Pietro Durazzo (1632-1699): differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 31 luglio
|AnnoMorte = 1699
|Attività = doge
|Categorie =no
|FineIncipit = fu il centoventottesimo [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] della [[Repubblica di Genova]] e re di [[Corsica]]
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Tornato nel capoluogo ligure, nel corso del [[1660]] fu eletto nel Magistrato di Sanità e ancora console delle fiere di cambio, fino al [[1662]], che all'epoca si tenevano nella cittadina di [[Novi Ligure]]; tra il 1662 e il [[1665]] fu uno dei padri del Comune e tra i protettori del [[Banco di San Giorgio]]. Nel corso del ventennio tra il 1660 e il [[1683]] ricoprì diversi incarichi istituzionali nei patronati e nei magistrati: protettore degli orfanelli ([[1666]]), magistrato dei Cambi e in quello dell'Abbondanza ([[1668]]), magistrato dell'Arsenale ([[1669]]), visitatore dei carcerati poveri ([[1676]]) e protettore dell'[[ospedale di Pammatone]] ([[1682]]-[[1683]]).
 
Nel [[1672]], allo scoppio delle ostilità con il [[Ducato di Savoia]] di [[Carlo II di Savoia|Carlo II]], Pietro Durazzo fu incaricato dal governo genovese di far parte di una costituita giunta governativa straordinaria. Fu estratto senatore e poi governatore della Repubblica nel biennio [[1674]]-[[1675]] dove si occupò della giunta per il Commercio e di quella sulle controversie tra artigiani e clienti insolventi; fu ancora nel Magistrato dell'Arsenale, nell'ufficio della Moneta, nella giunta di Marina, supremo sindacatore ([[1677]]), conservatore della pace, inquisitore di Stato, membro dell'ufficio di Guerra e protettore del Banco di San Giorgio (1683).
 
Negli anni successivi che videro un forte contrasto diplomatico e politico tra la Repubblica di Genova e la [[Francia]] di [[Luigi XIV]] il nobile Pietro Durazzo mai nascose la sua "devozione" filo-francese (contrapposta ad una politica filo-spagnola o, ancora, per una maggiore "indipendenza economica-militare della Repubblica" appoggiate da altre famiglie aristocratiche genovesi) tanto che più volte cercò di frenare ogni atto governativo a danno dei Francesi, ma anzi invitando il governo a condurre un dialogo con la corona di Francia. Un epilogo che esplose nel maggio del [[1684]] con il pesante e dannoso [[Bombardamento navale di Genova (1684)|bombardamento navale]] della flotta di Luigi XIV ai danni della città genovese. Pure in quell'occasione, a ridosso dell'ultimatum presentato dal marchese Colbert di Seignelay al governo di Genova, Pietro Durazzo fu uno dei quattro membri del [[Maggior e Minor Consiglio della Repubblica di Genova|Minor Consiglio della Repubblica]] (su 200 membri totali, oltre ai 20 componenti dei Collegi, al doge e ai procuratori perpetui) che votarono contro alla risposta negativa che, di li a poco, diede il via al bombardamento francese.