Michele Federico Althann: differenze tra le versioni
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Grazie alla stima raggiunta presso la corte viennese nell'esercizio delle funzioni diplomatiche presso la Curia romana, il 19 maggio [[1722]] Althann fu nominato [[viceré di Napoli]], dove giunse il 22 giugno dello stesso anno. La città allora aveva circa 200.000 abitanti: sei anni dopo, al termine del mandato, ne avrebbe avuti 250.000.
Il nuovo viceré si impegnò con grande energia nel perseguire le riforme chiestegli dal re [[Carlo VI
In politica economica istituì il pubblico [[Banco di San Carlo]], per finanziare l'imprenditoria privata, liquidare la [[manomorta ecclesiastica]] e migliorare i conti pubblici del regno. Favorì l'incremento dei commerci interni ed esterni rivedendo le tariffe e il regolamento delle dogane. Tentò una più equa redistribuzione dei carichi fiscali a scapito della feudalità locale, che infatti non tardò ad inimicarsi. Anche i ceti civili ebbero motivi di attrito con Althann, soprattutto a causa del suo tentativo di ridurre l'autonomia dei ministri e funzionari di corte, contrastarne la corruzione e migliorare il sistema giudiziario. Un peso rilevante fu anche dovuto all'atteggiamento filocuriale in politica estera.
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Sotto il profilo culturale, a Napoli il periodo di viceregno dell'Althann fu altrettanto intenso quanto sul piano politico. Il viceré, [[accademia dell'Arcadia|arcade]] e conoscitore d'arte, si sentiva a proprio agio in una Napoli in cui, nella vita culturale, prevalevano le tendenze classiciste. Gli austriaci avevano mostrato subito un notevole interesse verso la cultura napoletana e particolarmente per la pittura, come manifestavano le numerose commissioni per opere destinate alla madrepatria.
Nel 1724 Althann commissionò una straordinaria macchina [[pirotecnica]] "di capricciosa e nuova invenzione all'uso tedesco" per festeggiare, il 28 agosto il compleanno dell'imperatrice [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel|Elisabetta]], moglie di [[Carlo VI
Prima di lasciare Napoli, nel [[1728]] fece eseguire a [[Francesco Solimena]] una tela raffigurante se stesso nell'atto di offrire a [[Carlo VI
==Il ritorno alla diocesi di Vác==
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