Bianca Milesi: differenze tra le versioni

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=== La carboneria ===
Nel [[1814]] rientrò a Milano e, dopo i viaggi italiani ed europei - tra il 1817 e il 1818 toccò la Svizzera, la Germania e l'Ungheria, la sua casa diventò ben presto il luogo di ritrovo dei più influenti patrioti italiani del tempo, fra i quali il [Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi|Sismondi] conosciuto a Ginevra<ref>nota1) alla Lettera XXIII, p.73-74, Alessandro Manzoni a Bianca Mojon Milesi, datata 6 gennaio 1836, in Ercole Gnecchi (a cura di-), "Lettere inedite di Alessandro Manzoni", op. cit., 1896. </ref>. Bianca non accoglieva soltanto nobili, ma anche borghesi e semplici popolani i cui figli erano stati vittime erano stati mandati a morte da [[Napoleone]].<ref>R. Barbiera, ''Il salotto della contessa Maffei'', Milano, Treves, ed. 1925, p. 30</ref> Animato da uno spirito antifrancese, il salotto si oppose poi anche all'Austria, ed ebbe un ruolo di primo piano nei moti carbonari del [[1821]]. L'<nowiki></nowiki>''entourage'' di Bianca Milesi era costituito dalle stesse persone che frequentavano la casa della cugina [[Metilde Viscontini Dembowski|Metilde Viscontini]]: [[Federico Confalonieri]], [[Giuseppe Pecchio]], [[Pietro Borsieri]], [[Camilla Besana Fé]] o [[Maria Frecavalli]], per citare i nomi più noti.<ref>M. T. Mori, cit., p. 112</ref>
[[File:Matilde Viscontini Dembowski.jpg|thumb|left|150px|Presunto ritratto di Metilde Viscontini]]
La Milesi, come Metilde Viscontini, prese parte attiva alle cospirazioni aderendo al movimento femminile delle ''Giardiniere''. Le coordinate precise di questa setta non sono mai state determinate, ma sono più che fondati i motivi «per credere che alcune signore di Milano fossero grandemente operose per quella cospirazione che si ordì nel 1821».<ref>A. Luzio, ''Nuovi documenti sul processo Confalonieri'', Milano-Roma, Società Dante Alighieri, 1908, p. 196</ref> Il cenacolo femminile, unito ai patrioti che ruotavano attorno al ''[[Conciliatore]]'' del Confalonieri, all'azione di [[Ludovico di Breme]] e al salotto del conte [[Luigi Porro Lambertenghi]], ebbe una parte fondamentale nell'attività sovversiva del periodo.<ref>Nella casa del conte, di cui Silvio Pellico era precettore, si riuniva il gruppo del ''Conciliatore''; C. Spellanzon, ''I primi anni della Restaurazione in Lombardia ed il movimento politico culturale a Milano'', in AA.VV., ''Storia di Milano'', Milano 1960, vol. XIV, cap. IV, parte I, pp. 48 e ss.</ref>
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Rilasciata, riprese la consueta vita milanese. Particolarmente stretti furono i rapporti con personalità legate al mondo dell'arte: la stessa Bianca era infatti un'apprezzata pittrice. Fu amica di [[Francesco Hayez]], [[Andrea Appiani]] ed [[Ernesta Bisi]], la maestra di disegno di [[Cristina Trivulzio di Belgiojoso]]. Da rilevare anche l'impegno sociale, in particolare nell'ambito della scuola. La Milesi sostenne la Società per il mutuo insegnamento che Federico Confalonieri aveva fondato con lo scopo ultimo di creare scuole per ragazze.<ref>M. T. Mori, cit., p. 197</ref> Più tardi appoggiò anche [[Ferrante Aporti]] e l'ideazione di asili pubblici.<ref>M. Grosso - L. Rotondo. ''«Sempre tornerò a prendere cura del mio paese e a rivedere te.» Cristina Trivulzio di Belgiojoso'', in ''Donne del Risorgimento'', cit., p. 79</ref>
 
I pericoli che correva rimanendo a Milano la indussero a riparare all'estero, prima a [[Ginevra]], dove conobbefrequentò di nuovo il celebre [[Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi|Jean Charles Sismondi]], con cui rimaseera in contatto epistolare, poi a [[Parigi]] e in [[Inghilterra]]. Qui ascoltò le lezioni di [[Maria Edgeworth]], il cui modello educativo terrà sempre presente. Dopo aver peregrinato per altri paesi dell'Europa settentrionale, fece ritorno in Italia, stabilendosi a [[Genova]].
 
=== Gli ultimi anni ===