Ifigenia in Aulide: differenze tra le versioni

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=== La seconda parte: le lusinghe del potere ===
La seconda parte dell’opera è dedicata all’analisi della psicologia dei personaggi, i quali hanno tutti una caratteristica fondamentale: pur essendo alcuni tra i più grandi eroi della [[mitologia greca]], essi appaiono impotenti ed incapaci di intervenire in maniera fattiva nella vicenda. Agamennone si dispera per l’imminente sacrificio della figlia, ma non sembra in grado di fare nulla per impedirlo, e lo stesso vale per Achille, più preoccupato di salvaguardare il proprio buon nome che la vita della ragazza. Il punto fondamentale è che tutti questi eroi cercano innanzitutto di mantenere il proprio potere: Agamennone non vuole rinunciare a comandare la spedizione verso Troia, né Menelao ed Achille vogliono rinunciare a parteciparvi. Di fronte alle lusinghe del potere ogni scrupolo etico scompare ed i personaggi si comportano da veri pusillanimi, accettando che una ragazza innocente dia la propria vita per i loro interessi. In questo senso, Ifigenia, che accetta di morire quando vede quanto importante è per tutti la spedizione, compie un atto di grande generosità, qualificandosi come l’unico personaggio dall’animo nobile di tutta la tragedia. L’''Ifigenia in Aulide'' è dunque un’opera che smaschera i meccanismi del potere, mostrando fino a quali bassezze è possibile arrivare pur di ottenerlo ed esercitarlo.
[[Immagine: The Sacrifice of Iphigenia.jpg |thumb|right|250px|''Il sacrificio di Ifigenia'' ([[1632]]-[[1633]]) di François Perrier ([[Museo delle belle arti di Digione]]).]]
 
=== Il personaggio di Ifigenia ===