Motto: differenze tra le versioni
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{{Nd|"motto" nel senso di "motto di spirito"|[[Facezia]]}}
Un '''motto''' è una [[frase]], o una collezione di [[parola|parole]] intese a descrivere le [[Motivazione (psicologia)|motivazioni]] o le
Molte [[nazione|nazioni]], [[università]] e altre [[istituzione|istituzioni]] hanno un motto, così come i [[casato|casati]] [[Nobiltà|nobiliari]].
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I motti sono tradizionalmente in [[lingua latina|latino]], ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'[[araldica]] moderna; ad esempio, il motto dell'[[Università delle Hawaii]] è in [[lingua hawaiana|hawaiano]], e quello di [[Nunavut]] è in [[inuktitut]].
Quando è sostenuto da ''[[humour]]'', il motto può trasformarsi in
== Motti, divise, imprese e gridi di guerra negli stemmi ==
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=== Motti ===
In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definire '''motti''' le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (o [[Arma (araldica)|armi]]) e [[Allusione|alludono]] a
{{L|araldica|giugno 2013}}
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Analoghi ai ''motti'' sono i '''gridi di guerra''', , detti anche '''gridi d'arme''' , costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopra dell'[[Elmo (araldica)|elmo]] o dello scudo.
Il grido di guerra trova la propria origine nei [[Torneo (medievale)|tornei e nelle giostre]] durante i quali gli [[araldo|araldi]] pronunciavano il grido di ciascun [[Cavaliere medievale|cavaliere]] al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto.
In [[battaglia]] lo si usava in segno di
“Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Ménèstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cioè di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme”<ref>(PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p. 299)</ref>.
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