Ponte alle Grazie: differenze tra le versioni

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Questo ponte resistette a tutte le grandi alluvioni, compresa quella del [[1333]], che si era invece portata via il [[Ponte Vecchio]] e il [[Ponte Santa Trinita]]. Tra i ponti di Firenze, assieme al Ponte Vecchio, fu infatti quello che nel tempo resistette al meglio alle piene, eccezion fatta per le spallette, periodicamente risarcite.
 
Il ponte Rubaconte era reso caratteristico dalla presenza sulle pigne di numerose casette di legno, per lo più tabernacoli, poi trasformati in cappelle, romitori e botteghe, simili a quelle ancora esistenti sul Ponte Vecchio, ma poste solo all'altezza dei piloni. FraDue di questi cedifici furono noti per essere stati all'eranoorigine di altrettanti monasteri femminili, quello [[Monastero dell'Arcangelo Raffaello|delle Romite del Ponte]] detto [[Monastero dell'Arcangelo Raffaello|dell'Arcangelo Raffaello]] e quello [[le celleMurate|delle Murate]]. Nella cella delle «murate» visse, dove viveva sin dal [[1320]], una piccola comunità di monache di clausura trasferite poi nel Quattrocento nel [[ex monastero delle Murate|monastero omonimo]] in [[via Ghibellina]].
 
FraVi questeerano cappellepoi c'eradue unaoratori, conuno unadedicato a Santa Caterina e l''altro alla Madonna'' del Soccorso, di patronato degli [[Alberti]] presente sul primo pilone dell'antica struttura, detta ''Santa Maria alle Grazie'' (attribuita al [[Maestro della Santa Cecilia]], fine XIII-inizi XIV secolo), ritenuta miracolosa e oggetto di devozione popolare. Da questo tabernacolo il ponte prese il nome attuale. Tra le case, due furono più volte segnalate nella letteratura per aver visto rispettivamente la nascita del beato francescano [[Tommaso dei Bellacci]], l'altra dell'oratore e poeta satirico [[Benedetto Menzini]].
 
===L'Ottocento===
Questi edifici, ormai abbandonati, furono però distrutti, verso il [[1876]], per allargare la carreggiata del ponte e farvi passare sopra la linea tranviaria. Le sue spallette divennero di [[ghisa]], materiale decorativo molto in voga a quei tempi.
 
In quell'occasione il venerato tabernacolo fu spostato sull'attuale Lungarno Diaz in un oratorio che prese in nome di "[[Oratorio di Santa Maria delle Grazie (Firenze)|Santa Maria delle Grazie]]", appunto. Questa piccola struttura, costruita nel [[1874]] dall'architetto [[Vittorio Bellini]] per conto dei Mori Ubaldini nel giardino del [[Palazzo Malenchini-Alberti|palazzo Alberti-Malenchini]], subì notevoli danni durante la guerra e di nuovo con l'[[alluvione di Firenze|alluvione]] del [[1966]].
 
===La distruzione===
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==Architettura==
La struttura attuale del ponte è costituita da una [[trave Gerber]] in [[cemento armato]] a cinque luci di lunghezza variabile e una larghezza che va dai 9 metri delle campate centrali ai 14 delle carreggiate di imbocco. Le 6 nervature a profilo inferiore sagomato curvo sono collegate inferiormente da una controsoletta continua a spessore variabile, e superiormente dall'impalcato della carreggiata viaria e dai traversi (che portano a sbalzo ampi marciapiedi, larghi m. 2,60 per ciascun lato). Tra le due solette alloggiano gli impianti a rete ([[acquedotto]], [[gas]], [[energia elettrica]]), collocati in un vano ispezionabile sottostante i marciapiedi. I rivestimenti esterni sono in [[pietra forte]] e, con gli intonaci, si inseriscono nel segno della tradizione locale e del rispetto del contesto urbano.
 
L'attuale Ponte alle Grazie si presenta come una struttura convenzionale e funzionale, ma non ha assolutamente niente del fascino dell'antico e robusto predecessore, nonostante la scelta di uno stile moderatamente moderno che si armonizza con le strutture storiche attigue.