Madonna del Voto: differenze tra le versioni
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I Senesi dedicarono un nuovo altare alla Madonna in Duomo dopo la vittoria nella [[battaglia di Montaperti]] (1260). Nel 1262 ne fu promossa la fondazione, nella terza campata della navata sinistra, e nel 1267 si arrivava all'appovazione finale e verosimilmente alla realizzazione dell'opera, che doveva far parte di un insieme più grande. L'opera in sé non è comunque documentata nel luogo attuale prima del 1420, quando venne elevata sull'altare di San Bonifacio.
Nel Trecento la sua fama di opera miracolosa le valse l'appellativo di "Madonna delle Grazie" e nell'anno 1400 [[Francesco Vanni|Francesco]] e [[Andrea Vanni]] l'arricchirono di una [[predella]] con al centro lo ''Sposalizio della Vergine'' e almeno una ''Storia di san Bonifacio'', santo che doveva comparire a lato di Maria, tra gli scomparti dell'ipotetico polittico.
Nel corso del XV secolo l'usanza di offrirle ex-voto tondeggianti che le erano appesi intorno le valsero il nome di ''Madonna dagli occhi grossi'', da non confondere con un'[[Madonna dagli occhi grossi|altra opera]] pure in Duomo del [[Maestro di Tressa]] (oggi al [[Museo dell'Opera del Duomo (Siena)|Museo dell'Opera del Duomo]]).
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Nel [[1455]] fu autorizzato di segare via le parti laterali e la predella per portare l'immagine in processione e inserirla in un tabernacolo marmoreo nella cappella dell Madonna costruita nel [[1447]]. Solo dal [[1630]], per ringraziamenmto per la fine della peste, l'immagine iniziò ad essere nota come "Madonna del Voto". Nel [[1659]] la capella fu distrutta e la Madonna collocata alla parete, ma solo fino al [[1662]], quando trovò una collocazione più degna e definitiva nella cappella dell'Immacolata, commissionata da [[papa Alessandro VII]] [[Chigi]] nel [[1660]].
Dal punto di vista critico, l'opera non ha goduto di particolare attenzione finché Garrison, notandone il buono stato conservatiovo libero da
Fu poi [[Luciano Bellosi]], nel 1991, a riferire l'opera a Dietisalvi di Speme, artista messo a fuoco proprio nei suoi studi come caposcuola della scuola senese del Duecento.
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La Madonna è di tipo [[hodigitria]], indicante il Bambino che benedice.
Lo stile mostra un allontanamento, rispetto dalla ''[[Madonna di San Bernardino]]'' e la ''[[Madonna Galli-Dunn]]'', dalle influenze di [[Coppo di Marcovaldo]], avvicinandosi piuttosto alle ricerche del pisano [[Gilio di Pietro]]. Lo si vede nella linea d'ombra pressoché ininterrotta dall'angolo interno dell'occhio sinistro fino al labbro superiore, oppure nel bordo rigido
Il Bambino, un piccolo filosofo con tanto di rotolo, non ha più i capelli ricci, ma a codinzoli. Nel volto malinconico di Maria sono state colte alcune prime influenze di [[Cimabue]] in territorio senese.
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