Maison Saluard: differenze tra le versioni

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<!-- AGGIUNGI ALTRO Orlandoni
http://books.google.it/books?id=-tI-W-V4lqsC&pg=PT138&dq=casaforte+marseiller&hl=it&sa=X&ei=FoCGUoCqFKWK0AXIh4GwBA&ved=0CDwQ6AEwAg#v=onepage&q=casaforte%20marseiller&f=false
 
http://books.google.it/books?id=i0BJAQAAIAAJ&q=casaforte+marseiller&dq=casaforte+marseiller&hl=it&sa=X&ei=FoCGUoCqFKWK0AXIh4GwBA&ved=0CEYQ6AEwBA
cavalieri riconoscibili ("Il gotico" Simone Baiocco, Simonetta Castronovo, Enrica Pagella Priuli & Verlucca, 2003 - 191 pagine): "Olivieri, Turpino, Rainaldo, eroi dell'epica carolingia, protagonisti contro i mori nella Chanson de Roland e nell'Historia Turpini"
 
 
http://books.google.it/books?id=RbjWAAAAMAAJ&q=casaforte+marseiller&dq=casaforte+marseiller&hl=it&sa=X&ei=FoCGUoCqFKWK0AXIh4GwBA&ved=0CFoQ6AEwCA
 
http://books.google.it/books?id=5ccPAQAAMAAJ&q=casaforte+marseiller&dq=casaforte+marseiller&hl=it&sa=X&ei=FoCGUoCqFKWK0AXIh4GwBA&ved=0CF4Q6AEwCQ
 
 
http://books.google.it/books?id=exMwAQAAMAAJ&q=casaforte+marseiller&dq=casaforte+marseiller&hl=it&sa=X&ei=FoCGUoCqFKWK0AXIh4GwBA&ved=0CFYQ6AEwBw
Studi piemontesi, Volume 32, Centro studi piemontesi., 2003, p.281
Augusta Lange ha per prima individuato personaggi
poi rivisitazione marco piccat c'entra?
 
 
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{{Infobox struttura militare
|Nome = Maison Saluard
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==Storia==
[[file:Maison Saluard (casaforte marseiller) 10.JPG|thumb|left|Il retro del complesso]]
La casaforte a Marseiller è stata costruita tra gli [[anni 1430|anni trenta]] e [[anni 1440|quaranta]] del [[XV secolo]]<ref name=orlando252/> per volere di Giovanni Saluard, notaio<ref>Giovanni Saluard era notaio del [[vescovo di Aosta]], [[Giorgio di Saluzzo]].</ref> e [[castello di Cly|castellano di Cly]] come già suo padre prima di lui<ref>Come riportano sia Zanotto che Orlandoni, il notaio Guglielmo Saluard apparteneva alla famiglia Saluard, originaria di Landry ([[Bourg-Saint-Maurice]], in [[Savoia]]) e divenne [[castello di Cly|castellano di Cly]] per volere del Conte Rosso [[DucaAmedeo VII di Savoia]]. Fu il primo membro della famiglia a trasferirsi in Valle d'Aosta e ad abitare nelle terre oggi di Verrayes e Saint-Denis.</ref>, e fa parte di un insieme di opere di ammodernamento del fondo dei Saluard che presero diversi decenni: nel 1423 Giovanni fece costruire sulle terre del villaggio un canale irriguo (il ''[[ru (idraulica)|ru]] Marseiller'') che attingeva l'acqua dalla [[Valtournenche (valle)|Valtournenche]], mentre nel 1441 fece erigere la cappella di San Michele. Per realizzare gli affreschi della casaforte e dell'edificio religioso chiamò [[Giacomino da Ivrea]], che ritrasse il committente all'interno della cappella.<ref name=zan147/><ref name=orlando252/> Gi affreschi della casaforte sarebbero stati realizzati tra il 1433 e il 1440.<ref name=simoneba73>{{cita|Simone Baiocco|p. 73}}</ref>
 
Nel XVI secolo la planimetria della casaforte cambiò, forse a causa di incendi<ref name=cervsaluard>{{cita web|url=http://www.cm-montecervino.vda.it/fr/index.cfm/monuments-verrayes.html|editore=|titolo=A voir à Verrayes|accesso=15 novembre 2013}}</ref>, e alcuni elementi, come finestre decorate e stipiti, presentano date di epoche diverse: ad esempio ritroviamo il 1562, data corrispondente all'inserimento della scala a chiocciola in pietra nell'angolo sud-occidentale della corte<ref name=orlando252/>, e il 1642, a testimonianza di vari rimaneggiamenti.<ref name=zan147>{{cita|André Zanotto|pp. 147-148}}</ref>
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La parte più antica della casaforte è l'ingresso, posto a ponente: sull'intonaco sbiadito sopra al portone principale si legge ancora lo [[stemma sabaudo]].<ref name=zan147/>
 
Anche il salone di rappresentanza, che si trova nell'ala est dell'edificio e all'inizio degli [[anni 1980|anni ottanta]] era ancora adibito a fienile, come riporta la Società piemontese d'archeologia e di belle arti nel 1967 e come confermato dallo [[André Zanotto|Zanotto]], è tra le parti più antiche del complesso. In particolare, presenta un ciclo di affreschi in [[stile gotico]] popolare della metà del Quattrocento attribuiti a [[Giacomino da Ivrea]]: intervallati agli [[stemma|stemmi]] [[araldica|araldici]], tra cui compaiono quelli dei [[Visconti]] e dei [[duchi di Borgogna]], si trovano gli affreschi adel tema[[ciclo cavallerescocarolingio]]: come rilevato da [[Augusta Lange]] vi compaiono i [[paladino|paladini]] [[Oliviero (paladino)|Oliviero]], [[Merlion]], [[Rainaldo]] e [[Turpino]].<ref name=zan147/><ref name="socpiem">‪A.‪Augusta Lange, "Marseiller", in ''‪Bollettino‬'', ‪a cura della Società piemontese d'archeologia e di belle arti‬, 1967‬, p. 101.</ref><ref name=simoneba73/> Negli [[anni 2000|anni duemila]], parte del ciclo di affreschi è stato sottoposto a un lavoro di «pulizia, consolidamento e stuccatura» (''«nettoyage, consolidation et stucage»'') da parte di privati.<ref name=cervsaluard/>
 
La piccola corte interna, a due loggiati, si ispira a quella del [[castello di Fénis]].<ref name="socpiem"/>‪
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*{{cita libro|nome=André|cognome=Zanotto|wkautore=André Zanotto|titolo=Castelli valdostani|editore=Musumeci|città=Quart (AO)|data originale=1980|data=2002|id= ISBN 8870320499|pagine=147-148}} (fonte)
*{{cita libro|autore=Bruno Orlandoni|titolo=Architettura in Valle d'Aosta: Il Quattrocento, gotico tardo e rinascimento nel secolo d'oro dell'arte valdostana, 1420-1520|editore=Priuli & Verlucca Editori|anno=1996|id=ISBN 8880680285|capitolo=Le case con corte e torre nei centri minori e nel contado: Villa ad Arnad, Marseiller, Povil, Neran|pagine=252-263}}
*{{cita libro|nome=Simone|cognome=Baiocco|coautori=Simonetta Castronovo, Enrica Pagella|titolo=Il Gotico|editore=Priuli & Verlucca|anno=2003|città=Ivrea}}
*''Filosofia'', volume 49, Edizioni di Filosofia, 1998, p. 447
*{{cita libro|editore=Bur|titolo=Il mercante di lana|autore=Valeria Montaldi|wkautore=Valeria Montaldi|id=ISBN 8858621549}}
*Marco Piccat, "I frammenti dell<nowiki>'</nowiki>''Historia Turpini'' di Marseiller (Verrayes) in Valle d'Aosta", in ''Iconographica. Rivista di iconografia medievale e moderna'', I, 2002.‎
* ‪Augusta Lange, "Marseiller", in ''‪Bollettino‬'', ‪a cura della Società piemontese d'archeologia e di belle arti‬, 1967‬, p. 101
*''Studi piemontesi'', Volumevolume 32, Centro studi piemontesi., 2003, p. 281.
 
==Voci correlate==