Palazzo Ginori: differenze tra le versioni

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===Vicende successive===
Nel 1730 fu annesso al palazzo l'edificio adiacente (n. 13), già dei Masi, dove avevano abitato anche i discendenti dello scultore [[Baccio Bandinelli]]. In questo periodo, grazie al marchese [[Carlo Ginori]] e sua moglie Elisabetta [{[Corsini]], il palazzo visse un periodo di nuovo splendore, con frequenti feste e ricevimenti a cui partecipavano principi e importanti personalità straniere. Qui fu anche fondato un gabinetto di chimica e fisica, in cui vennero condotti quegli esperimenti che furono alla base della messa a punto del processo della creazione della [[porcellana]] e della conseguente fondazione della storica [[manifattura di Doccia]] (1737).
 
Altre trasformazioni al palazzo sono riconducibili a un cantiere aperto in occasione o poco dopo il matrimonio tra Lorenzo Ginori Lisci con Ottavia [[Strozzi]] ([[1846]]), diretto dall'ingegnere [[Felice Francolini]], che portò alla ripavimentazione in marmo e alla chiusura con un lucernario in [[ghisa]] dell'antico cortile a colonne, nonché alla realizzazione di una nuova scala monumentale in sostituzione di quella antica, ripida e stretta.
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Per quanto concerne i restauri all'edificio sono documentati interventi nel [[1930]], mentre recentemente, nel [[2003]], al cortile si è tornati a conferire gli originari colori settecenteschi ([[verde salvia]] alle pareti e [[rosso pompeiano]] sulle colonne). Anche l'altana seicentesca appare restaurata.
 
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
 
==Descrizione==