Incoronazione di Carlo Magno: differenze tra le versioni

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Raffaello iniziò a lavorare alla terza delle Stanze non molto dopo l'elezione di [[Leone X]]. Il pontefice, forse ispirandosi alla scena dell<nowiki>'</nowiki>''[[Incontro tra Leone Magno e Attila]]'' nella [[Stanza di Eliodoro]], in cui aveva fatto inserire il proprio ritratto al posto di quello di Giulio II, scelse come tema della decorazione la celebrazione dei pontefici col suo stesso nome, [[Papa Leone III|Leone III]] e [[Papa Leone IV|IV]], nelle cui storie, tratte dal ''[[Liber Pontificalis]]'', si potevano cogliere allusioni al pontefice attuale, alle sue iniziative e al suo ruolo<ref name=DVC>De Vecchi-Cerchiari, cit., pagg. 209-210.</ref>.
 
La prima scena ad essere completata fu l<nowiki>'</nowiki>''[[Incendio di Borgo]]'', che diede poi il nome alla stanza. In essa gli interventi autografi del maestro sono ancora consistenti, mentre negli episodi successivi i nuovi impegni presi col pontefice (alla [[Basilica vaticana]] e agli [[arazzi di Raffaello|arazzi per la Sistina]] ''in primis'') resero necessario un intervento sempre più cospicuo degli aiuti, tra cui spiccavano [[Giulio Romano]], [[Giovan Francesco Penni]] e [[Giovanni da Udine]]<ref name=DVC/>.
 
In particolare nell<nowiki>'</nowiki>''Incoronazione di Carlo Magno'', sebbene restino numerosi disegni di Raffaello a testimoniare la sua ideazione, la qualità scadente della pittura lascia immaginare un ampio intervento degli aiuti, soprattutto il Penni, [[Raffaellino del Colle]] e forse Giulio Romano. [[Giovanni Battista Cavalcaselle|Cavalcaselle]] e Gamba ipotizzarono un intervento diretto del maestro in alcuni ritratti nel gruppo di vescovi a destra<ref name=D113>De Vecchi, ''Raffaello'', cit., pag. 113.</ref>.