Mental accounting: differenze tra le versioni

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Esistono, secondo la teoria, sistemi di conti mentali anche per il [[reddito]] e la [[ricchezza]]. Il reddito si presta ad essere contabilizzato in base alle fonti: la provenienza del denaro in questo caso fa la differenza, e la stessa somma viene percepita in modo difforme se ottenuta in modo occasionale (es. vinta al [[lotto]]) o meno (es. aumento di [[stipendio]]). Si suppone, e vari esperimenti sembrano confermarlo, che la "serietà" della fonte influisca sulla propensione a spendere il denaro e sul tipo di acquisti effettuati: mentre una somma di denaro ritrovata inaspettatamente nella tasca di un vecchio cappotto si presta ad essere spesa prontamente e in modo "frivolo", lo stesso non si può dire della stessa somma ottenuta da un aumento di valore dei propri [[fondo pensione|fondi pensione]], che si presta a non essere spesa affatto.
 
Anche lo [[stock]] di ricchezza, secondo l'ipotesi formulata dalla teoria del ''mental accounting'', tende ad essere suddiviso in conti mentali. In questo caso è rilevante la forma che la ricchezza prende: la [[liquidità]] sui [[conto corrente|conti correnti]] tende ad essere spesa abbastanza facilmente; già è molto più difficile che venga smobilizzato il patrimonio mobiliare per finanziare il consumo. La ricchezza futura poi, utilizzabile col ricorso al [[debito]], è ancora più intoccabile. È importante sottolineare che la teoria suppone che la differenza tra la propensione al consumo tra le diverse classi in cui è suddiviso il patrimonio dipenda non solo dai diversi costi di transazione, ma anche dall'effetto psicologico della separazione in conti mentali. Shefrin e Thaler ([[1988]]) propongono quindi una differente versione della teoria del risparmio neoclassica, in cui l'ipotesi di perfetta fungibilità tra le varie forme di ricchezza è abbandonata, che è nota come teoria del ''behavioral life-cycle'' (ciclo di vita comportamentale).
 
Proprio come accade per la contabilità delle imprese, anche i conti mentali sono chiusi dopo un certo periodo. È interessante considerare come questo aspetto dinamico del ''mental accounting'' sia rilevante nell'ambito delle decisioni in condizioni di rischio. Quando ci si trova a prendere decisioni rischiose successive, come può accadere in un casinò o sui mercati finanziari, gli esiti delle decisioni precedenti possono influenzare la propensione al rischio delle decisioni successive. Il conto mentale di riferimento, relativo alla serata di gioco, oppure alla giornata, il mese o l'anno di trading, può essere infatti in attivo o in passivo: se esso è in attivo, la teoria prevede che la propensione al rischio sia stimolata. I soldi guadagnati, infatti, non sono considerati come gli altri, e perderli rischiando più del solito fa meno "male": questo comportamento è noto come ''house money effect''.