Acciarino (arma da fuoco): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
MKA667 (discussione | contributi)
m Fix link
Riga 8:
L''''acciarino a ruota''' è il primo tipo fra quelli comunemente usati. Era costituito da un tamburello d’acciaio (la ''ruota''), munito di una molla a spirale interna che si tendeva per mezzo di una chiave. Il tamburello era sostenuto da due colonnine e trattenuto da un dente che il [[grilletto]] faceva scattare, Liberato dal dente il tamburello girava rapidamente su sé stesso, fregando la [[Pirite]] o la [[pietra focaia]], tenuta ferma da un [[Cane_(armi)|cane]], abbassato in mezzo allo [[scodellino]] o bacinetto. Lo strofinìo dava luogo a scintille che accendevano la polvere.
 
L'invenzione dell’acciarino a ruota è generalmente attribuita a un [[orologiaio]] di [[Norimberga]] e fatta risalire al [[1517]]. Questa ipotesi è però messa in dubbio dal fatto che un [[editto]] di [[Alfonso I d'Este]], [[duca di Ferrara]] in data [[1513]], proibiva l’uso di [[archibugio|archibugi]] non a miccia e questo divieto è ancora ribadito in un altro bando dello stesso duca che porta la data del [[1522]]. È lecito quindi dedurre che l’invenzione dell’acciarino a ruota sia anteriore al 1517. E del resto ve ne è un disegno ne [[Codice Atlantico]] di [[Leonardo da Vinci]]. Non vi sono prove però che a questo disegno sia seguita una realizzazione effettiva.
 
Tuttavia, qualunque sia stato l’anno e il luogo dell’invenzione dell’acciarino a ruota, è certo che il costo della sua fabbricazione ne deve aver limitato l’impiego alle armi di lusso ed a quelle espressamente disegnate per la [[cavalleria pesante]] (''[[Reiter]]'', [[Corazzieri]]), come la [[pistola a ruota]] ed il [[petrinale]], dato che per il servizio di quest’arma si modificava l’archibugio a serpentino.
Riga 29:
La maggior parte degli autori (vds. bibliografia) manifestano l'opinione che l' ''acciarino a pietra'' non sia stato conosciuto anteriormente ai primi anni del [[XVII Secolo]], ed alcuni sostengono che soltanto nel [[1640]] esso sia diventato di uso comune. Alcuni autori confutano tale opinione con la scorta di documenti. Infatti viene ricordata un'ordinanza del [[duca di Firenze]] in data [[2 giugno]] [[1547]], ove si parla di ''archibusi da ruota o da focile ovvero da pietra o da acciaiuolo'': è il pagamento fatto a [[Simone Roberto]] da [[Torino]], nel [[1575]], dal Tesoriere Generale [[Fauzone]], per ''pistole od archibugi e fucili per questi e per quelle'' provvisti a S. A. il [[duca di Savoia]] per armare le sue guardie.
 
Tuttavia l'uso della piastra a pietra focaia nelle armi da guerra, specialmente delle truppe a piedi, non sostituì subito quello del serpentino. Verso la fine del XVII secolo questo era ancora impiegato, tanto all'estero quanto in Italia. Risulta infatti che quantunque [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]] avesse fatto distribuire nel [[1690]] (anno in cui fu creato il reggimento ''fucilieri'') a tutti i comuni, in ragione degli uomini che essi avevano inscritti nei ruoli, i ''fucili tutti di un calibro'' gli archibugi a serpentino erano ancora in servizio nel [[1706]] durante l'assedio di Torino, e anche più tardi per buona parte delle [[Milizia|milizie]].
 
In quanto alla [[Repubblica Veneta]] fu soltanto nel [[1703]] che essa adottò; il fucile a pietra per tutti i suoi soldati.
Riga 37:
== Acciarino a percussione ==
[[File:Pattern 1861 Enfield Musketoon Reproduction.JPG|thumbnail|Fucile a percussione [[Royal Small Arms Factory|Enfield]] del [[1861]]]]
L'idea di utilizzare per l'accensione della carica del fucile il [[fulminato di mercurio]], scoperto dal savoiardo [[Claude Louis Berthollet|Berthollett]] nel [[1788]], fu presentata la prima volta dallo scozzese [[Forsyth]] nel [[1807]]. Venne perfezionata in [[Francia]] dal [[Pauli]] fra il [[1808]] e il [[1812]], ma non fu avviata a pratica soluzione che in seguito all'invenzione della ''cassula metallica'' (vedi [[capsula a percussione]]) e del ''[[luminello]]'', dovuta a [[Josef Eggs|Eggs]] nel [[1818]].
 
Prima di essere introdotta nelle armi da guerra, la piastra a percussione fu applicata alla armi da caccia e da bersaglio. La cassula (o capsula) si inseriva sull'imbocco del luminello e il cane, fatto scattare dal grilletto, la percuoteva, determinando la deflagrazione del fulminato contenuto nella medesima e conseguentemente l'accensione della carica attraverso il luminello, forato per tutta la sua lunghezza.