Mario Montagnana: differenze tra le versioni

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Quinto dei sette figli di Moisè Montagnana, direttore di un magazzino di abbigliamento, e Consolina Segre, e fratello minore di [[Rita Montagnana]], Mario Montagnana nacque a [[Torino]] e crebbe nel quartiere di [[Borgo San Paolo]]. Dopo la precoce morte del padre lavorò, fin dall'età di tredici anni, come apprendista meccanico e poi come aggiustatore nelle fabbriche automobilistiche [[Diatto]] e [[Lancia]].
 
Nel [[1913]] iniziò a frequentare le organizzazioni giovanili [[socialismo|socialiste]], e nel [[1915]] si iscrisse al [[Partito Socialista Italiano|PSI]]. Nello stesso anno fu arrestato per aver partecipato ad una manifestazione contro la partecipazione dell'[[Italia]] alla [[Prima guerra mondiale|guerra]]. Nel [[1917]] fu arrestato nuovamente e scontò 18 mesi di carcere, dopo i quali riprese l'attività politica diventando un importante dirigente della sezione socialista torinese e della [[FIOM]]. Nel [[1920]] aderì alla [[comunismo|frazione comunista]] del PSI e nel [[1921]] fu tra i fondatori del [[Partito Comunista d'Italia]]. Sempre nel 1921 divenne redattore del quotidiano ''[[L'Ordine Nuovo]]'' e fu inviato a [[Mosca]] come membro della delegazione italiana al [[III Congresso dell'Internazionale comunistaComunista]].
 
Scampato alla [[strage di Torino (1922)|strage di Torino]] del [[18 dicembre]] [[1922]], nel [[1923]] divenne segretario regionale del PCd'I del [[Lazio]]. Successivamente fu destinato alla direzione della sezione giovanile della [[Lombardia]], ma fu arrestato subito dopo il suo arrivo a [[Milano]], nell'ottobre 1923. Fu scarcerato dopo quattro mesi e sposò Anna Maria Favero, da cui nel [[1925]] ebbe il figlio Franco.