comando delle truppe napoletane acquartierate nei pressi di [[Modena]], si accorse del pericolo e ordinò di ripiegare su di una linea difensiva dietro il [[Panaro]], dove fu raggiunto dal resto delle sue truppe, evacuate da [[Reggio Emilia]] e [[Modena]]. Anche dopo il ripiegamento di Carrascosa, Murat fu in grado di continuare l'assedio di Ferrara: Frimont ordinò, allora, ad un corpo al comando di [[Adam Albert von Neipperg]] un attacco contro il fianco destro trincerato di Murat. La [[battaglia di Casaglia]], combattuta il [[12 aprile]], obbligò le truppe napoletane ad abbandonare le proprie posizioni trincerate: Murat dovette allora interrompere l'assedio di Ferrara e ritirarsi fino a [[Bologna]]; sebbene un tentativo di Frimont di attraversare il Panaro, il [[14 aprile]], risultasse in un insuccesso, Murat e le sue truppe abbandonarono la città felsinea, subito ripresa dagli austriaci, il [[16 aprile]]. Le due divisioni della Guardia di Murat, intanto, si erano ritirate da Firenze per riunirsi al resto dell'armata napoletana a Pesaro, e le truppe austriache di [[Laval Nugent von Westmeath|Nugent]] occuparono la capitale toscana il [[15 aprile]].
Frimont ordinò di inseguire Murat per sferrargli il colpo decisivo: mentre Bianchi doveva marciare su [[Foligno]] via [[Firenze]], minacciando di tagliare la via della ritirata all'esercito napoletano, Neipperg ebbe l'incarico di inseguire e attaccare Murat durante la sua ritirata su Ancona. A questo punto, però, Frimont ricevette l'ordine di tornare in Lombardia a preparare le truppe austriache per l'invasione della Francia: a combattere Murat rimasero solo tre corpi austriaci, per un totale di 35.000 uomini, comunque in netta superiorità rispetto ai napoletani<ref>Piero Crociano, L'Esercito Napoletano 1806/15, Editrice Militare Italiana, pag. 18</ref>. Il Re di Napoli, intanto, si ritirava lentamente, fidandosi della forza delle sue divisioni della
=== Battaglia di Tolentino ===
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