Ceto medio: differenze tra le versioni

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==Storia==
Già nell'[[Storia antica|antichità]] [[Aristotele]] delineò la classe media come quella [[casta]] o [[gruppo sociale|gruppo]] che sta in mezzo fra coloro che posseggono molte sostanze e quelli che ne sono privi (''Politica'').<br>
Nel trattato Arisotele sostiene che la fine del ceto medio porta alla tirannide, passando per uno dei due opposti della democrazia violenta o del dominio dei ricchi oligarchi. {{cnSecn|Se la maggior parte dei cittadini appartiene al ceto medio, si ottiene la migliore comunità politica possibile: pace e democrazia sono stabili e durature finché prevale il ceto medio che garantisce medietà e parità, mentre l'eccesso di differenze genera sedizioni e lotte che portano alla democrazia violenta oppure all'estremo opposto dell'oligarchia, e da entrambi questi due estremi sorgerebbe inevitabilmente la stessa sintesi, la tirannide.}}<br>
Stessa tesi è riproposta in tempi recenti dal Nobel per l'economia [[Paul Krugman]] <ref>''La coscienza di un liberal'', Laterza 2009</ref> sosteneva che la grande crescita economica del dopoguerra negli Stati Uniti passò attraverso una riduzione della disuguaglianza dei redditi, con la creazione di una classe media prevalente in termini numerici e di importanza politico-sociale. Di tutti i fattori che determinano l'instaurazione e il consolidamento della democrazia, l'esistenza di una classe media non esigua, corollario di una contenuta disparità nella distribuzione del reddito, è il più potente.
 
===Prima accezione===