Leszek Miller: differenze tra le versioni
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Dopo la dissoluzione del PZPR, Leszek Miller divenne co-fondatore della Social Democrazia della Repubblica Polacca (fino al [[1993]] ne fu Segretario Generale, poi Vice Presidente e, dal dicembre [[1997]], Presidente). Nel dicembre [[1999]], al Congresso di fondazione dell'[[Alleanza della Sinistra Democratica (Polonia)|Alleanza della Sinistra Democratica]] (SLD), fu eletto Presidente; detenne la carica fino al febbraio [[2004]]. Dal [[1997]] al [[2001]] fu presidente del [[caucus]] del SLD.
Nel [[1989]] si candidò senza successo al [[Senato (Polonia)|Senato]] come rappresentante della Provincia di [[Skierniewice]]. Alle successive [[elezioni parlamentari
In tutto il periodo rimase uno dei politici di testa della sinistra. All'inizio degli [[anni 1990|anni novanta]], insieme a [[Mieczysław Rakowski]], fu sospettato all'interno del caso del cosiddetto "prestito di [[Mosca (Russia)|Mosca]]". Dopo la pubblicazione di tale affare nel [[1991]], [[Włodzimierz Cimoszewicz]] chiamò Miller per astenersi dal sottoporsi al giuramento da deputato, a causa delle accuse contro di lui. Quando Leszek Miller venne scagionato dalle accuse, il Primo Ministro Cimoszewicz lo nominò Ministro in Carica dell'Ufficio del Consiglio dei ministri e, nel [[1997]], Ministro degli Affari Interni nel suo governo. In cambio, Cimoszewicz divenne Ministro degli Affari Esteri nel governo di Miller. Dal [[1993]] al [[1996]] Miller fu Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nei governi di [[Waldemar Pawlak]] e [[Józef Oleksy]] rispettivamente. Nel 1996 fu nominato Ministro Senior in carica dell'Ufficio del Consiglio dei ministri; gli fu quindi dato il soprannome di "il Cancelliere".
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== Primo Ministro ==
Dopo la forte vittoria della sinistra (41% contro il 12% del partito che si classificò secondo) alle [[elezioni parlamentari
Il predecessore di Miller gli aveva lasciato una difficile situazione economica, tra cui un tasso di disoccupazione del 18%, un alto livello di debito pubblico e la stagnazione economica. Alla fine del mandato di Miller, la crescita economica superava il 6%, ma era ancora troppo bassa per ridurre il tasso di disoccupazione. Durante il mandato, fu implementato l'impopolare programma di tagli della spesa pubblica, insieme a una forte riforma del finanziamento al sistema sanitario. Continuarono le riforme sulla tassazione e sull'Istituto di Assicurazione Sociale, ma fallì il tentativo di ristabilire il mercato dei [[mass media]]. Furono significativamente abbassate le tasse, fino al 19% per le società e per le persone che gestivano attività economiche, e fu anche votata la legge sulla libertà dell'attività economica. Fu portata avanti una riforma strutturale radicale dei servizi segreti.
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Nel [[2005]], nonostante il supporto della sezione di [[Łódź]] dell'Alleanza della Sinistra Democratica, Miller non si iscrisse alle liste elettorali per il [[Camera dei deputati (Polonia)|Sejm]]. Nello stesso tempo, gli fu offerto di concorrere per il [[Senato (Polonia)|Senato]], cosa che egli rifiutò. Il ritiro dei vecchi attivisti fu presentato dai media come un'"infusione di aria fresca all'interno dell'Alleanza"; dopo le elezioni, Miller divenne attivo nel [[giornalismo]], scrivendo principalmente per il settimanale "Wprost" riguardo ad argomenti liberal-economici e sugli argomenti politici del giorno. Nella prima metà del 2005, fu al Centro Internazionale per Studiosi "[[Woodrow Wilson]]" a [[Washington, D.C.]], per implementare un progetto di ricerca: "Lo status della nuova Polonia nello spazio dell'[[Europa orientale]]".
Alle [[elezioni parlamentari
== Onorificenze ==
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