Anna Sofia di Brandeburgo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
In un primo momento, la principessa venne scelta destinata al Conte Palatino [[Wolfgang Guglielmo del Palatinato-Neuburg|Wolfgang Guglielmo di Neuburg]], ma questo progetto andò a monte, dopo che il Conte litigò con il padre di Anna Sofiia.
Venne data in moglie al [[duca]] [[Federico Ulrico di Brunswick-Lüneburg]] che sposò a [[Wolfenbüttel]] il [[4 settembre]] [[1614]]<ref>[http://genealogy.euweb.cz/hohz/hohenz3.html Hohenzollern 3<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.[1] In occasione del matrimonio [[Michael Praetorius]] ha composto la musica di nozze.
 
Il matrimonio rimase senza figli. Anna Sofia mantenne una storia d'amore con il Duca [[Francesco Alberto di Sassonia-Lauenburg]], che ha servito nell'esercito di [[Tilly]]. Dopo che il Duca Francesco venne sconfitto in uno scontro a Plesse da [[Cristiano di Brunswick]], costui rinvenne tra le spoglie nemiche una corrispondenza compromettente tra i due amanti, che consegnò al fratello Federico Ulrico. Anna Sofia fu così costretta a rifugiarsi alla corte di suo fratello [[Giorgio Guglielmo di Brandeburgo|Giorgio Guglielmo]]. Anna Sofia scrisse all'imperatore [[Ferdinando II del Sacro Romano Impero|Ferdinando II]], lamentando che il marito aveva confiscato i suoi gioielli ed effetti personali, mentre giorgio Guglielmo scrisse al cognato, chiedendogli di riprendere con sè la moglie e restituirle i gioielli.
Non diede alcun erede al marito che, morendo, lasciò il ducato ad [[Augusto di Brunswick-Lüneburg]].
Federico Ulrico, dal canto suo, fece escludere la moglie dalle preghiere della chiesa, proibì il pagamento degli interessi sul suo appannaggio e confiscò i suoi beni.
Tuttavia anche se la corte di Wolfenbüttel promosse un concistoro per risolvere il caso, Anna Sofia rifiutò di divorziare e consentire nuove nozze al marito. L'imperatore Ferdinando, che avrebbe dovuto arbitrare la controversia, fallì lasciando il caso nel 1626 all'Elettore [[Giovanni Giorgio I di Sassonia]]. Questa Corte ha convocato sotto la presidenza del predicatore di corte Matthias Hoe di Hoënegg, i deputati del [[Brandeburgo]] e del [[Brunswick-Wolfenbüttel|Brunswick]], senza tuttavia approdare a nulla. Infatti, durante i negoziati, il duca Federico Ulrico morì.
Anna Sofia visse poi nel suo Castello Vedovile di [[Schöningen]]. Lì, fondò e promosse attivamente una scuola situata nel mercato [2], che in suo onore venne chiamata Anna-Sophianeum. La duchessa acquistò l'edificio in cui sorse la scuola (oggi adibito a museo), ristrutturandolo e dotandolo di un portale in stile barocco sormontato dalle armi delle casate di Brandeburgo Brunswick.
Anna Sophia si avvalse dell'aiuto di Raban di Canstein che funse da suo consigliere e maresciallo, e che in seguito fece carriera nella corte del di lei fratello. La duchessa, descritta come estremamente intelligente, intraprese abili negoziati abili con le varie parti in lotta nella [[Guerra dei Trent'anni]] per tenere fuori il suo appannaggio vedovile dal caos del conflitto e per proteggere l'Università di [[Helmstedt]]. A tal fine ella ottenne, il 29 Aprile 1629, il trasferimento dell'amministrazione della Città di [[Calvörde]], prima nelle mani del Commissario Imperiale, Barone Onorario David Becker. Inoltre si fece rilasciare lettere di protezione dai capi di tutti gli eserciti, cosicchè l'Università e ed il possesso di Anna Sofia furono le uniche parti del paese protette da attacchi e saccheggi.
Anna Sofia è sepolta nella Cripta degli [[Hohenzollern]] nel [[Duomo di Berlino]].
 
== Bibliografia ==
* Wilhelm Havemann: ''Geschichte der Lande Braunschweig und Lüneburg'', S. 603 ff.
* Friedrich von der Decken: ''Herzog Georg von Braunschweig und Lüneburg'', Hahn, 1833, S. 110
* August Friedrich Gfrörer: ''Gustav Adolph, König von Schweden, und seine Zeit'', A. Krabbe, 1852, S. 357 f.
* Samuel Buchholtz: ''Versuch einer Geschichte der Churmarck Brandenburg von der ersten Erscheinung der deutschen Sennonen an bis auf jezige Zeiten'', Band 3-4, F. W. Birnstiel, 1767, S. 578
== Note ==
<references/>