Alluvione della Versilia del 19 giugno 1996: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Cardoso.JPG|thumb|upright=1.4|Cardoso è stato il paese più colpito dall'alluvione]]
In realtà il disastro si era già compiuto e una enorme piena stava per giungere sul fiume Versilia.
Verso le 13:00, in alta valle il torrente Vezza dava inizio alla sua corsa devastante: a [[Cardoso]], a detta di testimoni oculari, i boati provenienti dalle montagne divennero sempre più forti sicché nel giro di pochi istanti, ripetute ondate di acqua, fango e detriti alte fino a 4-5 metri e provenienti dai valloni dei torrenti confluenti presso il paese, lo investirono distruggendolo quasi completamente.
 
Verso le 13:00, in alta valle, il torrente Vezza (tratto alto del fiume Versilia) dava inizio alla sua corsa devastante: averso valle presso il centro di [[Cardoso]]: qui infatti, a detta di testimoni oculari, ivennero dapprima uditi numerosi boati provenienti dalle montagne divennero sempredopodiché più forti sicché nel giro di pochi istanti,giunsero ripetute ondate di acqua, fango e detriti alte fino a 4-5 metri e provenienti dai valloni dei torrenti confluenti presso il paese, loche investironovenne dunque investito e distruggendolodistrutto quasi completamente.
Già dal mattino le fortissime piogge, unite alla siccità che da mesi affliggeva la zona, avevano reso ancora più fragile la natura già instabile delle cime Apuane: enormi frane di terra, detriti e tronchi avevano bloccato, con sbarramenti temporanei, tutte le valli dei corsi d’acqua a monte di Cardoso, creando svariati bacini di acqua effimeri che, cedendo poi insieme nel primo pomeriggio, hanno dato luogo a onde di piena catastrofiche.
 
Nel frattempo così, dopo aver distrutto Cardoso, i corsi d’acqua nel loro confluire diedero luogo ad una piena violentissima del torrente Vezza.
GiàLa rapidità e la violenza improvvisa dell'evento trovò la sua giustificazione nel fatto che già dal mattino le fortissime piogge, unite alla siccità che da mesi affliggeva la zona, avevano reso ancora più fragilefragili lai naturagià giàinstabili instabileversanti delle cimeAlpi Apuane: causando enormi frane di terra, detriti e tronchi che avevano bloccato, con sbarramenti temporanei, tutte le valli dei corsi d’acqua a monte di Cardoso, creandoche danno origine al torrente Vezza; si erano dunque creati svariati bacini di acqua effimeri che, cedendo poi tutti insieme di schianto nel primo pomeriggio sotto le incessanti precipitazioni, hanno dato luogo a ondeun'onda di piena catastrofichecatastrofica.
Nella sua corsa verso valle il torrente investì il centro di Ponte Stazzemese giungendo a lambire il 2º piano delle abitazioni e distruggendo un intero albergo. Da qui scesero al Vezza da ogni valle laterale onde d’acqua che lo alimentarono sempre più.
 
La piena giunse così a Ruosina dove sommerse tutto il paese, cancellando quasi completamente la strada di fondovalle.
NellaA partire da Cardoso dunque, i corsi d’acqua nel loro confluire diedero luogo ad una piena violentissima del torrente Vezza che nella sua corsa verso valle ilinvestì torrente investìsubito il centro di Ponte Stazzemese giungendo a lambire il 2º piano delle abitazioni e distruggendo un intero albergo. Da qui scesero al Vezza da ogni valle laterale ulteriori onde d’acqua che lo alimentarono sempre più.
Verso le 15:00 venne investita da 3 metri d’acqua la cittadina di [[Seravezza]]. Qui il Vezza ricevette anche la piena del Serra e proseguì come fiume Versilia mandando in avaria l’[[idrometro]] quando arrivò a segnare i 4,50 m sopra lo zero.
 
La piena (con un picco di [[portata]] stimato in seguito all'evento pari 571 m³/s, valore eccezionale per un fiume modesto come il Versilia) spazzò via tutti i ponti nei pressi dei centri di Ripa, Corvaia, Vallecchia trovando sbocco in pianura e giungendo presso la periferia ovest della città di [[Pietrasanta]] dove sfondò un ampio tratto dell'argine sinistro in località San Bartolomeo, inondando mezza città.
LaDa qui la piena giunse così a Ruosina dove sommerse tutto il paese, cancellando quasi completamente la strada di fondovalle.
 
Verso le 15:00 venne investita da 3 metri d’acqua la cittadina di [[Seravezza]]. Qui il torrente Vezza ricevette da destra anche la piena del suo principale affluente, il Serra e mutando da questa confluenza denominazione in fiume Versilia, proseguì impetuoso e stracolmo di detriti, mandando letteralmente in avaria l’[[idrometro]] una volta raggiunto il valore di 4,50 m sopra lo zero idrometrico; non si conoscono dunque altri dati relativi all'altezza massima di piena se non quello relativo alla picco massimo di portata, stimato in seguito all'evento in circa 571 m³/s, valore assolutamente eccezionale e incontenibile per un fiume modesto come il Versilia.
 
Dopo Seravezza il Versilia sormontò e distrusse tutti i ponti nei pressi dei centri di Ripa, Corvaia e Vallecchia, abbandonando il suo tratto vallivo per poi trovare sbocco nella pianura della [[Versilia]]: in questo tratto il fiume, già canalizzato e deviato in un alveo artificiale nei secoli passati, dilagò letteralmente presso la località San Bartolomeo (periferia ovest della città di [[Pietrasanta]]) dove sormontò un ampio tratto del suo argine sinistro causando un'estesa inondazione di tutta la porzione ovest della città per poi giungere al mare presso Marina di Pietrasanta, seguendo in pratica la direzione del suo antico letto di scorrimento.
Nel frattempo la tragedia aveva colpito anche il versante orientale delle Apuane in [[Garfagnana]]: nell’alta valle del torrente Turrite il centro di [[Fornovolasco]] venne letteralmente devastato dalla piena del corso d’acqua. Più a valle invece i danni furono minimi grazie alla presenza di un lago artificiale sul corso d’acqua che, completamente vuoto per manutenzione, fu in grado di accogliere frenandone l’impeto gran parte della piena salvando il centro situato più a valle di [[Gallicano]].