Vittorio Cini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Ereditò dal padre alcune [[Miniera di superficie|cave]] di [[Trachite euganea|trachite]] nel [[Veneto]] ed alcuni terreni nel [[provincia di Ferrara|Ferrarese]]. Studiò economia e commercio in [[Svizzera]], in [[Italia]] fu il primo a intraprendere importanti opere di bonifica ([[Pineta di Destra]] e [[Giussago (Portogruaro)|Giussago]]) per strappare le terre all'[[erosione]] del mare. Compì lavori di canalizzazione e progettò una rete per la [[navigazione]] interna della [[Val padana|Valle Padana]].
 
Partecipò alla [[prima guerra mondiale]], poi si dedicò a valorizzare la sua città d'adozione, [[Venezia]], che volle non fosse più considerata unicamente un grande [[museo]], ma anche un centro di nuovo [[benessere]]: fu così che gettò le basi per la costruzione del [[porto]] [[industria]]le di [[Marghera]]. Gli venne affidata, più tardi, la gestione delle [[acciaieria|acciaierie]] [[ILVA]], in pessime condizioni economiche. Dal 1936 al 1943 fu Commissario Generale dell'[[EUR|Esposizione Universale di Roma]]: E42. Venne insignito il 16 maggio 1940 del titolo di Conte di Monselice<ref>{{Cita libro|autore= Tina Merlin|titolo= Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont|anno= 2001|mese= settembre|editore= Cierre Edizioni|ed= 4|pagine= pp. 62|id= ISBN 88-8314-121-0}}</ref>.