Ferrovia Gioia Tauro-Cinquefrondi: differenze tra le versioni

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== Materiale rotabile ==
Il servizio attivato fu svolto inizialmente con [[trazione ferroviaria|trazione a vapore]], con locomotive [[Locomotiva FCL 170|Gruppo 170]] e [[Locomotiva FCL 200|Gruppo 200]] assegnate prima al [[Deposito locomotive]] di Radicena e quindi a quello di Gioia Tauro. Successivamente arriveranno anche le più potenti [[Locomotiva FCL 400|locomotive Gr.400]] e [[LocomotuvaLocomotiva FCL 350|locomotive Gr.350]]. Le prime automotrici arrivano a metà degli [[anni 1930|anni trenta]] come primo tentativo di rendere più veloce ed economico l'esercizio viaggiatori. Si trattava di [[Automotrice M 1|automotrici a 2 assi unidirezionali]] che resteranno in servizio fino agli [[anni 1970|anni settanta]]. Le prime [[automotrice|automotrici a carrelli]], del tipo M2.70, arrivano negli [[anni 1950|anni cinquanta]] e sono quattro unità ricavate dalla trasformazione di vecchie carrozze e che sul finire della carriera saranno private del motore e trasformate nuovamente, questa volta in rimorchiate serie RL 71-74.<ref>F. Bloisi, ''Le Ferrovie Taurensi'', op.cit., TT255 pp. 23-29; TT256, pp. 20-27</ref>
Il vero ammodernamento arriva negli [[anni 1970|anni Settanta]], con le prime [[Automotrice M2 serie 200|automotrici del gruppo M2.200]], entrate in servizio a partire dal [[1973]]<ref>F. Bloisi, ''Le Ferrovie Taurensi'', op.cit., TT255 p.28</ref>. e che, con i rimorchi Ra 1000 migliorarono considerevolmente il servizio, mentre le nuove [[Locomotiva LM4|Locomotive diesel idrauliche LM4.600]] furono incaricate dei servizi merci che sin dai tempi della trazione a vapore venivano effettuati anche grazie a speciali carrelli a [[scartamento ridotto]] sui quali erano caricati i carri a [[scartamento ordinario]] provenienti o diretti alla rete FS<ref>{{cita|Federici|p. |federici}}</ref>
 
Dal 7 giugno [[2011]] l'esercizio della linea è sospeso<ref>''Addio alle linee taurensi?'', in "I Treni" n. 339 (luglio 2011), p. 9</ref> a causa di carenze di sicurezza riscontrate dall'USTIF.<ref>F. Bloisi, ''Le Ferrovie Taurensi'', op.cit., TT256 p. 27</ref>