Affisso: differenze tra le versioni

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In [[linguistica]] si chiama genericamente '''affisso''' un [[elemento linguistico|elemento]] che si aggiunge a una parola per formarne un'altra.<ref>[[Benedetto Varchi]] nell'''Ercolano'' ([[1570]]) usò il termine solo per identificare le 18 particelle pronominali che si possono aggiungere alla fine di una parola (''porta-mi'', ''porta-lo'', ''porta-me-la'', ecc.), che oggi si definiscono [[Clitico|clitiche]]; nella terza edizione del ''Vocabolario'' dell'[[Accademia della Crusca]] ([[1691]]) è già presente una definizione più generale e forse già paragonabile a quella odierna.</ref>
 
Nella [[grammatica normativa]] tradizionale si distinguono tre tipi di '''affisso''': [[prefisso]], [[infisso]] e [[suffisso]], a seconda che l'elemento si aggiunga all'inizio, in mezzo o alla fine della parola di base.
 
Nella [[Grammatica descrittiva|linguistica descrittiva]] moderna si definisce '''affisso''' un [[morfema]] che sia nello stesso tempo legato e non lessicale; detto in altri termini, è una parte della parola che serve solo a precisarne il significato o la funzione grammaticale.
 
== Affisso nella grammatica tradizionale ==