La Rivoluzione liberale: differenze tra le versioni
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|record-vendite =
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|fondazione =
|fondatore = [[Piero Gobetti]]
|chiusura =
|inserti-allegati =
|sede = Torino
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'''La Rivoluzione liberale''' fu la seconda [[rivista]] di [[cultura]] [[politica]] di [[Piero Gobetti]], uscita nel [[1922]] e terminata nel [[1925]].
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== Storia ==
=== L'esordio programmatico ===
La nuova rivista, che esce il
{{quote|''La Rivoluzione liberale'', continuando e ampliando un movimento iniziato da quattro anni con la rivista ''Energie Nove'', si propone di venire formando una classe politica che abbia chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello Stato.<br />
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Coerente con le premesse del [[Manifesto (programma)|Manifesto]] e il sottotitolo "Rivista storica settimanale di politica", questo secondo periodico di Gobetti non si occupa di [[letteratura]] ma solamente di ricerche storiche e di politica militante.
Sui primi numeri appaiono articoli riguardanti problemi di economia che vengono
=== Il dibattito politico ===
Il
In settembre, sulla rivista si apre un ampio dibattito in seguito alla lettera
di [[Giuseppe Prezzolini]] per una ''Società degli [[Apoti]]'' (''La Rivoluzione liberale'' n. 28,
A questa lettera risponde Gobetti (n. 31,
{{quote|Di fronte a un fascismo che con l'abolizione della libertà di voto e di stampa volesse soffocare i germi della nostra azione, formeremo bene, non la Congregazione degli Apoti, ma la compagnia della morte. Non per fare la rivoluzione, ma '''per difendere la rivoluzione'''".|''La Rivoluzione liberale'', A. I, n. 31}}
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=== Dopo il delitto Matteotti ===
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Dopo il [[delitto Matteotti]] e la [[Secessione dell'Aventino]], Gobetti deve amaramente denunciare il fallimento del fronte parlamentare antifascista con un articolo comparso il
Rimane intatta invece la fiducia di Gobetti nell'autonomia degli operai, nelle forze del "proletariato moderno" organizzate al [[Nord]] nel triangolo [[Genova]]-[[Torino]]-[[Milano]], fiducia che lo stesso dichiara nell'articolo dal titolo ''Lettera da [[Parigi]]'', pubblicata sulla rivista il
Durante tutto il 1925 ''La Rivoluzione liberale'' viene continuamente censurata per la sua tenace opposizione al regime e l'
=== La rifondazione ===
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{{liberalismo}}
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