Adolf Hitler: differenze tra le versioni

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Responsabile della morte di milioni di persone, Hitler fu fautore di una politica di discriminazione e sterminio che colpì vari gruppi etnici, politici e sociali ([[Porajmos|etnie romanì]], [[Generalplan Ost|popolazioni slave]], [[Olocausto#Testimoni di Geova|minoranze religiose]], [[Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocausto|omosessuali]], [[Crimini nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|prigionieri di guerra]], [[Comunismo|comunisti]], oppositori politici, [[Aktion T4|disabili fisici e mentali]]) e in particolar modo gli [[ebrei]]. Segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal [[1941]] di un piano d'internamento ed eliminazione totale noto con il nome di "[[Soluzione finale della questione ebraica|Soluzione finale]]", al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di ''Shoah'' od [[Olocausto]]<ref>Il termine "olocausto con riferimento al genocidio degli ebrei è ritenuto non ''[[politicamente corretto]]'' si veda [http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/shoah.htm Olocausto, Shoah, memoria]</ref>. La parola [[genocidio]] fu coniata dall'ebreo polacco [[Raphael Lemkin]] in un'opera del 1944 sulle politiche di sterminio naziste<ref>{{cita news|url=http://articles.cnn.com/2008-11-13/world/sbm.lemkin.profile_1_armenian-revolt-genocide-raphael-lemkin?_s=PM:WORLD|pubblicazione=CNN.com|autore=Jennifer Hyde|data=13 novembre 2008|accesso=18 febbraio 2012|titolo=Polish Jew gave his life defining, fighting genocide|lingua=en}}</ref>.
 
muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!!!!
== Biografia ==
=== Infanzia e gioventù ===
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1989-0322-506, Adolf Hitler, Kinderbild.jpg|right|thumb|Hitler da bambino]]
Adolf Hitler nacque alle 18.30 circa<ref>[http://www.bunker-kundschafter.de/Obersalzberg5.htm Sezione della Guida - in tedesco - della città di Braunau am Inn]</ref> del 20 aprile [[1889]] a [[Braunau am Inn]], nella "Gasthof Zum Pommern" (in italiano: "Locanda del Pomerano", ancora esistente), nella borgata numero 219, a non molta distanza dal luogo dove Napoleone aveva stabilito nel 1805 un suo quartier generale. La cittadina si trova vicino a [[Linz]] nella regione dell'[[Alta Austria]], allora parte dell'[[Impero austro-ungarico]]<ref>Antistante la casa natale di Hitler è ora posta una lapide che commemora le vittime del nazismo: [http://www.bunker-kundschafter.de/Obersalzberg5.htm Fotografia dell'azienda di Promozione Turistica locale]</ref>. Hitler fu subito battezzato col rito [[Cattolicesimo|cattolico]] nella vicina chiesa. Il padre, Alois, era al suo terzo matrimonio, ed era un impiegato alla dogana austriaca. I genitori di Adolf Hitler erano imparentati fra loro, poiché la madre, [[Klara Hitler|Klara]], era seconda cugina di [[Alois Hitler|Alois]], e aveva 23 anni in meno di lui.
 
La donna era quasi sempre triste e sottomessa dal marito, e istigava il senso di superiorità del terzogenito. I figli della coppia, in ordine cronologico, furono Gustav, Ida, Adolf, Edmund e Paula. Alla nascita del futuro dittatore, il padre aveva 51 anni e la madre a malapena 28. Hitler aveva due fratellastri, Alois e Angela, frutto del precedente matrimonio del padre con la cuoca d'albergo Franziska Matzelsberger. Alois, condannato più volte per furto e successivamente per [[bigamia (diritto)|bigamia]] ad [[Amburgo]] nel [[1924]], fu sempre ignorato da Hitler, anche dopo che aveva avviato a [[Berlino]], in [[Wittenbergplatz]], un florido locale frequentato dai gerarchi del regime. Per lo storico [[Konrad Heiden]], Angela fu invece l'unica parente con cui Hitler conservò un legame affettuoso sino all'ultimo. Fu sua governante a [[Berchtesgaden]] dal [[1928]], fino a quando non si sposò con un professore di architettura di [[Dresda]], nel [[1936]]. Con la figlia di primo matrimonio della sorellastra, [[Angelika Raubal]], egli intrattenne successivamente una profonda relazione.
 
Della prima infanzia del futuro dittatore tedesco non si conosce molto. Stanti le testimonianze di molti gerarchi nazisti, Hitler fu sempre molto legato al suo paese natale, tanto da farsi effigiare vicino alla chiesa di Braunau in un francobollo del [[1938]] commemorativo del suo compleanno e dell'[[anschluss|annessione dell'Austria]] al [[Germania nazista|Terzo Reich]] avvenuta il mese precedente ("[[Anschluss]]"). Nelle sue memorie, [[Albert Speer]] fa riferimento a confidenze fattegli da Hitler in persona circa la giustificazione del suo amore verso la [[Germania]] in virtù del fatto che, fino alla rettifica dei confini operata al [[Congresso di Vienna]] del [[1814]], Braunau apparteneva al [[Regno di Baviera]], il che è storicamente comprovato.
 
Alois Hitler era figlio illegittimo di Johann Georg Hiedler ([[1792]]-[[1857]]), e per questo da giovane utilizzò il cognome della madre, Schicklgruber. Successivamente adottò legalmente il cognome del padre naturale (che però non lo riconobbe mai), trasformandolo da Hiedler (o Hüttler) in Hitler. Se effettivamente Alois era il figlio naturale di Johann Georg, era allora probabilmente parente della propria moglie Klara, la cui madre si chiamava Hüttler<ref>La circostanza è tema di narrazione nel romanzo di [[Norman Mailer]], ''Il castello nella foresta'', pubblicato da Einaudi nel 2008 (ISBN 978-88-06-18534-3)</ref>.
 
Adolf non usò mai il cognome Schicklgruber. In seguito i suoi avversari politici fecero circolare delle voci secondo le quali Hitler era di origine ebrea: infatti, dopo che [[Maria Teresa d'Austria]] aveva dato la cittadinanza piena agli ebrei che si convertivano al [[chiesa cattolica|cattolicesimo]], essi erano soliti tradurre i propri cognomi ebraici in tedesco, e Schicklgruber era un cognome comune tra gli ebrei convertiti.
[[File:Klara Hitler.jpg|thumb|left|La madre di Hitler]]
Un contributo all'ipotesi concernente le origini ebraiche di Hitler proviene altresì da Hans Frank, avvocato di Hitler e governatore generale dei territori polacchi occupati. Nel corso del [[processo di Norimberga]] questi produsse un proprio scritto ove sosteneva che Hitler non sapesse con certezza chi fosse stato suo nonno. {{Citazione necessaria|L'opinione di Frank era che Hitler sarebbe stato per un quarto ebreo poiché sua nonna Maria Anna Schicklgruber sarebbe rimasta incinta del padre di Adolf mentre era al servizio a [[Graz]] presso la famiglia di un ricco commerciante ebreo, tale Frankenbergern, il quale avrebbe pagato delle somme a favore del proprio presunto figlio Alois.}} Tuttavia è stato dimostrato che nessuna famiglia ebrea (né tantomeno alcun ebreo di nome Frankenbergern) si trovasse a Graz in quel periodo (vedi Ron Rosenbaum: "Il mistero Hitler"), né esiste alcuna prova dei presunti versamenti a favore di Alois. Non è vero che Adolf adottò il proprio cognome "Hitler" come nome d'arte quando dipingeva, in quanto Hitler era il suo cognome legittimo<ref>Ron Rosenbaum, ''Il mistero Hitler'', Mondadori, 2000</ref>.
 
[[File:Alois Hitler.jpeg|thumb|right|Il padre di Hitler]]
 
Alcuni studi condotti nel 2010 dallo [[storiografia|storico]] Jean-Paul Mulders e dal [[giornalista]] Marc Vermeeren su campioni di [[saliva]] di 39 dei parenti ancora in vita di Adolf Hitler, comunque, confermerebbero le ascendenze [[ebrei|ebraiche]] del futuro Führer. Lo studio ha inoltre accertato anche discendenze nordafricane, avendo trovato il cromosoma [[Aplogruppo]] Eib1b1, raro tra gli occidentali ma comune ad ebrei e [[berberi]] del [[Marocco]]<ref>
{{Cita web
|titolo=La prova del dna, Hitler era ebreo e nordafricano
|url=http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=11863:la-prova-del-dna-hitler-era-ebreo-e-nordafricano&catid=91:scienze-filosofia&Itemid=289
|autore=
|editore=dazebao.org
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}}</ref><ref>
{{Cita web
|titolo=Hitler 'had Jewish and African roots', DNA tests show
|url=http://www.telegraph.co.uk/news/newstopics/world-war-2/7961211/Hitler-had-Jewish-and-African-roots-DNA-tests-show.html
|autore=Heidi Blake
|editore=[[The Daily Telegraph]]
|data=24 agosto 2010
|accesso=28 agosto 2010
|lingua=en
}}</ref>.
 
Hitler era un bambino intelligente ma umorale, e fu bocciato due volte agli esami per ottenere l'ammissione all'educazione superiore a [[Linz]].<ref>{{en}}[http://www.historyplace.com/worldwar2/riseofhitler/art.htm The Rise of Adolf Hitler] su ''The history place'']</ref> {{Citazione necessaria|Era devoto alla sua indulgente madre e sviluppò un odio per suo padre, verosimilmente motivato dai crudeli maltrattamenti psicofisici ricevuti.}}
{{Nota
|allineamento = destra
|titolo = Hitler era vegetariano?
|contenuto =
Secondo Margot Woelk, sua assaggiatrice ufficiale, Hitler era [[vegetariano]].<ref>{{Cita news|autore=Erica Orsini|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/ogni-volta-avevo-terrore-rimanere-avvelenata-carne-e-pesce-886062.html|titolo=Assaggiavo i pasti di Hitler e vi dico che era vegetariano|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=15 febbraio 2013|accesso=18 marzo 2013}}</ref>
 
Molte altre fonti mostrano il contrario: Il biografo [[John Toland]] riporta che l'alimentazione di Hitler, quand'era studente, consisteva in "latte, pasticci di carne e pane." Un altro suo famoso biografo, Robert Payne ("The Life and Death of Adolf Hitler"), afferma che quella del vegetarismo fu una deliberata montatura, veicolata dai nazisti per dipingere Hitler come figura pura e dedita al bene. Payne scrive:
 
{{q|L'ascetismo di Hitler aveva un ruolo importante nella sua immagine pubblica in Germania. Secondo una leggenda ampiamente diffusa, non fumava, era astemio e non frequentava donne. Soltanto la prima affermazione era veritiera. Beveva spesso birra e vino, aveva una predilezione particolare per le salse a base carnea bavaresi e prese moglie... il suo ascetismo era una finzione inventata dal Ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels, per enfatizzarne la dedizione totale, l'autocontrollo e la distanza che lo separava dagli altri uomini...}}
 
Il Professor Rynn Berry ha recensito "The Heretics Feast" (un libro che alimenta la leggenda di Hitler vegetariano) con queste parole:
 
{{q|Mentre è vero che i medici di Hitler gli prescrissero una dieta vegetariana per curarne la flatulenza ed un disturbo cronico dello stomaco, diversi tra i suoi biografi, come Albert Speer, Robert Payne, John Toland ed altri, riportano la sua predilezione per salse a base di carne e carni trattate. Anche Spencer sostiene che Hitler divenne vegetariano soltanto a partire dal 1931: 'Si potrebbe affermare che dal 1931 seguì una dieta vegetariana, ma la trasgrediva in alcune occasioni'}}
 
Quando si suicidò in un bunker, nel 1945, aveva 56 anni; sarebbe quindi stato vegetariano per 14 anni. A dimostrare il contrario, esiste la testimonianza di Dione Lucas, la donna che fu la sua cuoca personale ad Amburgo, verso la fine degli anni Trenta. Nel suo libro "Gourmet Cooking School Cookbook," riporta che il suo piatto preferito - quello che richiedeva abitualmente - era il piccione farcito. "Non vorrei farvi passare la voglia di mangiarlo, ma potrebbe interessarvi sapere che il piccione farcito era in assoluto il piatto preferito del signor Hitler, che cenava spesso in quest'hotel."
}}
=== Leonding, Vienna e Monaco ===
 
Non è facile tracciare organicamente un quadro dell'adolescenza di Adolf Hitler. Il testo più completo al riguardo è quello di Joachim Fest<ref name=autogenerato2>Joachim C. Fest: "Hitler, una biografia" Ed. Garzanti, 2005</ref>. Dopo esser andato in pensione ([[1895]]), Alois si trasferì con la famiglia al seguito a [[Leonding]], vicino a [[Linz]], dove iscrisse il figlio Adolf alle scuole elementari del sobborgo di [[Fishlman]]. Alois Hitler morì il 3 gennaio [[1903]] per un'emorragia polmonare. Aveva sempre avversato la tendenza artistica del figlio, anche con modi molto bruschi, com'ebbe a ricordare Hitler in persona in diverse occasioni<ref>"Adolf Hitler ed Eva Braun", Mondadori, 1979.</ref>. Nel [[1904]], durante la catechesi per la [[confermazione|cresima]], Hitler per un paio di mesi meditò di farsi prete, essendo molto affascinato dalle celebrazioni religiose e dall'organizzazione gerarchica della chiesa cattolica<ref name="Pino Rauti 1966">Pino Rauti: "L'immane conflitto" Ed. CEN, 1966.</ref>.
 
A proposito del [[cristianesimo]], Hitler, che amava particolarmente lo studio della storia, rifiutava l'ascendenza ebrea di [[Gesù Cristo]], sposando la tesi dello scrittore romano anticristiano [[Celso]], secondo il quale il [[Messia]] sarebbe nato da una relazione adulterina di [[Maria]] con un legionario romano di origine germanica, tal Panthera; aveva illustrato a [[Joseph Goebbles]] come il titolo portato dal [[Papa]], di "Sommo Pontefice" era appartenuto in precedenza agl'imperatori romani e che la divisione amministrativa territoriale della chiesa in diocesi riprendeva letteralmente la sistemazione territoriale dell'[[Impero Romano]] di [[Diocleziano]] e di [[Costantino]]<ref name="Pino Rauti 1966"/>. Nel frattempo il suo rendimento scolastico peggiorava, dovendo affrontare gli esami di riparazione a settembre sia nel 1904 che nel 1905. Addirittura, ad ottobre del 1904, gli venne rifiutata l'iscrizione alla sua scuola di Linz per cattiva condotta e venne indirizzato a [[Steyr]], una cittadina lontana 25&nbsp;km<ref name=autogenerato1>Ibidem.</ref>. Terminata la scuola dell'obbligo nel settembre [[1905]], venne ritrovato privo di sensi a causa di un'ubriacatura, cosa che indusse il futuro dittatore ad avversare l'alcool per il resto dei suoi giorni<ref>Joachim C. Fest: "Hitler, una carriera". Ed. BUR - Rizzoli, 1978.</ref>.
 
Hitler trascorse due anni da nullafacente<ref>Successivamente, nel "Mein Kampf" avrebbe descritto quegli anni come "...i giorni più felici della mia vita; mi sembrarono quasi un sogno." Adolf Hitler, "Mein Kampf", Bompiani, Milano, 1934</ref>, girovagando per Linz assieme ad un amico, anch'egli con velleità artistiche, tale [[August Kubizek]], sempre molto pungolato dalla madre affinché trovasse un lavoro. In questo periodo Hitler confidò all'amico d'essersi infatuato di una ragazza bionda di nome Stephanie ([[Stefanie Rabatsch]]). Nella primavera del [[1906]] Hitler partì alla volta di [[Vienna]] una prima volta per ritirare il bando d'ammissione all'Accademia delle Belle Arti e per esercitarsi a dipingere soggetti umani ed opere architettoniche (i temi dell'esame di ammissione)<ref>[http://www.telegraph.co.uk/culture/culturepicturegalleries/7512045/Adolf-Hitler-art-to-be-auctioned.html Alcuni presunti disegni di Adolf Hitler]</ref>. La madre, dal carattere mite e remissivo, accondiscese alle richieste del figlio d'iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Vienna, da dove Hitler venne respinto una prima volta (ottobre [[1907]]) all'esame di ammissione ed una seconda e definitiva volta l'anno successivo (nel 1908 non riuscì nemmeno ad essere ammesso a sostenere l'esame preliminare).
 
Il 14 gennaio 1907 alla madre, già da alcuni mesi incapace di dormire per i prolungati dolori al petto, venne diagnosticato un carcinoma mammario ulcerato in stadio avanzato e subì una [[mastectomia]] radicale una settimana dopo. Ma fu tutto inutile a causa della diagnosi tardiva. Per tutto il 1907 Hitler si prese cura della madre e dell'appartamento in cui vivevano. La vedova, Klara, morì all'età di 47 anni all'alba del 21 dicembre [[1907]] ("Il Natale peggiore di tutta la mia vita" ebbe ad affermare Hitler a Mussolini durante l'ultima visita che il dittatore italiano fece al Führer nel [[1944]] alla "[[Wolfsschanze|Tana del lupo]]"). Il medico che curò invano la madre di Hitler era ebreo, tale [[Eduard Bloch]], e non soffrì alcuna persecuzione durante tutto il regime hitleriano<ref>[http://www.majorana.latina.it/new/sconfinando/schiavitu/Contemporaneo/total.html Totalitarismi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Hitler gli espresse tutta la sua gratitudine per aver tentato invano di salvargli la madre: «Sappia che non lo dimenticherò mai!»<ref>[http://www.historyplace.com/worldwar2/riseofhitler/mother.htm The Rise of Hitler - Dec. 21, 1907 Hitler's Mother Dies<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il diciannovenne Adolf rimase così orfano. Sua madre riposa tuttora in una tomba del cimitero di Leonding, ov'era stata tumulata la mattina del 23 dicembre 1907, accanto a quelle del marito e di uno dei figli morto in tenera età; Hitler tuttavia andò a visitare il cimitero soltanto dopo l'annessione dell'Austria alla Germania nel 1938. Ben presto, a fine dicembre, lasciò la sua casa per Vienna, dove aveva vaghe speranze di diventare un artista. Aveva diritto a una pensione da orfano, che integrava lavorando come illustratore. Aveva un certo talento artistico e spesso elaborava dipinti di case e grandi palazzi. Si conservano alcune tele di discreta fattura. Perse la sua pensione nel [[1910]], ma per allora aveva ereditato qualche soldo da una zia.
 
Fu a Vienna, dove visse tra il febbraio [[1908]] e il maggio [[1913]], che Hitler iniziò ad avvicinarsi all'[[antisemitismo]], un'ossessione che avrebbe dominato la sua vita e sarebbe divenuta la chiave di molte delle sue azioni successive<ref>Alan Bullock: "Hitler, studio sulla tirannide" Ed. Bompiani, 1955.</ref>. Vienna aveva una grossa comunità ebraica, comprendente molti [[ebraismo ortodosso|ebrei ortodossi]] dell'Europa orientale. Hitler in seguito ricordò il suo disgusto nell'incontrare gli ebrei viennesi<ref name=autogenerato1 />. In quegli anni venne stampata una rivista zeppa di teorie e tesi antisemite dal nome di "[[Ostara]]", che pure Hitler risulta leggesse alla sera al dormitorio comunale, come testimoniarono alcuni suoi compagni di camera<ref name=autogenerato2 />. A quest'epoca risale la sua iscrizione alla "[[Lega antisemita]]" di [[Lanz von Liebenfels]] ed ai primi mesi del [[1909]] la partecipazione alle riunioni iniziatiche di tale associazione<ref>Giorgio Galli: "Hitler ed il nazismo magico". Rizzoli editore; 1989 - 2005; pp. 113 - 114.</ref>.
 
A Vienna l'antisemitismo si era sviluppato dalle sue origini religiose in una dottrina politica, promosso da pubblicisti come [[Adolf Lanz|Lanz von Liebenfels]], i cui libelli venivano letti da Hitler, e da politici come [[Karl Lueger]], borgomastro di Vienna, o [[Georg von Schönerer]], che contribuì agli aspetti [[razzismo|razziali]] dell'antisemitismo. Da loro Hitler acquisì il credo nella superiorità della [[razza ariana]], che formò le basi delle sue idee politiche. Hitler arrivò a credere che gli ebrei fossero i nemici naturali degli "ariani", e fossero anche in qualche modo responsabili per la sua povertà e incapacità di ottenere il successo che credeva di meritare. Il rapporto di Hitler con il [[problema ebraico]] e la sua genesi in questi anni è comunque piuttosto controverso, infatti testimonianze di [[Reinhold Hanisch]] sottolineano come Hitler tenesse rapporti di amicizia e dialogo con alcuni ebrei.
 
I soldi ereditati dalla zia ben presto terminarono, e per diversi anni Hitler visse in una relativa oscurità; non si trovò mai in condizioni di reale indigenza, anche se dormiva in ostelli per soli uomini. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera nelle sale da concerto di Vienna, prediligendo i temi della [[mitologia norrena]] di [[Richard Wagner]]. Tra il [[1909]] ed il [[1910]] Hitler venne sfrattato per morosità per ben due volte, la prima da una squallida stanza nel quartiere viennese di [[Alsergund]]; la seconda volta da una vera e propria bettola poco distante. Nel biennio [[1911]] - [[1913]] Hitler si adattò a dormire al dormitorio pubblico di [[Meidling]], il Männerheim ("Pensionato popolare per uomini") nelle vicinanze della stazione ferroviaria, dove giunse nel dicembre [[1910]], ed a mangiare alla mensa del Convento dei Fratelli della Carità.
 
Guadagnava un qualche spicciolo vendendo acquerelli da lui stesso dipinti ed era a tal punto emaciato che un passante ebreo, che vendeva vestiti usati e che probabilmente gli era riconoscente per aver dipinto alcuni cartelloni pubblicitari per il suo negozio, si tolse il cappotto e glielo regalò<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/15/Uno_straccione_nome_Adolf_co_0_980715764.shtml "Corriere della Sera" del 15 luglio 1998]</ref>. A detta di alcuni suoi compagni di dormitorio, gran parte degli acquirenti dei cartelloni di Hitler erano ebrei. In quegli anni il suo più caro amico fu un [[Cecoslovacchia|ceco]], il già citato Reinhold Hanisch, fino a quando non litigarono sulla spartizione dei compensi e Hitler lo denunciò per furto, facendolo condannare nell'agosto 1910 ad otto giorni di carcere dopo i quali Hanisch continuò a falsificare acquerelli. Nel 1936 venne condannato dalla corte di Vienna per frode e morì l'anno seguente in carcere, probabilmente a causa di un attacco cardiaco.
 
Come ebbe a scrivere nel ''Mein Kampf''<ref name=Kampf>Adolf Hitler, "Mein Kampf", Bompiani, Milano, 1934</ref>, e come fu riconosciuto da chi lo conobbe nel periodo viennese, egli si dedicava instancabilmente alla lettura, cui dedicava molte ore del giorno e della notte. Ciò, unito alle dure esperienze esistenziali gli avrebbe fatto definire la capitale austriaca come "...la più seria e profonda scuola della mia vita... Non mi toccò di aggiunger poi gran cosa a quello che avevo accumulato allora."<ref name=Kampf/> Il 16 maggio 1913 l'imperial regio tribunale distrettuale di [[Linz]] dispose il versamento di una cospicua somma derivante dall'eredità paterna che ammontava a 819 Corone e 98 [[Heller]] ed il 24 maggio, assieme all'amico [[Rudolf Häusler]] si recò al distretto di polizia della capitale per comunicare la partenza dalla capitale austriaca pur non indicando la meta.
 
Il 25 maggio [[1913]] Hitler si spostò a [[Monaco di Baviera]], nel quartiere di [[Schwabing]]. La fuga da Vienna avvenne per evitare di prestare servizio militare nell'esercito austro-ungarico, dal momento che, com'ebbe a scrivere nel suo ''[[Mein Kampf]]'', "quel crogiuolo di popoli inferiori mi aborriva: volevo togliermi di dosso la polvere viennese e mai avrei militato nell'esercito imperiale (austroungarico)". Lo fece per un motivo: sfuggire alle varie notifiche che gli inviano a casa, per la leva militare (come Mussolini, del resto, faceva in quegli anni). Tuttavia non riuscì a sfuggire alla polizia che ne chiese e ottenne l'estradizione.
 
Nel gennaio del 1914, bloccato dalla polizia prussiana in Baviera e riconsegnato a quella austriaca, dovette presentarsi al distretto militare di [[Salisburgo]] per la visita di leva. I medici militari lo giudicarono inidoneo senza neppur visitarlo il 5 febbraio e lo mandarono a casa "riformato", inabile perfino al servizio ausiliario, perché "gracile nel fisico, denutrito e mal ridotto nell'intero aspetto da sembrare tisico". Invece di essere contento, quel rifiuto - per Hitler - fu una ferita all'orgoglio. Hitler decise di rinunciare alla cittadinanza austriaca e, non avendo ottenuto quella tedesca, divenne [[apolidia|apolide]]. Hitler visse in una soffitta sita al numero 34 di Schellesserheimerstrasse: curiosamente, al ritorno dalla [[Svizzera]], il futuro capo dell'[[Unione Sovietica]] [[Lenin]] aveva alloggiato in un'altrettanto squallida stanza al numero civico 106 della medesima via, quaranta metri più avanti<ref>P.B. Boschesi: "Hitler ed il Nazismo verso la guerra", Ed. Mondadori, 1981,</ref>.
 
===La genesi dell'antisemitismo durante gli anni giovanili===
 
L'antisemitismo di Hitler risale quasi certamente ai tempi della frequentazione della [[Realschule]] di [[Linz]], dove gran parte del corpo insegnante e degli studenti - ivi inclusi i compagni di classe del futuro dittatore - erano pangermanisti, ultranazionalisti,e xenofobi<ref>Eugene Davidson: "L'ascesa di Adolf Hitler"; Newton & Compton Ed.; 2000; pp. 16 - 18; ISBN 88-8289-457-6</ref>. Lo stesso padre di Hitler non faceva mistero della sua xenofobia rivolta contro le altre popolazioni dell'impero asburgico, in primis slavi, mussulmani, ebrei ed italiani<ref name="Ibidem">Ibidem</ref>. L'ambiente scolastico, però, fu determinante per la genesi dell'antisemitismo del futuro Führer, in quanto là circolavano senza censure le idee di [[Georg von Schönerer]], un fanatico della "purezza della razza germanica", sostenitore di un'[[Austria]] etnicamente purificata dalle componenti non germaniche della popolazione, repubblicana ed unita territorialmente all'[[Impero Tedesco]] ed alla regione dei [[Sudeti]]<ref name="Ibidem"/>. Schönerer - tra l'altro - fu il primo ad utilizzare il saluto che diverrà quello d'ordinanza della [[Germania]] nazista, "[[Heil]] !", a propugnare il ritorno al [[paganesimo]] precristiano, ad identificare gl'ebrei quali rei della [[speculazione]] internazionale, a giustificare i [[pogrom]] (uccisioni di massa) degl'ebrei russi di [[Odessa]], [[Mogilev]] e [[Kisinev]] (attuale [[Chisinau]]), a definire gl'ebrei "Todfeind" ("Nemici Mortali")<ref name="autogenerato1"/>. Seguace di Schönerer era pure l'unico professore che aveva un certo ascendente sul giovane Hitler, tal [[Leopold Poetsch]], insegnante di storia (l'unica materia, assieme all'educazione fisica ed al disegno ove Hitler eccelleva), assiduo lettore del mensile antisemita illustrato "[[Der Scherer]]", pubblicato ad [[Innsbruck]]<ref name="autogenerato1"/> Tre furono le personalità che più influenzarono le convinzioni antisemite del giovane Hitler. Negl'anni viennesi, Hitler è un assiduo lettore di "[[Ostara]]", una rivista a carattere antisemita, anticristiana ed antistorica, che esce per la prima volta nel [[1905]] nell'allora [[Impero Austro-Ungarico]], con una tiratura provvisoria di 100.000 copie, edita da [[Jorg Lanz von Liebenfels]], un ex monaco cistercense del convento "[[Heligenkreuz]]" di [[Vienna]]. La rivista, che traeva il nome dalla dea germanica della fecondità e dell'abbondanza, le cui celebrazioni cadevano durante i mesi primaverili, e che venne inglobata nella [[Pasqua]] cristiana, già conteneva alcuni programmi del futuro nazismo, quali la contrapposizione tra la razza germanica ("razza eletta") e le razze inferiori, la riduzione in schiavitù di queste ultime e la loro messa al bando o tramite deportazione coatta in remote località quali [[Siberia]], [[Mongolia]] e [[Madagascar]], oppure mediante la semplice eliminazione fisica attraverso la purificazione col fuoco (testualmente: "[[Olocausto]]"), la selezione razziale mediante l'[[eugenetica]] e la procreazione favorita di nascituri della razza eletta ("[[Lebensborn]]")<ref name="ReferenceA">Renè Feund: "La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo". Ed. Lindau; 2006; pag. 43; ISBN 88-7180-592-5</ref>. La tipografia della rivista era ubicata nel castello austriaco di [[Burg Werfestein]], a picco sul [[Danubio]], presso [[Studen]], nell'[[Austria Superiore]]. Proprio in tale sede, nel dicembre [[1907]], in occasione del [[Solstizio d'inverno]], venne per la prima volta issato un vessillo contenente una [[svastica]] rossa in campo giallo-oro, attorniata da fiordalisi<ref>Marco Castelli: "La svastica nelle tenebre - Nazismo magico" ed. "Il Foglio"; 2006, pag. 14; ISBN 88-7606-053-7</ref>. Il futuro giornale del partito nazista, il "Völkischer Beobatcher" risulterà abbonato annualmente alla rivista "Ostara - Rundschau"<ref name="ReferenceA"/>. Nonostante questo, Hitler chiuse motu proprio la tipografia quando, nel [[1938]] invase l'Austria <ref name="Ibidem"/>. Al termine della [[Seconda Guerra Mondiale]], von Liebenfels si vanterà, in un'intervista, di diversi fatti, ovvero che anche Lenin avrebbe apprezzato i suoi scritti, così come sua dichiarò la formula del saluto nazista "Sieg Hail" ("Salute alla Vittoria")<ref name="Ibidem"/>. Von Liebenfels, però aveva sviluppato l'ideologia a sua volta mutuandola dal tedesco [[Guido Von List]], che svolge un'attiva propaganda antisemita per mezzo di [[Alfred Schuler]], il cui territorio d'azione è incentrato
sul quartiere di [[Schwabing]], a Monaco di Baviera, il "Quartiere degli artisti", ove risiedevano in quegl'anni sia Lenin, che Hitler<ref name="ReferenceA"/>. Nel [[1951]], tre anni prima di morire, Von Liebenfels concedette un'intervista al giornalista [[Wilfried Daim]] dove affermava di rammentare una visita del giovane Hitler del [[1909]] nella sede ove si pubblicava "Ostara". Rammentava che Hitler era talmente indigente da non potersi permettere di acquistare i numeri arretrati della rivista, che gli furono donati assieme ad alcuni spiccioli per il biglietto di ritorno sull'autobus<ref>wilfried Daim: "Der Mann, der Hitler, die Idee gab"; München; 1958</ref>. Hitler stesso, in un passaggio del suo "Mein Kampf" riconosce che "... la documentazione durante gl'anni viennesi su quegli opuscoli (Ostara) hanno gettato fondamenta di granito per la mia personale visione del mondo". Nel periodo in cui Hitler giunse a Monaco, in tutta la Germania si contavano diverse associazioni più o meno segrete che inneggiavano alla purezza della razza germanica, di sèguito le più rappresentative:
 
* [[Armanenschaft]] ([[Lega degli Armani]])
* [[Bund für persönliche Religion]] ([[Lega pro religione personale]])
* [[Deutschbund]] ([[Lega tedesca]])
* [[Deutsche Erneuerungsgemeinde]] ([[Comunità tedesca di rinnovamento]])
* [[Deutschgläubige Bewegung]] ([[Movimento dei credenti tedeschi]])
* [[Deutsche Monistenbund]] ([[Lega tedesca dei Monisti]])
* [[Freie Gemeinde vom deutschen Leben]] ([[Libera comunità di vita tedesca]])
* [[Germanenbund]] (lega germanica)
* [[Germanenorden]] ([[ordine germanico]])
* [[Jungborn]] ([[Fonte di giovinezza]])
* [[Jungdeutscher Orden]] ([[Ordine dei giovani tedeschi]])
* [[Lichtfreunde]] ([[Amici della luce]])
* [[Lumen Klub]] ([èClub dei Lumi]])
* [[Neutempler]]([[Nuovi Templari]])
* [[Thule Gesellschaft]] ([[Società Thule]])
* [[Wodan Gesellschaft]] ([[Società di Odino]])
* [[Wodan Hammer]] ([[Martello d'Odino]])
* [[Heilig Graal Reitern]] ([[Cavalieri del Santo Graal]])
* [[Nibelunghenbrüdern]] ([[Fratelli dei Nibelunghi]])
* [[Deutschedarlehen Orden]] ([[Ordine della fede tedesca]])
* [[Parsifalbund]] ([[Lega di Parsifal]])
* [[Bezauberndaugenringe Begleitern]]) ([[Compagni dell'anello magico]])
 
Gran parte di queste società fioriscono in [[Baviera]] tra il [[1890]] ed il [[1930]] ed hanno come programma, oltre al pangermanesimo, un antisemitismo più o meno esplicito ed un carattere elitario - esoterico<ref>Marco Castelli: "La svastica nelle tenebre - Nazismo Magico"; 2006; Ed. "Il Foglio"; pp. 9 - 10; ISBN 88-7606-053-7</ref>; <ref>Renè Freund: "La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo"; 2006; Ed. Lindau; pp. 24 - 26; ISBN 88-7180-5925</ref>. Il simbolo adottato da una di queste, la Thule Gesellschaft, evidenziava un [[gladio]] romano sovrapposto ad una [[svastica]]. Alcuni dei futuri alti gerarchi nazisti provenivano dalle file di questa associazione, ed anche l'ideatore dell'emblema, un dentista, tal [[Friedrich Krohn]], ne era affiliato e conosceva personalmente Hitler, essendo divenuto il gauleiter della città bavarese di [[Rosenheim]]<ref>Renè Freund: "La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo"; 2006; Ed. Lindau; pp. 88 - 89; ISBN 88-7180-5925</ref>. Lo stesso simbolo del partito nazista, la svastica, era noto ad Hitler fin dalla giovinezza. Frequentando la scuola annessa al convento benedettino della città austriaca di [[Lambach]], nel periodo tra il [[1897]] ed il [[1898]], aveva potuto vedere che in diversi punti del convento era presente la croce uncinata anziché quella romana<ref>Renè Freund: "La magia e la svastica: Occultismo, New Age e Nazionalsocialismo"; 2006; Ed. Lindau; pp. 90 - 91; ISBN 88-7180-5925</ref>
 
=== La prima guerra mondiale ===
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1974-082-44, Adolf Hitler im Ersten Weltkrieg retouched.jpg|thumb|right|Adolf Hitler (seduto, il primo da destra) insieme ad altri soldati durante la guerra]]
Il primo agosto [[1914]], quando l'[[Impero tedesco]] entrò nella [[prima guerra mondiale]], si arruolò come volontario nel 16º Reggimento di Fanteria Bavarese ("Reggimento List") dell'esercito tedesco del [[Kaiser]] [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]]. In quello stesso reggimento militava anche il suo futuro delfino, [[Rudolf Hess]] col grado di tenente. Ottenne il grado di [[caporale]] e prestò servizio attivo in [[Francia]] e [[Belgio]] come staffetta porta ordini<ref name>Documentario: "[[Atlantide - Storie di uomini e di mondi]]" - 12 ottobre 2009 - LE TRINCEE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE</ref> (''Ordonnanz'').
 
Fu ferito ad una coscia durante la [[battaglia della Somme]], il 7 ottobre [[1916]], e fu ricoverato nell'ospedale di [[Beelitz]], non lontano da [[Berlino]]. Nel marzo [[1917]] tornò al fronte. Hitler combatté tutte le più sanguinose battaglie sul fronte delle [[Fiandre]], ed essendosi distinto in combattimento ricevette la [[Croce di Ferro]] di seconda classe (novembre 1916) e quindi di prima classe nell'agosto [[1918]]. Quest'ultima onorificenza era all'epoca raramente usata per premiare militari di truppa. Al [[Processo di Norimberga]] contro i gerarchi nazisti, nel [[1946]], la testimonianza dell'ufficiale che svolse le mansioni di aiutante di campo del comandante del reggimento in cui Hitler militava asserì che "... per il suo coraggio era stata avanzata la proposta circa la promozione di Hitler a sottufficiale, ma il comandante aveva poi soprasseduto perché non era riuscito ad individuare, in quel soldato taciturno che parlava da solo tra sé, le richieste doti di comando". Pur tuttavia, ammise anche che Hitler era divenuto fiduciario di ufficiali, quali i futuri gerarchi [[Ernst Röhm|Röhm]] e [[Karl Mayr|Mayr]], che lo trovarono "stranamente idoneo a risollevare il morale dei commilitoni frustrati dall'imminente sconfitta ed influenzabili dalla propaganda spartachista (comunista)"<ref>Giorgio Galli: "Hitler ed il nazismo magico". Rizzoli Editore; 1989 - 2005; pp. 114 - 115</ref>.
 
Il 28 settembre 1918, Hitler fu ferito durante la [[battaglia di Cambrai-San Quintino]], in Francia, durante un attacco a sorpresa da parte di un plotone inglese del reggimento Duca di Wellington. Uno dei soldati del plotone, Henry Tandey, vedendo Hitler ferito e incapace di difendersi, decise di risparmiargli la vita, gesto che fu confermato dallo stesso soldato anni dopo: "Non potevo sparare a un uomo ferito, così l'ho lasciato andare. Dio sa quanto mi dispiace averlo risparmiato". In seguito fu accecato temporaneamente da un attacco di iprite nella [[Battaglia di Passchendaele]], nell'ottobre 1918, fu ricoverato all'Ospedale Militare di [[Pasewalk]] dove, secondo alcune fonti, apprese la notizia della capitolazione tedesca del 9 novembre. Hitler rimase degente a Pasewalk per 29 giorni, ma i registri sanitari e la cartella clinica del futuro dittatore vennero distrutti dalla Gestapo nell'estate 1933, dopo che Hitler ebbe instaurato la dittatura rendendo il partito nazista l'unico ammesso in Germania (Decreto del 14 luglio 1933). Il direttore medico - militare dell'ospedale era il noto psichiatra [[Edmund Forster]] che - nella versione ufficiale - si suicidò nella propria abitazione nel settembre 1933.
 
La versione della vicenda in possesso dal [[1943]] dei servizi segreti statunitensi riporta, invece, una verità diversa: Hitler a Pasewalk soffriva di una rara forma di psicosi nota col termine scientifico di "cecità isterica", forse imputabile alla dura vita di trincea che da quattro anni era costretto a subire. Il Dott. Forster, per spronarlo, utilizzava metodi molto poco ortodossi, arrivando anche a pesanti diverbi verbali. In base a questi dati, si può spiegare il motivo della distruzione della cartella clinica di Hitler da parte della Gestapo e la versione della morte di Forster per omicidio e non suicidio come ufficialmente decretato<ref>Jua Nyla Hutcheson: "Hypnosis Of Hitler May Have Affected - History Study"; Journal of Forensic Science. Baton Rouge, Louisiana; November 20, 1998.</ref>. Nonostante l'esperienza della guerra lo abbia reso convinto di esser dotato di una sorta di "protezione divina" in virtù di una "missione salvifica da compiere per il bene della nazione"<ref>Giorgio Galli: "Hitler ed il nazismo magico". Rizzoli editore; 1989 - 2005; pp. 112 - 113.</ref>, è durante la degenza a Pasewalk che matura l'idea di dover buttarsi in politica al fine di conquistare il potere: "Quando mi trovai costretto a giacere a letto, nell'immobilità, stringendo dalla rabbia il cuscino, alla notizia dell'[[armistizio]], mi colpì la certezza che avrei liberato la Germania e l'avrei resa nuovamente grande. Seppi immediatamente che ciò si sarebbe immancabilmente realizzato", afferma testualmente Hitler nel "Mein Kampf".
 
In un colloquio con [[Albert Speer]] al [[Berghof]] nel [[1943]], allorché Speer descrisse un episodio noto come gli "[[Angeli di Mons]]"<ref>Albert Speer: "Memorie del Terzo Reich". Mondadori Editore; 1996</ref>, Hitler raccontò un episodio "paranormale" che capitò a lui stesso press'a poco nel medesimo periodo: "Stavo consumando la mia misera cena in trincea, insieme a parecchi commilitoni. All'improvviso, mi parve d'udire una sorta di voce che mi diceva: ''Alzati ed allontanati di qui!''. Era così chiara ed insistente, ch'io obbedii automaticamente, come ad un ordine militare. Al che mi alzai immediatamente in piedi, e camminai per una ventina di metri lungo il bordo della trincea, portandomi appresso il gavettino con la cena. A questo punto, mi sedetti e ricominciai a mangiare, poiché la mia mente era nuovamente in pace. M'ero appena sistemato, quando un lampo accecante, misto ad un'assordante deflagrazione esplosero nella parte di trincea che avevo appena lasciato. Una granata vagante aveva dilaniato il gruppo di soldati coi quali stavo precedentemente cenando, e nessuno era sopravvissuto. Fu in quel preciso istante che capii di godere della protezione divina". Un suo commilitone, tal Mende, confermò quanto riferito da Speer al [[processo di Norimberga]] affermando che: "... a questo proposito, mi viene in mente una strana profezia che Hitler mi fece poco prima del [[Natale]] del 1915. In quell'occasione, Hitler asserì che ad un certo momento, nel giro di qualche anno, avremmo udito molto a suo proposito; avremmo sentito parlare tanto di lui, era solo questione di tempo: dovevamo solo attendere che quel momento fosse arrivato"<ref>Giorgio Galli: "Hitler ed il nazismo magico". Rizzoli Editore; 1989 - 2005; pag. 112.</ref>.
 
Durante la guerra Hitler acquisì un appassionato patriottismo tedesco, anche se non era un cittadino dell'Impero germanico (un aspetto a cui non pose rimedio fino al [[1932]]). Fu sconvolto dalla capitolazione tedesca nel novembre [[1918]], quando l'esercito, a suo dire, non era stato sconfitto. Egli, come molti altri nazionalisti, incolpò gli ebrei di avere attizzato focolai rivoluzionari bolscevichi, che avrebbero minato dall'interno la resistenza dei soldati al fronte, e indotto i politici (i "[[criminali di novembre]]") alla resa e alla sottoscrizione del [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]]. Hitler ed i suoi commilitoni del Reggimento "List" vennero ritirati dal fronte delle [[Fiandre]] a fine novembre 1918 e rientrarono a [[Monaco di Baviera]] all'inizio di dicembre, trovandola in preda alla rivoluzione comunista che nel frattempo era scoppiata come in altre città tedesche.
 
== La Repubblica dei Consigli ==