Veduta di Delft: differenze tra le versioni
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==Storia==
L'opera è citata nell'inventario della vendita all'asta della [[Jacob Dissius#L'asta Dissius|collezione Dissius]] ad [[Amsterdam]] (16 maggio [[1696]]), come «la città di Delf in prospettiva, vista da sud, di J. Van der Meer di Delft». Fu venduta a ben
Nel [[1822]] l'opera era ancora ad Amsterdam, dove la acquistò [[Guglielmo I dei Paesi Bassi|Guglielmo I]] per le collezioni reali.
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Il quadro raffigura la zona del porto della città di Delft; sono riconoscibili: le mura, la porta di [[Schiedam]] con l'[[orologio]], la porta di [[Rotterdam]] con le due torri gemelle e, al centro, il campanile della [[Nieuwe Kerk (Delft)|Nieuwe Kerk]].
Il tema della veduta cittadina non era insolito nell'arte olandese del Seicento, e compariva spesso a margine delle grandi carte geografiche, famose in tutta Europa e riprodotte in numerosi dipinti dello stesso Vermeer. In questo caso però, nonostante alcuni edifici riconoscibili, non si tratta di una veduta precisa e oggettiva. L'artista infatti integrò la realtà modificandola con la fantasia e la memoria. Più che mosso da un interesse topografico, di riconoscibilità dello scorcio, il pittore desiderava qui rappresentare la città come luogo di incontro e di vita dei suoi abitanti, avvalendosi di effetti atmosferici che rendono la veduta palpitante. Gli edifici finiscono così per
Variando la stesura pittorica e la grumosità del colore (ora trasparente e liscio, ora reso ruvido dall'aggiunta di sabbia o grumi di biacca), Vermeer ottenne una vivida rappresentazione dei vari materiali, dai mattoni e le tegole alla pietra, dalla consistenza delle nuvole a quella dell'acqua.
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