Storie di Noè (Paolo Uccello): differenze tra le versioni

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[[File:Paolo Uccello 012011.jpg|thumb|180px|laIl ''Recessione delle acqueDiluvio'']]
 
[[File:Paolo Uccello 011012.jpg|thumb|180px|Illa ''DiluvioRecessione delle acque'']]
Le '''''Storie di Noè''''' sono una coppia di affreschi di [[Paolo Uccello]], realizzati verso il [[14471436]]-[[14481440]] nel [[Chiostro Verde]] di [[Santa Maria Novella]] a [[Firenze]]. Come gli altri affreschi del chiostro sono a monocromo o "verdeterra" (da cui l'appellativo "Verde" del sito) e sono composti da due episodi sovrapposti: nella lunetta il ''Diluvio e recessione delle acque'' (215×510 cm) e nel riquadro sottostante il ''Sacrificio ed Ebbrezza di Noè'' (277×540 cm). Oggi gli affreschi sono staccati e trasportati su tela, anche se sempre collocati nella posizione originaria<ref>Nel 2013-2014 sono stati sottoposti a un restauro, al termine del quale potrebbe anche essere scelta una nuova collocazione all'interno del complesso.</ref>.
[[File:Paolo Uccello 012.jpg|thumb|180px|la ''Recessione delle acque'']]
Le '''''Storie di Noè''''' sono una coppia di affreschi di [[Paolo Uccello]], realizzati verso il [[1447]]-[[1448]] nel [[Chiostro Verde]] di [[Santa Maria Novella]] a [[Firenze]]. Come gli altri affreschi del chiostro sono a monocromo o "verdeterra" (da cui l'appellativo "Verde" del sito) e sono composti da due episodi sovrapposti: nella lunetta il ''Diluvio e recessione delle acque'' (215×510 cm) e nel riquadro sottostante il ''Sacrificio ed Ebbrezza di Noè'' (277×540 cm). Oggi gli affreschi sono staccati e trasportati su tela, anche se sempre collocati nella posizione originaria.
 
==Storia==
Nel ciclo delle lunette del Chiostro verde, dopo qualche affresco trecentesco isolato, fu stabilito il tema delle ''Storie della Genesi'', al quale lavorarono più artisti a più riprese, tra il 1420 e il 1440. Il primo di loro, come ricordano anche le fonti quattrocentesche, dovrebbe essere stato prorpio Paolo Uccello, con la ''[[Creazione e Peccato originale]]''. Tornò al ciclo solo poco prima di partire per [[Venezia]], con questa scena che viene datata a poco prima del [[1441]].
I due affreschi vennero realizzati da Paolo Uccello mentre era impegnato a Firenze in commissioni molto importanti, sia a [[Santa Maria del Fiore]] sia in ambienti privati. L'artista aveva già lavorato al Chiostro negli anni trenta del Quattrocento, con la [[lunetta]] e il riquadro a fianco che rappresentano le ''Storie della Creazione e Cacciata dal Paradiso terrestre''.
 
Il ciclo venne restaurato nel [[1859]]. Gli affreschi del Chiostro Verde, soprattutto i riquadri inferiori, vennero pesantemente danneggiati dall'[[alluvione di Firenze del 1966]]; se le opere dell'Uccello furono tra le prime ad essere restaurate, gli altri affreschi sono ancora oggi in corso di recupero.
 
==Descrizione e stile==
[[File:Paolo Uccello 003.jpg|thumb|Cam]]
Le ''Storie di Noè'', in particolare la lunetta del ''Diluvio e recessione delle acque'', sono gli affreschi più famosi del ciclo e una delle opere più emblematiche di Paolo Uccello e della pittura fiorentina di quegli anni in generale. Rispetto a tutte le altre scene del ciclo, mostra già soluzioni compositive e spaziali rivoluzionarie, che giustificano la datatazione alla fine della stesura del complesso.
 
La lunetta ha una composizione molto affollata e complessa, con due costruzioni piramidali ai due lati, che rappresnetano due vedute simmetriche dell'[[arca di Noè]]: a sinistra la scena del diluvio vera e propria, tra uomini disperati che cercano invano di salire sull'arca, a destra invece l'uscita dei sopravvissuti. Un duplice punto di fuga incrociato che accentuava, assieme all'irrealtà dei colori, l'espressività dell'episodio, trascinando uomini e cose in un movimento che ha il suo culmine nella parte centrale. L'occhio dello spettatore viene così rapito in profondità, in una sorta di vortice prospettico che esalta la tensione drammatica. L'[[arca di Noè|arca]] a sinistra appare scorciata inverosimilmente all'infinito, creando uno spazio smisurato.
La lunetta ha una composizione molto affollata e complessa, con un duplice punto di fuga incrociato che accentuava, assieme all'irrealtà dei colori, l'espressività dell'episodio. A sinistra si vede l'[[arca di Noè|arca]], scorciata inverosimilmente all'infinito, che crea uno spazio smisurato. I personaggi, che cercano invano di salire, sono scorciati con violenza, da quelli monumentali in primo piano, fino a quelli più piccoli sullo sfondo. Vi si vedono, tra la pioggia, un uomo a cavallo con la spada, con l'animale che a stento tiene fuori la testa dalle acque, un piede che sporge, un giovane che sputa acqua, un altro che cerca di salvare le proprie ricchezze, come i piatti dorati. Al centro si vedono una serie di sfollati dal diluvio, tra cui un uomo che cerca di trovare scampo in una botte. A destra si vede l'arca sotto un altro scorcio, dalla quale sta uscendo [[Noè]], nell'atto di prendere il ramoscello d'ulivo dalla colomba. Lo stesso Noè è rappresentato poi sulla terraferma (qualcuno gli regge le caviglie) mentre guarda attorno a sé la distesa di cadaveri, ordinatamente disposti nella griglia prospettiva, secondo i modi più tipici di Paolo Uccello.
 
La lunetta ha una composizione molto affollata e complessa, con un duplice punto di fuga incrociato che accentuava, assieme all'irrealtà dei colori, l'espressività dell'episodio. A sinistra si vede l'[[arca di Noè|arca]], scorciata inverosimilmente all'infinito, che crea uno spazio smisurato. I personaggi, che cercano invano di salire, sono scorciati con violenza, da quelli monumentali in primo piano, fino a quelli più piccoli sullo sfondo. Vi si vedono, tra la pioggia, un uomo a cavallo con la spada, con l'animale che a stento tiene fuori la testa dalle acque, un piede che sporge, un giovane che sputa acqua, un altro che cerca di salvare le proprie ricchezze, come i piatti dorati. Al centro si vedono una serie di sfollati dal diluvio, tra cui un uomo che cerca di trovare scampo in una botte. ALe destrapose sisono vedestudiate con cura, incastrate l'arcauna sottonelle un altro scorcioaltre, dallacome qualela staperfetta uscendocoincidenza [[Noè]],tra nelll'attouomo dicol prenderebastone ilin ramoscelloprimo dpiano e quello appoggiato all'ulivoarca, dallal'uno colombacomplementare all'altro. LoUn stesso Noèalbero è rappresentatoscosso poidal sullavento terrafermain (qualcunolontananza. gliL'effetto reggegenerale leè caviglie)quello mentredi guardauna attornoscena aonirica e allucinata, dove la distesa[[prospettiva]] dinon è il mezzo per dare cadaveriun ordine logico e misurabile allo spazio (come in [[Masaccio]]), ordinatamenteanzi dispostiè nellauno grigliastrumento prospettivaautonomo e irrazionale, secondodove igli modiuomini piùsembrano tipicicongelati diin Paoloazioni Uccelloinnaturali.
 
A destra si vede l'arca sotto un altro scorcio, dalla quale sta uscendo [[Noè]], nell'atto di prendere il ramoscello d'ulivo dalla colomba. Lo stesso Noè è rappresentato poi sulla terraferma (qualcuno gli regge le caviglie) mentre guarda attorno a sé la distesa di cadaveri, ordinatamente disposti nella griglia prospettiva, secondo i modi più tipici di Paolo Uccello. Spicca qui un personaggio maturo in piedi, forse una citazione di un'importante figura legata al convento: tra i nomi proposti ci sono quelli di [[papa Eugenio IV]], in quegli anni ospite dei frati, o di [[Cosimo il Vecchio]].
 
Da notare sono i virtuosismi nella rappresentazione dei "[[mazzocchio|mazzocchi]]", copricapi a forma di [[toro (geometria)|tori]] sfaccettati, dei quali restano numerosi studi di prospettiva di mano di Paolo Uccello: uno si vede sulla testa della fanciulla in primo piano al centro e un altro è caduto sulle spalle dell'uomo che regge il bastone.
 
La ricchezza di dettagli e il tono episodico di alcuni rimanda ancora allo stile [[tardogotico]], del quale Paolo Uccello mantenne sempre alcune caratteristiche.
 
La scena sottostante mostra il ''Sacrificio'' e l'''Ebbrezza di Noè'', parecchio danneggiata nella parte inferiore dall'alluvione. In un vero e proprio ''tour de force'' di invenzioni prospettive e spaziali, l'artista rappressentò a sinistra il gruppo dei familiari di Noè riuniti in semicerchio che stanno eseguendo un sacrificio a Dio (l'offerta si trovava nella parte pèerduta), il quale appare benedicentee e capovolto audacemente a mezza figura in cielo, sotto l'[[arcobaleno]]. La piramide a sinistra è di nuovo una rappresentazione dell'arca. I volti delle figure sono spesso caratterizzati con intensità
L'effetto generale è quello di una scena onirica e allucinata, dove la [[prospettiva]] non è il mezzo per dare un ordine logico e misurabile allo spazio (come in [[Masaccio]]), anzi è uno strumento autonomo e irrazionale, dove gli uomini sembrano congelati in azioni innaturali.
 
Al centro Noè agricoltore lavora nella sua vigna, composta di un pergolato magistralmente scorciato; a destra la sua figura ebbra e distesa in una posa sconveniente è ormai cancellata, mentre restano i suoi tre figli in piedi che si interrogano sul da farsi. Spicca per monumentalità il profilo di [[Cam]], nell'arioso sfondo pegolato, ammantato di una pesante cappa che ricorda le statue [[donatello|donatelliane]].
 
Orizzonte e punto di vista sono rialzati e danno il singholaree effetto di incombere sullo spettatore. Al contrario, nel riquadro sottostante sono ribassati, dando un senso di maggiore calma e suggerendo una maggiore profondità.
 
==Note==
Da notare sono i virtuosismi nella rappresentazione dei "mazzocchi", copricapi a forma di [[toro (geometria)|tori]] sfaccettati, dei quali restano numerosi studi di prospettiva di mano di Paolo Uccello: uno si vede sulla testa della fanciulla in primo piano al centro e un altro è caduto sulle spalle dell'uomo che regge il bastone.
<references/>
 
==Bibliografia==
*Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* Annarita Paolieri, ''Paolo Uccello, Domenico Veneziano, Andrea del Castagno'', Scala, Firenze 1991. ISBN 88-8117-017-5.
* Mauro Minardi, ''Paolo Uccello'', Rizzoli, Milano 2004.
 
==Voci correlate==