A priori e a posteriori: differenze tra le versioni
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==Filosofia antica e medioevale==
Nella storia della filosofia antica e medioevale i due termini riguardano non solo i procedimenti conoscitivi ma assumono anche un significato metafisico che si riferisce alla differenza intercorrente tra il piano dell'essere e quello dell'esperienza. Così in Platone <ref>«Qualche studioso ha ravvisato nella reminiscenza delle idee la prima scoperta occidentale dell<nowiki>'</nowiki>''a priori''» una teoria che può essere accolta a patto che si distingua quello platonico dall'a priori kantiano che è di tipo soggettivo. Le idee platoniche
I filosofi medioevali arabi e successivamente gli scolastici ripresero questi concetti e distinsero la dimostrazione basata sull<nowiki>'</nowiki>''a priori'' come perfetta poiché inizia dalla causa per risalire all'effetto (demonstratio per quid), mentre è giudicata imperfetta quella ''a posteriori'', risalente dall'effetto alla causa (demonstratio quia). <ref>Enciclopedia Garzanti di Filosofia, 1977, alla voce "a priori-a posteriori"</ref>
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